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Un’occasione per riflettere sugli sviluppi e sulle sfide dell’Autonomia. E’ stata soprattutto questo la cerimonia per celebrare gli anniversari dell’Autonomia (79°) e dello Statuto speciale (77°), tenutasi nel pomeriggio di oggi, domenica 23 febbraio, nel salone “Maria Ida Viglino” di palazzo Regionale. Sul “valore corrente” degli strumenti di autogoverno della regione si è soffermato, in particolare, il presidente della Regione, Renzo Testolin.
“Al di là dei confini ufficiali, – ha detto – la Valle d’Aosta fa parte di una rete fitta di relazioni non solo economiche e istituzionali, ma anche sociali, culturali e amicali, che si sviluppano all’interno di una comunità transfrontaliera che comprende una parte dell’Italia, della Francia e della Svizzera”. In ossequio a questi legami, alla cerimonia erano presenti – quali ospiti d’onore – Muriel Favre-Torelloz, presidente del Gran Consiglio del Canton Vallese, e Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen.
Testolin: Autonomia, patrimonio dalle radici lontane
Testolin ha quindi messo l’accento su identità, bilinguismo, autonomia e crescita socio-economica, quali “elementi inscindibili del ‘sistema Valle d’Aosta’. “Vogliamo ricordarlo a coloro che immaginano o sperano di poter cancellare il nostro particolarismo con un disprezzo politico verso il nostro patrimonio, che ha radici lontane e che abbiamo cercato di rafforzare negli ultimi anni”. “Oggi più che mai, – è stata la conclusione del Presidente della Regione – l’Autonomia è quindi un cantiere aperto e vi lavoriamo con impegno e determinazione, sia a livello interno che nazionale e internazionale”.
Bertin: l’Autonomia sia presidio di legalità
Per parte sua, il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha sottolineato che “l’Unione europea si trova oggi ad affrontare l’ascesa dei populismi, le sfide economiche e le rimesse in discussione del suo modello di integrazione”. Effetti che “si ripercuotono anche su di noi, perché siamo tutti interdipendenti”. In questo senso, “l’avvenire della nostra Autonomia dipende, innanzitutto, dalla sua capacità di rinnovamento; dalla sua volontà di farsi presidio di legalità e tutela dei diritti e del pluralismo in tutte le sue forme; dalla sua ambizione di porsi come protagonista responsabile delle sfide globali che riguardano tutti i livelli di politica e amministrazione, dai cambiamenti climatici alle nuove tecnologie”.
Michieletto: serve rinnovata forza collettiva
Alex Michieletto, presidente del Consiglio Permanente degli Enti Locali, ha ribadito che “l’Autonomia non è solo una conquista, ma una responsabilità che tutti noi dobbiamo continuare a custodire e a difendere. E’ un impegno che riguarda ciascuno di noi e che ogni giorno vede 74 Sindaci dare tutti loro stessi per il bene delle loro comunità, per dare ai cittadini le risposte che meritano e per garantire la salvaguardia e la sicurezza dei bellissimi territori che amministrano”.
Un impegno che, tuttavia “non può essere solo dei Sindaci, degli amministratori locali o delle istituzioni”, perché “ogni cittadino deve capire di far parte di una comunità, deve pensare che ogni singolo individuo è la forza di una comunità, che una comunità non si regge da sola e non può reggersi solo sugli altri”. In questo senso, “il pericolo più grosso per la nostra Autonomia credo sia proprio l’indifferentismo politico. Oggi, più che mai, la Valle d’Aosta ha bisogno di una rinnovata forza collettiva”.
