Frosinone. Il Comune vende gli immobili

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Il Comune di Frosinone si prepara a discutere un tema di grande rilevanza per la gestione del proprio patrimonio immobiliare: il Piano di Alienazioni e Valorizzazioni per il triennio 2025-2027. La proposta di deliberazione, che sarà sottoposta al Consiglio Comunale nella prima seduta utile dopo il recente passaggio in commissione lavori pubblici, mira a ridefinire le strategie dell’amministrazione riguardo ai beni non più strategici per le funzioni istituzionali, aprendo la strada a possibili vendite o valorizzazioni. Un passaggio cruciale che potrebbe portare risorse fresche nelle casse comunali da reinvestire sulla città.
Nel lungo elenco figurano 9 immobili di classamento A/3 di dimensioni diverse, ubicati in alcune palazzine di via Po. Si tratta di unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche di economia sia per i materiali impiegati sia per la rifinitura, e con impianti tecnologici limitati ai soli indispensabili.

Ci sono poi 16 appartamenti a viale Madrid di classamento A/2 (unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello rispondente alle locali richieste di mercato per fabbricati di tipo residenziale) per la cui alienazione, però, il Comune di Frosinone deve ottenere l’autorizzazione della Regione Lazio. Anche l’ex asilo nido di via Sellari non è più ritenuto strategico dal Comune di Frosinone, ma per questo immobile, rispetto a tutti gli altri presenti in elenco, è già in corso una trattativa di compravendita. La struttura è stata valutata dall’Agenzia dell’Entrate, nel recente passato, dietro richiesta da parte del Comune di Frosinone, 963.000 euro in base alle quotazioni immobiliari.

Ha una consistenza di 7.600 metri cubi e sviluppa una superficie utilizzabile di 2.097 metri quadrati, dislocata su due piani con un semi interrato. Anche la vecchia sede comunale di rappresentanza di viale Mazzini, il famoso sottostrada di corso della Repubblica, che per una ventina d’anni ha ospitato l’aula consiliare, gli uffici del sindaco e della segreteria generale oltre ad alcuni settori, è stata posta in vendita. Ha una consistenza di 4.500 metri cubi su tre livelli. A questi si aggiunge anche il locale bar di corso della Repubblica (75 metri quadrati), che oggi ospita una nota attività commerciale, che l’ente ha deciso di mettere sul mercato. Chiude l’elenco la palazzina di via Mascagni (1.800 metri quadrati su tre piani) già sede della delegazione Scalo. Dalla previsione originaria è stato stralciato un terreno (80 mq) in via Fosse Ardeatine dove c’era il lavatoio comunale. «La scelta è motivata dal fatto che esiste una mia vecchia proposta di valorizzazione per tutelare un patrimonio storico della città e perché esistono anche dei fondi dedicati per la riqualificazione degli antichi lavatoi per metterli a disposizione dei quartieri» ha detto il presidente della commissione Sergio Crescenzi.

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In caso di vendita quanto pensa di ricavare il Comune di Frosinone? Al momento non è possibile una quantificazione, poiché, secondo quanto si legge nella proposta di deliberazione che passerà all’esame dei consiglieri comunali a breve, «nella predisposizione del piano allegato non è stata prevista la stima unitaria dei beni, che sarà quantificata in base al valore di mercato al momento dell’alienazione, tenendo conto delle gare già effettuate, in particolare di quelle andate deserte per le quali saranno applicate le decurtazioni previste dall’articolo 21 del regolamento per l’alienazione dei beni immobili».
La lista non comprende il complesso immobiliare ex Mtc. Un dettaglio di non poco conto, considerato che nel passato, anche recente, il Comune più volte ha tentato infruttuosamente di vendere l’immobile nel quale si trovano l’ufficio tecnico, il settore urbanistica e quello dei servizi sociali. Un dettaglio non di poco conto l’ assenza dell’ex Mtc dall’elenco degli immobili da alienare, se si pensa che la “Lista Marzi”, e specialmente il consigliere Domenico Marzi, ha posto come “conditio sine qua non” al sindaco Riccardo Mastrangeli per ottenere l’appoggio in Consiglio anche la vendita dell’ex Mtc. Un risvolto politico, quindi, da non trascurare. Il sindaco Mastrangeli andrà avanti per la propria strada senza contemperare il complesso di via Fabi oppure il consigliere Marzi riuscirà ad imporre la propria volontà a tutta la maggioranza facendo inserire anche l’ex Mtc nell’elenco degli immobile da dismettere?



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