Al Bano e la guerra scoppiata dentro il suo resort di lusso a Cellino. Il direttore d’albergo contro la ristoratrice e lui è costretto a separarli

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Il manager delle “Tenute Albano”, un belga, accusa la socia che gestisce i tavoli del “don Carmelo”: «Gestione disastrosa». Il cantante li divide in due società. A febbraio acquistati nuovi terreni per i prodotti a km zero

Per quanto si sia sempre definito “pacifista” in ogni occasione, Albano Carrisi, il cantante pugliese meglio noto con il nome d’arte Al Bano, la guerra ce l’ha nella sua Cellino San Marco e poco è riuscito fin qui a fare per mettervi fine. La battaglia non è in famiglia (dove pure non è mancata negli anni), ma nel cuore del piccolo impero agricolo e ricettivo in cui il cantante pugliese fin da quando faceva coppia anche professionale con Romina Power ha investito i suoi guadagni canori. Lo scontro è infatti scoppiato all’interno del resort di lusso “Tenute Al Bano”, che Carrisi considera proprio la gemma più preziosa dei suoi investimenti.

I gestori del resort di lusso riuniti da anni una cooperativa che affitta dal cantante

INSTAGRAM / Olivier Verbeleen, il direttore dell’albergo della tenuta di Albano

Le tenute appartengono al cantante, che attraverso la sua Casa Carrisi sas, ha la proprietà delle mura del ‘600 del complesso principale come di tutti gli altri manufatti (fra cui un ristorante e un centro benessere) e degli ettari di terreno che la circondano. La gestione è da anni affidata a una società cooperativa, la Nostalgia, che ha sempre pagato al cantante un affitto mensile. Dei soci della coop uno si occupa della ospitalità nella tenuta ed è il belga Olivier Verbeleen, che ha l’incarico di direttore della struttura alberghiera. Un’altra socia si occupa della piccola spa e una terza socia, Annamaria Verri, si è sempre occupata del ristorante. Ed è proprio fra il belga Olivier e la pugliese Annamaria che è scoppiata all’improvviso la guerra, che tanto ha angustiato il pacifico Albano.

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Dopo le perdite 2023 scoppia la guerra fra il belga direttore d’albergo e la ristoratrice

Come ogni guerra di questo tipo ovviamente a scatenare la battaglia sono ovviamente i soldi. Perché nel 2023 nonostante la grande pubblicità fatta da Albano che spesso è lì a fare il testimonial sia in albergo che al ristorante don Carmelo, la gestione della tenuta è iniziata ad andare in rosso. Nonostante incassi di poco inferiori ai 2 milioni di euro, il bilancio esaminato a maggio 2024 registrava una perdita di 115.491 euro. E la nota che accompagnava i brutti numeri era firmata dal belga Olivier, che certo non le ha mandate a dire alla povera Annamaria.

Le accuse in bilancio: «Gestione disastrosa» del ristorante don Carmelo

INSTAGRAM / La cover del menù al ristorante

Il j’accuse del direttore del resort di Al Bano è piuttosto diretto e violento: «I conti dell’esercizio», scrive Verbeleen, «cui si riferisce la presente nota sono stati in maniera clamorosa condizionati in negativo dall’andamento della gestione del ristorante che definire disastrosa è solo un eufemismo: centri di costo assolutamente ‘sparametrati’ rispetto al volume degli incassi relativi; solo per indicarne qualcuno, costo del personale, costo della merce impiegata nella gestione della struttura – ristorante. Stando così le cose, considerati gli infruttuosi tentativi di determinare una inversione di tendenza, non avevamo altra scelta se non abbandonare la gestione del ristorante che la proprietà ha concesso in gestione ad una società costituita da chi fino a quel momento era stata responsabile della gestione medesima».

La divisione dei contendenti, i frigo “non professionali” e 250 piatti firmati da Al Bano

Così cercando di mettere fine alla guerra intestina il padrone di casa Albano Carrisi ha separato i belligeranti nelle sue tenute. Al contratto con il belga Olivier è stato tolto il ristorante che è stato affidato in cambio di un canone di affitto da 7 mila euro al mese a una nuova società costruita per l’occasione dall’altra belligerante, Annamaria: la Vepa srl. Nel passaggio da una società all’altra anche l’elenco delle attrezzatture del locale, che in effetti sembrano un pizzico datate. Come l’armadio “frigo positivo con due ante, privo di rilevatore di temperatura”, e allo stesso modo altri “tre frigoriferi positivi non professionali quindi privi di rilevatori di temperatura”. In compenso oltre a 400 bicchieri e 300 posate miste ci sono anche “250 piatti Al Bano”, rigorosamente firmati dal cantante per i suoi fan.

Altri terreni agricoli comprati dal cantante durante il Festival di Sanremo

Al Bano non è solo il padrone di casa, ma anche il fornitore esclusivo per il ristorante di vino che porta il suol nome e di prodotti a km zero da lui coltivati nelle grandi distese di terre acquistate negli anni. I primi appartengono all’azienda vinicola griffata dal cantante, i secondi dall’azienda agricola sempre con il suo nome. Questa continua a ingrandirsi, comprando di tanto in tanto nuovi appezzamenti di terreno dai vicini. È accaduto anche durante l’ultimo Festival di Sanremo: Prima firmato l’acquisto di due terreni a Cellino San Marco per un ettaro e 3 are complessive. Poi altri tre terreni nello stesso comune in Contrada Bosco Aurito per un totale di 47 are. E la produzione così aumenterà.



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