Giubileo e inclusione: nasce lo Spazio Accoglienza per i più fragili

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C’è chi scopre il mondo attraverso gli occhi degli altri e chi lo esplora con le mani, sfiorandone i contorni e ricostruendone la forma nella mente. «L’ispezione tattile è una cosa lenta, si fa per capire la simmetria delle cose. Il cervello elabora le immagini prima degli occhi», spiega un signore dai capelli bianchi e gli occhiali scuri, mentre le sue dita scorrono su una copia tattile de La Crocifissione bianca di Marc Chaghall. Ci troviamo nella Basilica di S. Giovanni Battista dei Fiorentini, a Roma, dove i colori del dipinto si trasformano in rilievi percepibili al tatto, permettendo alle persone cieche ed ipovedenti di esplorarne ogni dettaglio. A pochi passi, nella Sala S. Filippo Nei, è stato inaugurato lo Spazio Accoglienza, un luogo nato per offrire un momento di ristoro e socializzazione alle persone con disabilità e a tutti coloro che li accompagnano.

Uno luogo in cui, in concomitanza degli appuntamenti giubilari, i pellegrini più fragili possono riposare in un ambiante adatto e protetto. A disposizione un guardaroba dove potersi cambiare, una stanza con poltrone reclinabili per riposare, l’angolo ristoro e la sala ludica con giochi da tavolo, materiale per disegnare, tv, radio e musica.

«Questo progetto nasce dal desiderio del Circolo San Pietro di promuovere un’attività nuova in occasione dell’Anno Santo. Durante un incontro con il Pontefice si parlava dei cantieri di Roma e di come la città si preparasse all’evento del Giubileo. Il Papa fece una battuta sorridendo e disse “Qui ci vorrebbe davvero anche un cantiere di misericordia“. Il presidente del Circolo raccolse al volo questo invito e così decise di aprire un centro di accoglienza», spiega Maria Luisa Campa, coordinatrice delle attività.

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Il Circolo San Pietro, associazione che da oltre 150 anni si prende cura dei più bisognosi, sarà presente nello Spazio Accoglienza con circa settanta volontari: «Il progetto si è aperto nell’anno del Giubileo della Speranza e noi volontari già vediamo i risultati della concretizzazione di questa misericordia. Ma l’iniziativa mira ad essere un punto di riferimento permanente per il territorio, anche per il futuro». Un’iniziativa che mette al centro le esigenze dei cittadini, lontano dalla cultura dello scarto, per dare vita ad una realtà che diventi casa.

Presente anche la Ministra per l’inclusione e le disabilità Alessandra Locatelli, che sottolinea come tutti «noi ci dobbiamo sentire responsabili nel rimuovere quelle barriere che qualche volta sono fisiche, altre sono sensoriali, qualche volta hanno a che fare con la tecnologia, con la scuola, con il lavoro o che sono semplicemente negli occhi di chi guarda».

Proprio ad ottobre 2024 in Umbria si è svolto il primo G7 inclusione e disabilità, un momento prezioso per confrontarsi: «La cosa fondamentale che è emersa è l’importanza di essere uniti sia tra le nazioni, sia all’interno dello stesso Paese e tra le associazioni, affinché possiamo portare avanti uno sguardo nuovo. Per guardare le potenzialità e non i limiti nelle persone, per garantire a tutti il diritto di piena partecipazione alla vita civile, sociale, politica. Dobbiamo unire le forze, perché siamo tantissimi ad occuparsi di questi temi, ma a volte non riusciamo ad attenzionarli abbastanza».

Un altro tema centrale è quello dei caregiver: in Italia, infatti, non c’è ancora una normativa nazionale che disciplini questa figura. Per riempire il vuoto normativo si sta lavorando ad una legge: «Il tavolo di lavoro è andato avanti per tutto un anno, hanno definito una proposta che era in fase di analisi e che ho annunciato nel Consiglio dei Ministri prima di Natale. Ora c’è una restituzione del testo perché si tratta di un tavolo interministeriale con il Ministero del Lavoro. A breve mi auguro che si trovi il punto di caduta, soprattutto il ragionamento da fare è partendo dal caregiver familiare convivente e prevalente, in che modo differenziare i sostegni per garantire a tutti un adeguato riconoscimento. Mi auguro nel giro di qualche mese di poter portare la proposta al Consiglio dei Ministri per poi iniziare l’iter parlamentare» conclude la Ministra.





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