La proposta di Ursula von der Leyen sulle spese per la difesa Ue e il dibattito su come trovare le risorse. Estratto dal Mattinale Europeo
Mentre Emmanuel Macron si preparava a riunire i leader di otto paesi per discutere della sicurezza dell’Europa e dell’Ucraina dopo l’avvio del divorzio transatlantico deciso da Donald Trump, i ministri delle Finanze della zona euro hanno iniziato a discutere di come finanziare i cannoni senza rinunciare al burro. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato che sospenderà le regole del nuovo Patto di stabilità e crescita per consentire agli stati membri maggiori investimenti nella difesa. Ma l’equazione di come finanziare la difesa è difficile da risolvere nel momento in cui due grandi paesi – Italia e Francia – sono troppo indebitati per lanciarsi in un vasto programma di spesa militare, mentre altri stati membri – tra cui la Germania – continuano a far prevalere l’ortodossia di bilancio interna sull’emergenza legata alla sicurezza. I mercati finanziari fanno più paura della Russia di Vladimir Putin. Se l’Ue vuole affrontare la sfida seriamente, avrà bisogno di creatività.
“O BURRO O CANNONI”
“O burro o cannoni” è un’espressione che sintetizza il dilemma che hanno di fronte i governi nel momento in cui sono costretti a spendere nella difesa. La sua origine risale alla politica degli Stati Uniti mentre entrava nella prima guerra mondiale. Fu ripresa dalla Germania nazista, quando il regime di Adolf Hitler condusse una politica di riarmo massiccia (i cannoni), decidendo al contempo di ridurre le importazioni dall’estero (il burro) per contenere l’inflazione. “I cannoni ci renderanno potenti; il burro ci farà solo ingrassare” disse Hermann Göring nel 1936. Nelle ultime settimane il segretario generale della Nato, Mark Rutte, e l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, hanno entrambi chiesto di sacrificare una parte del welfare state per finanziare il riarmo europeo. Ma i loro appelli sono stati criticati da diversi Stati membri.
TRA LE PRESSIONI DI TRUMP E L’EMERGENZA UCRAINA
Il contesto economico e politico – la stagnazione e l’estrema destra in crescita – rendono impossibile vendere agli elettori la narrazione del sacrificio promossa da Rutte e Kallas. Eppure, tra le pressioni di Trump per spendere il 5 per cento del pil nella difesa e l’emergenza dell’Ucraina, finanziare i cannoni è una questione ineludibile. “Se noi europei non spendiamo molto per la difesa ora, saremo costretti a spendere 10 volte di più”, ha detto il premier polacco Donald Tusk, prima di arrivare al vertice di Parigi sull’Ucraina.
CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA PER FAVORIRE SPESA DIFESA IN UE
A inizio febbraio, von der Leyen aveva promesso di usare tutta la flessibilità prevista dal Patto di Stabilità per favorire la spesa nella difesa. In teoria, le nuove regole consentono di prolungare il periodo di aggiustamento di bilancio da 4 a 7 anni ai paesi che investono nelle priorità europee. Ma solo cinque hanno usato questa possibilità, e non tutti per la difesa: Francia, Italia, Romania, Spagna e Finlandia. La spesa per la difesa, inoltre, è considerata un “fattore rilevante” quando la Commissione decide di aprire una procedura per deficit eccessivo o di sanzionare uno Stato membro che devia dagli obiettivi di bilancio. Ma questi elementi di flessibilità non sarebbero sufficienti a coprire il fabbisogno. Di qui la scelta di von der Leyen di compiere un passo ulteriore, annunciando la sospensione delle regole per gli investimenti nella difesa.
Sul palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, von der Leyen ha evocato il precedente della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 che aveva spinto all’attivazione della clausola generale di salvaguardia per sospendere il Patto di stabilità. “Credo che ora siamo in un altro periodo di crisi che giustifica un approccio simile. Ecco perché posso annunciare che proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa”, ha detto von der Leyen. “Questo consentirà agli Stati membri di aumentare sostanzialmente la loro spesa per la difesa. Naturalmente, lo faremo in modo controllato e condizionale. E proporremo anche un pacchetto più ampio di strumenti su misura per affrontare la situazione specifica di ciascuno dei nostri Stati membri, dal loro attuale livello di spesa per la difesa alla loro situazione fiscale”.
