Dibattito molto acceso in consiglio comunale, alla fine la mozione di Cesena 2024 relativa alla candidatura di Cesena a ‘Capitale Italiana della Cultura 2028’ viene approvata con 21 voti favorevoli e sette contrari. L’emendamento presentato in consiglio ha virato verso una candidatura unitaria con Forlì come strada privilegiata per un progetto più forte e che “sarebbe vantaggioso per entrambe” secondo la maggioranza. In apertura di consiglio anche l’inno nazionale di Mameli eseguito dagli allievi del Conservatorio statale ‘Maderna-Lettimi’.
L’emendamento ha trovato il voto favorevole di Cesena Siamo Noi, ma non di Fratelli d’Italia che si è smarcata, “è un matrimonio senza fidanzamento” ha sintetizzato il capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Casali puntando il dito contro una mancata interlocuzione con l’amministrazione comunale della città mercuriale. “Basta dire che Cesena è in ritardo – ha ribattuto l’assessore alla Cultura Camillo Acerbi – andiamo avanti insieme, si può. Se non si vuole farlo, è solo ed esclusivamente per motivi politici”. L’assessore ha anche lanciato l’ipotesi alternativa di un originale escamotage burocratico, cioè una candidatura doppia ma con lo stesso progetto, con l’accordo di dividere i contributi economici in caso di vittoria dell’una o dell’altra città.
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Il consigliere di Cesena 2024 Piero Berti ha illustrato la mozione che ha lanciato la candidatura della città malaltestiana a capitale della cultura 2028: “Quando questa proposta è stata formalmente depositata abbiamo incontrato i gruppi di opposizione ottenendo un orientamento molto positivo, abbiamo fatto tutti i passaggi istituzionalmente e politicamente corretti. La politica è questo, in questo atto c’è una volontà politica che comporterà azioni reali per dare lustro alla nostra città, non dobbiamo temere ciò che potrebbe non realizzarsi, i successi politici non si misurano se si arriva primi. Perché non correre insieme a Forlì? L’opinione pubblica vuole questo”, ha detto il consigliere comunale di Cesena 2024.
Poi è stata la volta degli emendamenti delle minoranze, ha parlato Denis Parise per Cesena Siamo Noi sottolineando che la candidatura unitaria “è un percorso auspicabile e doveroso per la progettazione di un intero anno di eventi, può essere il motore per il rilancio culturale della città e degli altri territori”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Casali ha rimarcato il preventivo appoggio che era stato dato alla mozione “con lo scopo di dare uno scossone all’attività culturale della città di Cesena”. Ma “adesso le cose sono state modificate, candidatura o co-candidatura sono due cose ben diverse – ha detto Casali – si vuole fare un matrimonio ma non c’è stato un fidanzamento, le due parti dovevano prima parlare e misurarsi per poi convergere”.
La maggioranza: “Le due città sono culturalmente complementari”
La maggioranza ha portato avanti la tesi di una candidatura unitaria come più forte, il consigliere comunale Carlo Verona ha parlato di “complementarità delle due città, eccellenze che si affiancano ma non sovrappongono, è una occasione per entrambe le realtà per valorizzare il proprio patrimonio, una chance per avere eventi e mostre all’interno di tutta la nostra provincia”.
Michele Manuzzi (Cesena 2024) ha detto: “Speriamo che tutte le forze politiche si mettano al nostro fianco, ci possono essere benefici quali un aumento del turismo, la possibilità di crescita per le associazioni culturali, anche la sola partecipazione ci farebbe fare un passo in avanti. Non c’è nessuna impossibilità pratica. Bergamo e Brescia hanno fatto una candidatura unica come città duramente colpite dalla pandemia, Cesena e Forlì possono farla come simbolo di due realtà ferite dall’alluvione, sarebbe un segnale simbolico forte, vogliamo avviare un percorso per una candidatura unitaria perché per noi è fattibile”.
Ancora Denis Parise di Csn ha chiesto: “c’è stata una interlocuzione tra le due amministrazioni comunali?” rimarcando che “l’alluvione è l’unico aspetto che ci può mettere assieme”.
