‘Modena, Mezzetti aumenta le tasse e garantisce servizi sempre meno efficienti’ – Politica

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Maria Grazia Modena: ‘E’ una assenza di idee da parte del sindaco oppure una sopraffazione del Pd, che, non va dimenticato, detiene la maggioranza assoluta?’


'Modena, Mezzetti aumenta le tasse e garantisce servizi sempre meno efficienti'


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Davanti alla stangata da 8 milioni di nuove tasse annunciata dalla giunta Pd del sindaco Mezzetti, l’opposizione modenese è intervenuta – con accenti diversi – in modo critico. Ma al di là delle prese di posizione legate al gioco delle parti della politica, qual è il giudizio che dà della Manovra l’unico consigliere civico di opposizione (dopo l’appoggio in campagna elettorale, Maria Grazia Modena si è staccata completamente dal movimento di Samorì rivendicando la propria indipendenza) che siede oggi nei banchi del Consiglio comunale? Alla professoressa Maria Grazia Modena abbiamo quindi chiesto di tracciare una analisi articolata sul Bilancio di previsione.
Imu, Irpef, tassa di soggiorno. E’ un bilancio segnato dall’aumento delle tasse. Da civica quanto a suo avviso hanno inciso i tagli del governo e quanto invece la poco oculata gestione locale?