Kompatscher: assieme verso l’aggiornamento dell’Autonomia
Agli orizzonti delle specialità nel paese ha guardato il presidente Arno Kompatscher, ricordando che, con i governatori delle altre Regioni a Statuto speciale, “abbiamo iniziato un percorso assieme, portando avanti il lavoro di riforma dei nostri Statuti tanto a livello tecnico quanto a livello politico. Poi, nella seconda metà dell’anno scorso, per volontà del Governo, lo abbiamo dovuto proseguire come Regione Trentino-Alto Adige, assieme alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed agli Affari regionali. Contiamo di avere presto un testo, appena lo avremo provvederemo a condividerlo con voi, per riprendere assieme quel percorso, affinché tutte le Speciali possano raggiungere assieme il traguardo dell’aggiornamento dell’Autonomia”.
Favre-Torelloz: la Valle è ispirazione per il Vallese
Sulla condivisione di “molto più di un confine”, tra la Valle d’Aosta e il Canton Vallese, è intervenuta la presidente Muriel Favre-Torelloz. “Siamo legati da una storia comune, da una cultura che supera le montagne e da una volontà incrollabile di preservare la propria identità”. Agli occhi della rappresentante del cantone elvetico, “l’Autonomia della Valle d’Aosta è un modello di resilienza e determinazione. Incarna la capacità di un popolo di affermare i propri diritti, di preservare la propria lingua e le proprie tradizioni, guardando al tempo stesso con decisione verso il futuro. E’ una fonte di ispirazione per il Vallese”.
Gli Chevaliers de l’Autonomie
Le celebrazioni, nell’ambito della Festa della Valle d’Aosta, sono proseguite con la consegna delle onorificenze regionali. I nuovi Chevaliers de l’Autonomie sono sei. Ecco i motivi delle rispettive distinzioni.
Lino Blanchod, fondatore dell’Orchestre d’Harmonie du Val d’Aoste “ha intrecciato le note della musica con le radici profonde della tradizione valdostana, armonizzando passione, cultura e impegno sociale. Direttore dell’Istituto Musicale e fondatore dell’Orchestre d’Harmonie du Val d’Aoste, ha formato generazioni di musicisti e portato la Valle d’Aosta sulla scena internazionale. Il suo instancabile lavoro ha tramandato ai cuori delle nuove generazioni il valore degli sport popolari, contribuendo così a rafforzare l’identità valdostana. Per aver fatto della musica e delle tradizioni un ponte tra passato e futuro, la Valle d’Aosta gli rende omaggio”.
Monsignor Alberto Maria Careggio, vescovo emerito e presidente onorario dell’Académie Saint-Anselme “è stato al contempo testimone e protagonista della riflessione religiosa valdostana, che ha rappresentato con dignità e modestia fin dai primi anni nel seminario di Aosta e che continua ad approfondire in qualità di presidente onorario dell’Académie Saint-Anselme. Il ricordo delle vacanze di papa Giovanni Paolo II in Valle d’Aosta ci riporta a lui, che fin dal 1989 ha lavorato affinché il pontefice potesse trovare riposo e serenità nel cuore delle montagne valdostane”.
Costantino Charrère, fondatore dell’azienda vitivinicola “Les Crêtes”, “ha ricercato la qualità del vino, elevando il territorio e il gusto a un livello di eccellenza, con la stessa passione dell’artigiano che incide il legno per esaltarne le venature. Proveniente dal mondo dello sport, ha scelto di abbracciare la carriera di viticoltore e vi ha dedicato tutta la sua vita. Oggi, il nome Charrère è sinonimo di qualità: erede della tradizione familiare, Costantino ha saputo coniugare il profondo rispetto per le sue origini agricole con l’innovazione, introducendo tecniche moderne che esaltano il valore del suo vino. Il suo lavoro ha trasformato la viticoltura valdostana, conferendole un prestigio indiscutibile, una visibilità internazionale e un nuovo slancio economico”.
La violinista Giada Costenaro “grazie al suo entusiasmo, alla sua tenacia e alla sua gioia di vivere”, incarna “la determinazione e la perseveranza di quei giovani valdostani che hanno saputo trovare e tracciare il proprio cammino nel mondo. Ha trasformato la sua passione per il violino in realtà, realizzando il suo sogno: si è esibita sui palcoscenici dei più grandi teatri di oltre 73 paesi, portando con sé la Valle d’Aosta nel mondo e rendendo omaggio alla tradizione musicale dell’Irlanda, sua altra grande passione e paese in cui vive oggi”.