IN ATTESA DEL LIBRO BIANCO SULLA DIFESA DELLA COMMISSIONE UE
I dettagli saranno svelati il 19 marzo, quando la Commissione presenterà il Libro Bianco sulla difesa. Ma diversi indizi suggeriscono che von der Leyen non attiverà la clausola di salvaguardia generale per tutta l’Ue. Per usare questa deroga serve una recessione economica importante. Inoltre, la Germania è contraria. Von der Leyen dovrebbe optare per un’eccezione più limitata: la clausola di salvaguardia specifica per paese, che può essere richiesta dai governi in circostanze eccezionali, in caso di eventi al di fuori del controllo dello Stato membro con un impatto significativo sulle finanze pubbliche. Tuttavia c’è una condizione che potrebbe limitare la sua portata, in particolare per Francia e Italia: la clausola di salvaguardia nazionale non deve mettere a repentaglio la sostenibilità di bilancio nel medio termine.
L’eccezione promessa da von der Leyen con la clausola di salvaguardia nazionale sembra essere costruita su misura della Germania per offrire al governo che emergerà dalle elezioni del 23 febbraio una copertura europea per riformare la regola costituzionale del freno al debito. Sul palco di Monaco, il giorno dopo von der Leyen, il cancelliere Olaf Scholz ha usato gli stessi argomenti della presidente della Commissione per promuovere la riforma costituzionale. “Il freno al debito che è iscritto nella costituzione tedesca include eccezioni per situazioni di emergenza. Una guerra nel mezzo dell’Europa è un’emergenza”, ha detto Scholz. Anche il leader dell’Unione CDU-CSU e favorito per succedergli alla cancelliera, Friedrich Merz, ha aperto alla possibilità di riformare il freno al debito.
LE INCERTEZZE ALL’INTERNO DELL’EUROGRUPPO, IN PRIMIS TEDESCHE
Il ministro tedesco delle Finanze, Jörg Kukies, ha indicato ulteriori paletti che potrebbero limitare l’efficacia della proposta di von der Leyen. La clausola dovrebbe valere solo per i paesi che spendono più del 2 per cento del Pil nella difesa, superando gli obiettivi della Nato. Le regole vanno modificate “in modo molto mirato per permettere di raggiungere nuovi obiettivi di spesa a livello nazionale”, ha detto il ministro tedesco. Kukies ha voluto anche ricordare che “c’è un legame tra la risposta dei mercati, le regole, i bisogni finanziari e lo spread” sul debito. Allentando le regole c’è il pericolo di provocare una nuova crisi del debito sovrano. Dentro l’Eurogruppo, date le incertezze economiche attuali, c’è grande prudenza di fronte ai mercati. “Le regole sono una fonte di stabilità e sono in particolare una fonte di stabilità di noi che condividiamo una moneta”, ha ricordato il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.
RIGUARDO UN NUOVO STRUMENTO DI DEBITO COMUNE…
Diversi Stati membri, compresi alcuni “frugali”, stanno facendo pressione sulla Commissione per proporre un nuovo strumento di debito comune sul modello di NextGenerationEU per finanziare il riarmo europeo. Ursula von der Leyen è contraria. Sospendere il Patto di stabilità e crescita è un modo per evitare di affrontare la questione del debito comune. Al massimo la presidente della Commissione è disponibile a usare il bilancio dell’Ue per l’industria militare e immaginare “finanziamenti europei” per “progetti europei” che sono ancora da determinare. Un altro ostacolo è rappresentato dalla posizione di Germania e Paesi Bassi. “Non si tratta di discutere di Eurobond o debito comune europeo”, ha detto Kukies. “Non penso che un prestito comune, più debito, sia la strada giusta per l’Europa”, gli ha fatto eco il suo omologo olandese, Eelco Heinen.
TORNA IN AUGE LA PROPOSTA DEL MES PER LA DIFESA?
Una soluzione all’equazione finanziaria del riarmo si può trovare a Lussemburgo. Lì ha sede il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il fondo salva-stati creato durante la crisi del debito sovrano per aiutare Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo e Cipro. “Il Mes è stato previsto per i paesi della zona euro, ma dobbiamo essere in grado di pensare in modo creativo”, ha detto il ministro dell’Economia spagnolo, Carlos Cuerpo. Gli europei potrebbero “usare l’ammontare di denaro che ha a disposizione il Mes” per aiutare gli stati membri a investire nella difesa, ha spiegato Cuerpo. Il Mes ha una capacità di prestito inutilizzata di oltre 400 miliardi. Durante la pandemia, in poche settimane venne creata una linea di credito del Mes per aiutare i sistemi sanitari nazionali, anche se poi nessuno Stato membro decise di usarla. Nel caso della difesa “si tratta di avere la volontà politica di usare tutti gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione”, ha detto Cuerpo.
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