‘Il Bilancio è lo strumento principe di qualsiasi amministratore per gettare le basi della sua visione politica e mi aspettavo che il sindaco Mezzetti, che si è presentato come l’uomo del cambiamento, lo facesse suo, lo rivoltasse come un calzino per incominciare a disegnare la Modena del futuro. A fronte di un chiaro obiettivo di sviluppo della città avrebbe trovato piena giustificazione anche il ricorso all’aumento delle tasse. Oggi, con un mero esercizio finanziario ci propone un bilancio in perfetta continuità con quelli dei suoi predecessori, chiede soldi ai modenesi affermando che servono per garantire servizi sempre meno efficienti. Un deludente allineamento con un passato che ha portato Modena allo sfascio, dove si allargano le zone impraticabili in mano allo spaccio della droga e alla delinquenza, dove imperversano le bande giovanili, dove la sanità pubblica è diventata inaccessibile, la povertà e il disagio sociale sono in continuo aumento, che fatico a pensare quali servizi possa garantirci. Mi chiedo, è una assenza di idee da parte del sindaco oppure una sopraffazione del Pd, che, non va dimenticato, detiene da solo la maggioranza assoluta (17 su 32) di consiglieri comunali?’.
Sulla Irpef la Giunta Mezzetti ha posto una soglia di esenzione bassissima a 15 mila euro, punendo i redditi da 15 a 28 mila. Una scelta opposta a quella della Regione sempre PD. Come la spiega?
‘Io la leggo come scollamento tra Giunta Mezzetti e Pd, di cui Modena è ostaggio. Però, la strada dell’aumento delle tasse ad ogni piè sospinto che colpiscano o meno le fasce deboli è ormai diventato il mantra di una sinistra classista ed elitaria che si autodefinisce impropriamente di sinistra, ma ha perso di vista il suo popolo’.
Quali tagli potevano essere messi in campo per evitare questi aumenti?
‘I finanziamenti distribuiti a pioggia, ad esempio alla pletora delle tantissime e inutili autoreferenziali associazioni culturali; la riduzione delle spese in corso a cominciare dagli enti costosi per niente produttivi, come Amo, l’anacronistico Istituto Storico di Modena (il cui patrimonio librario potrebbe benissimo confluire nella biblioteca Delfini), le partecipate vuote di contenuti e funzioni che hanno il solo scopo di essere utili in funzione elettorale; la revisione critica dei contratti con Hera, Seta, Modena Parcheggi, CIR, ecc. sono tutte sacche dove gli spazi per risparmiare sono ampi, ma come detto prima bisognava entrare nel Bilancio, non riproporre papale papale quello degli anni precedenti. Inoltre, non guasterebbe impegnarsi in una maggior attenzione al merito e alle competenze professionali, che non alla appartenenza politica, di cui Ago è un pessimo esempio. Tutte scelte necessarie, assieme a tante altre possibili che avrebbero incominciato a smuovere un Bilancio che ha sostenuto e sostiene una visione politica statica, incapace di imprimere una svolta ad una città che appare sempre più intorpidita e chiusa su se stessa. Un’occasione persa per un cambio di passo verso il rinnovamento’.
L’obiettivo dichiarato da Mezzetti, cosi come dal presidente De Pascale che ha aumentato le tasse per 400 milioni, è il mantenimento dei servizi. Sulla sanità in particolare lei crede che sia una promessa fondata?
‘Il ricorso alle tasse accomuna De Pascale e Mezzetti. Ma per convincere i cittadini bisognerebbe prima dimostrare doti di buona amministrazione rivoltando il bilancio e ricorrendo a nuove tassazioni solo di fronte a criticità evidenti. Ma nessuno dei due l’ha fatto. La dichiarazione che si tassa per il mantenimento dei servizi è strumentale, un alibi politico. De Pascale doppiamente più accorto di Mezzetti salvaguarda in modo più ampio le fasce deboli e accampa una scusa, il mantenimento del servizio sanitario, che è un tasto molto popolare. Ma magari i problemi della Sanità si risolvessero con quattro soldi (400 milioni). In 10 anni di governo della sinistra la sanità è stata distrutta contraendo i posti letto negli ospedali, diminuendo il personale, chiudendo reparti e ospedali, svalutando la professionalità del medico con l’imposizione dei protocolli, decurtando i fondi della sanità di ben 35 miliardi, gettandola nelle braccia dei privati, ed ora la Regione Emilia Romagna si erge a paladina del servizio sanitario universale che vuole assicurare con quattrocento milioni, senza una approfondita analisi sui mali della sanità? Finiranno senza incidere un bel niente nel solito gorgo degli sprechi. De Pascale e Mezzetti si sono riempiti la bocca, in campagna elettorale, che il punto debole è il territorio (vero), ma non hanno ancora espresso nessun programma su come affrontarlo, mentre ne abbiamo già gli strumenti, e non hanno idea di che impatto avrebbe sulle liste d’attesa. D’altra parte nessuno di loro è un operatore sanitario, e, pur affidandosi a “esperti” assessori, mancano della sensibilità di chi ha vissuto l’involuzione del SSN per una vita. Senz’altro occorre una nuova riforma a livello nazionale che riveda l’organizzazione sanitaria, la modernizzi e l’adegui a quella dei Paesi più avanzati, che si caratterizzano per l’alta qualità del servizio sanitario. Ma si può cominciare dal basso e noi parliamo della nostra città. Poi bisogna trovare le competenze giuste in grado di guidare il cambiamento. La nomina politica dei Dirigenti Sanitari è un elemento fortemente inquinante’.
FdI ha presentato 9 emendamenti in modo autonomo. Non nota una mancanza di sinergia tra le forze di opposizione? Come valuta l’azione politica del gruppo FdI, il più numeroso in Consiglio comunale, gruppo che rappresenta 6 dei 10 consiglieri di minoranza?
‘Non sta a me dare un giudizio su come si muovono politicamente gli altri partiti di opposizione. Quello che posso rilevare è che andare in ordine sparso è una debolezza che pesa su tutti. E’ evidente che spetterebbe a FdI, che è il partito con il maggior numero di consiglieri di minoranza, provare a coordinare azioni congiunte dell’opposizione, lo spazio c’è ed è ampio e i frutti della collaborazione non mancherebbero. Credo, però, che FdI lo potrà fare solo quando riuscirà a trovare un suo equilibrio tra la difficile doppia posizione di essere forte in ambito nazionale, quale maggior partito di governo, e debole in ambito locale, trovandosi all’opposizione. FdI ha un’organizzazione alle spalle in grado di supportarlo in occasioni come questa e nove emendamenti rappresentano sicuramente un impegno serio e lodevole, sapendo benissimo che per tradizione la maggioranza di sinistra modenese difficilmente ne accoglierà qualcuno, se non concordato e tra quelli presentati dai suoi consiglieri. Ma il clima dell’attuale Consiglio Comunale è quello di una maggioranza e di una opposizione a blocchi, per lo più in contrasto di default, senza possibilità di veri scambi di idee. Il vantaggio di esse Civica, che significa per entrambi gli schieramenti, sola/isolata, mi lascia la libertà di dire la mia e lo faccio spesso, appoggiando gli uno o gli altri, a seconda dei temi in discussione, ma soprattutto mantenendomi coerente con i temi del mio programma che vertono sul welfare, sui rifiuti, sulla sanità. Anch’io ho depositato un emendamento di cui sono molto fiera nel quale chiedo di azzerare 490.000 euro previsti in spesa e stanziati per l’intervento di adeguamento degli impianti di alcune aree nomadi e di inserire, in sostituzione, un nuovo investimento per la somma di 490.000 euro sull’annualità 2025 per la manutenzione straordinaria delle Cra. I problemi degli anziani e dei loro famigliari sono tanti e trascurati da tempo, c’è bisogno di maggior attenzione da parte delle autorità e di soluzioni ai tantissimi problemi accumulati negli anni’.
Giuseppe Leonelli

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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>

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