Giovanna Rabbia, presidente dell’Associazione valdostana per la riabilitazione equestre e sportiva “ha dedicato tutta la sua vita alla promozione e alla difesa dell’inclusività che l’attività equestre può offrire, in particolare ai bambini con difficoltà fisiche o psicologiche. Negli ultimi trent’anni ha compiuto straordinari sforzi per il Centro di riabilitazione equestre di Nus, da lei fondato per accogliere, curare e sostenere i più fragili. Si è inoltre impegnata nello sport paralimpico e olimpico, guadagnandosi il prestigioso riconoscimento della Stella d’Argento Coni al merito sportivo”.
Anna Torretta, guida alpina e architetto, “ha trasformato la sua passione per il design in amore per l’architettura naturale delle montagne, trovando nelle loro linee il senso e la dimensione della sua vita. Guida alpina, esploratrice, grande sportiva e scrittrice, ha raccontato la montagna con sensibilità e tenacia, coinvolgendo i valdostani nelle sue imprese. Il suo lavoro ha contribuito a valorizzare il territorio e ha incoraggiato le nuove generazioni a rispettarlo e non temerlo. Grazie ad Anna, il nome della Valle d’Aosta risuona in tutto il mondo”.
Consegnate anche le onorificenze di Ami de la Vallée d’Aoste, andate a tre persone. Anche in questo caso, segnaliamo le motivazioni delle distinzioni.
Olivier Français, presidente della società svizzera del Tunnel del Gran San Bernardo, in “un percorso tra ingegneria civile e politica”, grazie “al suo instancabile impegno e alle sue competenze, ha lavorato per rafforzare i legami tra la Svizzera e la Valle d’Aosta, trasformando il confine che le separa in un ponte di cooperazione e scambio. Alla guida della società svizzera del Tunnel del Gran San Bernardo, ha garantito la fluidità delle connessioni transalpine, essenziali per lo sviluppo economico e sociale di entrambi i territori. La sua azione, che combina rigore e capacità di dialogo, ha contribuito a promuovere una cooperazione transfrontaliera basata su valori condivisi e su una visione comune del futuro”.
Luca Montagnani, anestesista-rianimatore, oggi direttore dell’unità Anestesia e rianimazione dell’ospedale San martino di Genova, “ha coordinato le attività sanitarie in Valle d’Aosta durante la pandemia di Covid-19, diventando un punto di riferimento insostituibile. Ha messo in campo le sue competenze mediche e scientifiche, dimostrando una grande disponibilità nell’affrontare le emergenze sanitarie. Le sue qualità umane e professionali, unite alle eccellenti capacità organizzative e direttive, gli hanno permesso di gestire in modo efficace le situazioni critiche e, più recentemente, di realizzare servizi d’eccellenza, come l’elisoccorso notturno”.
Fabrice Pannekoucke, presidente della Regione Auvergne-Rhône-Alpes, che non ha potuto essere presente (e ha inviato un messaggio video) “si è distinto per la sua straordinaria sensibilità, la grande disponibilità e l’interesse per le questioni europee, in particolare per le problematiche transfrontaliere franco-italiane. Profondo conoscitore delle problematiche montane, Fabrice Pannekoucke è per la Valle d’Aosta un prezioso alleato istituzionale, ma soprattutto un amico di lunga data”.
La cerimonia odierna ha visto anche dei momenti di valorizzazione delle tradizioni, rappresentati dal coro “Penne Nere”, diretto da Fabrizio Engaz, che ha curato alcuni intermezzi musicali (con l’esecuzione dell’inno “Montagnes Valdôtaines”) e la lettura, da parte di Fabien Lucianaz dell’associazione teatrale “Lo digourdì”, di alcuni passi del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni dello scorso 7 settembre, ad Aosta.
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