Francesco Rossi, capogruppo Pd ha sottolineato: “Crediamo che ci sia un valore nel lavorare insieme, serve uno sforzo per lavorare insieme a livello regionale, e anche a livello nazionale da parte dei rappresentanti locali, se non ci credete assieme a noi questa cosa non la facciamo, perché Forlì parte avvantaggiata, la contrapposizione che aleggia nell’aria non giova a nessuno”.
Pellegrini (Fdi): “Cesena è arrivata tardi. Quella di Bergamo e Brescia è e resta una eccezione”
Come detto Fratelli d’Italia si è sfilata, il consigliere Nicholas Pellegrini: “Stiamo parlando di una proposta che nasce da Cesena 2024, una mozione che non è stata sottoscritta da tutta la maggioranza. Non credo che la mozione nasca per disturbare Forlì, ma in base al bon ton istituzionale avrebbe dovuto essere ritirata. Il sindaco di Forlì Zattini non ha parlato di candidatura congiunta, ma di una Cesena che si accoda. Forlì è avanti, possiamo vederlo tutti, ha già incontrato il ministro della Cultura. Cosa è stato fatto a Cesena negli anni precedenti per arrivare a questa candidatura? Si è puntato tutto sulla parte moderna della Malatestiana, la Rocca è nota alla città solo per i cambi di gestione e per i concerti di dubbia qualità. La verità è che siamo arrivati tardi. Quella di Bergamo e Brescia è e resta una eccezione”.
Acerbi: “La candidatura multipla si può fare”. E c’è anche un escamotage amministrativo
Poi ha preso la parola l’assessore alla Cultura Camillo Acerbi: “Amo Forlì – ha detto l’assessore – ho lavorato nove anni al Comune di Forlì e posso dire di conoscere quella realtà. A inizio novembre il consigliere Berti mi ha comunicato questa ipotesi ed ero tranquillo, il bando non è ancora uscito, e comunque fisserà a fine settembre il termine per presentare le domande. Ad oggi nessuna delle due città ha ufficializzato una candidatura visto che non c’è un bando. Basta dire che Cesena è in ritardo perché non è vero, fanno fede i documenti e il 22 gennaio questa proposta è stata consegnata a tutti i consiglieri comunali. Forlì solo l’11 febbraio ha esplicitato la sua candidatura, non posso sentire parlare di ‘azione di disturbo’ o che ‘bisogna accodarsi a Forlì’. Non è importante chi è arrivato prima, le due candidature sono nate in parallelo perché i tempi erano maturi”, ha chiarito Acerbi
“Dire che abbiamo voluto ostacolare Forlì è una menzogna – ha rincarato la dose – anche Cesena ha le carte in regola per questa candidatura, Acerbi ha citato oltre alla Malatestiana, il Bonci, il Conservatorio, l’Abbazia del Monte. “La competizione – ha attaccato l’assessore – è frutto solo di una volontà politica di combattere questa candidatura, abbiamo le stesse condizioni, basta dire che Cesena è arrivata tardi. Avrebbe davvero senso andare ad uno scontro? I territori vicini chi appoggerebbero? Quella unitaria sarebbe la candidatura di tutto il territorio, dobbiamo andare avanti insieme”. In chiusura ha lanciato l’idea di un piano B, un escamotage amministrativo, “si può presentare la candidatura di entrambe le città ma con lo stesso progetto, dividendo i soldi in caso di vittoria”. Su Brescia e Bergamo e la candidatura multipla: “Se c’è stata una eccezione una volta, non vedo perché non possa esserci una seconda volta. Si può fare, se non vuole farlo la politica deve dirlo”.
Il capogruppo di FdI Casali ha replicato che “nessuno vuole denigrare Cesena o la Malatestiana, denigriamo la scarsa valorizzazione del nostro patrimonio culturale”. Casali infine ha sottolineato “le difficoltà del sindaco Lattuca a interloquire con le altre istituzioni, soprattutto se sovraordinate, avete cambiato la mozione senza neanche telefonarci, per questo votiamo contro”, ha chiuso Casali.
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