Chi non può più vivere nella propria casa perché assegnata al coniuge deve comunque pagare le restanti rate del mutuo?
La separazione prima e il divorzio poi mettono fine al matrimonio, imponendo alle parti – oppure al giudice, in caso di disaccordo – di assumere importanti decisioni in merito all’affido dei figli e alla gestione dei rapporti patrimoniali. In questo contesto si pone il seguente quesito: che succede al mutuo cointestato in caso di separazione o divorzio?
In buona sostanza, si tratta di capire se le vicende personali dei coniugi hanno ripercussioni anche sul rapporto contrattuale con l’istituto di credito che ha concesso il finanziamento necessario per l’acquisto della casa. Cosa succede al mutuo dopo la separazione? Approfondiamo l’argomento.
Comunione legale: cosa succede dopo la separazione?
La comunione legale dei beni è il regime patrimoniale previsto dalla legge in assenza di una diversa volontà dei coniugi.
Secondo il codice civile (art. 191), la comunione legale si scioglie, tra le altre ipotesi, a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio.
Nel caso di separazione personale, la comunione tra coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato.
Dunque, anche se il giudizio di separazione prosegue per la determinazione di ulteriori aspetti (mantenimento, addebito, affido dei figli, ecc.), la comunione si scioglie subito dopo la prima udienza di comparizione dei coniugi innanzi al giudice, senza attendere quindi la sentenza definitiva.
Con lo scioglimento, tutti gli acquisti effettuati successivamente dai coniugi non cadono più in comunione ma entrano a far parte del patrimonio personale di ciascuno.
Mutuo cointestato: cosa succede dopo la separazione?
I rapporti familiari non incidono in alcun modo sul contratto di mutuo per cui, se è cointestato, entrambi i coniugi – ancorché separati – continuano a essere vincolati al pagamento, secondo le modalità originariamente pattuite.
Trattandosi di responsabilità solidale, la banca può pretendere il pagamento integrale del mutuo da ciascun coniuge cointestatario, il quale potrà poi rivalersi sull’altro per la sua quota.
Dunque, anche a seguito della separazione o del divorzio, entrambi i coniugi restano obbligati all’adempimento degli obblighi sorti dal contratto di mutuo.
Mutuo cointestato: chi paga se la casa è assegnata a un solo coniuge?
Ai fini dell’obbligazione solidale nei confronti della banca non rileva neppure l’assegnazione della casa familiare.
Com’è noto, a seguito della separazione occorre stabilire chi continuerà a vivere nell’abitazione familiare, cioè nella casa in cui i coniugi avevano stabilito la comune residenza; nell’ipotesi di mancato accordo, il giudice assegna l’immobile al genitore collocatario con cui i figli minorenni continueranno a convivere, secondo le regole dell’affido condiviso.
Questa circostanza, cioè l’assegnazione della casa familiare, non influisce sull’obbligo di pagare il mutuo cointestato: a rimanere obbligato è anche il coniuge che ha perso l’abitazione assegnata all’altro.
Il coniuge obbligato al mantenimento deve anche pagare il mutuo?
Il coniuge obbligato a versare il mantenimento all’altro non è per questo esonerato a pagare anche la propria parte di mutuo: come ricordato, le vicende successive alla separazione e al divorzio non influiscono sui rapporti con la banca.
In effetti, il giudice potrebbe onerare una parte del pagamento delle rate residue di mutuo quale forma di mantenimento dell’altro coniuge oppure dei figli (Cass., 3 settembre 2013, n. 20139).
Come ricordato più volte, queste circostanze non impediscono alla banca di poter chiedere il pagamento all’uno o all’altro coniuge, se il mutuo è cointestato.
Il giudice della separazione, infatti, non può di certo obbligare l’istituto di credito ad accettare il pagamento di un solo coniuge, esonerando l’altro.
Anche eventuali patti intercorsi tra i coniugi restano non opponibili alla banca.
Se il marito si è assunto in sede di separazione l’obbligo di estinguere il mutuo, in caso di inadempimento l’istituto di credito può pretendere il pagamento dalla moglie.
Separazione: un coniuge può accollarsi il mutuo?
L’unico modo per estromettere totalmente uno dei coniugi è che l’altro si accolli il mutuo per intero; in questo modo un coniuge acquista la quota di proprietà della casa dell’altro, diventandone proprietario esclusivo, e diventando unico titolare del mutuo.
Tale operazione può essere effettuata solo su accordo con l’istituto di credito, il quale potrebbe anche negare il proprio consenso; in tale ultimo caso rimane in essere l’obbligazione solidale di entrambi i coniugi che restano dunque cointestatari del mutuo.
Qualora invece la banca accettasse di liberare il coniuge accollato, il mutuo sarà rinegoziato e riscritto con l’intera obbligazione in capo al coniuge accollante.
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