Dopo l’Ucraina, Putin punta sulla Moldavia

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Potrebbe essere la Moldavia il prossimo paese a subire un’aggressione militare da parte della Federazione Russa. È il più fragile tra quelli che hanno fatto parte della sfera di influenza sovietica e non possono giovarsi della protezione di Ue e Nato. Il percorso verso l’adesione ad entrambe le istituzioni appare ancora lungo e non privo di ostacoli: l’amministrazione americana non intende consentire l’ingresso nell’alleanza atlantica ad altri stati minacciati dai russi.

La Moldavia senza l’ombrello di Ue e nato rischia a breve l’aggressione russa 

Senza approvazione unanime dei suoi membri, la Moldavia non può entrare nella Nato. Bruxelles è invece intenzionata ad affrettare i tempi per l’adesione di Chisinau ed ha avviato colloqui e negoziati utili allo scopo, raggiungibile in qualche anno.

Tuttavia, il paese rischia l’aggressione russa già nel breve termine e sarebbe impossibilitato a fronteggiarla in autonomia. Possiede un esercito di appena 5mila unità ed un quadro istituzionale ed economico vulnerabile dinanzi alle minacce esterne. Le tattiche di guerra ibrida esercitate da Mosca ai suoi danni (concentrate sull’uso della propaganda, l’infiltrazione di agenti segreti ed il finanziamento a partiti filorussi di opposizione), ne minano la sicurezza nazionale.

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I russi attuano influenza nello stato pure grazie al controllo della striscia di terra della Transnistria, occupata illegalmente da decenni (al suo interno hanno dislocato oltre 1500 soldati e creato la base militare di Covasna, in cui è presente un immenso deposito di munizioni): quest’area fornisce l’opportunità di minacciare direttamente cittadini ed istituzioni moldave, aumentando il timore di subire un attacco.

I vertici politici della regione negli scorsi mesi hanno avanzato richiesta di aiuto al Cremlino, lamentando presunti soprusi subiti dal governo moldavo. Una scusa che potrebbe essere utilizzata dai russi per giustificare una futura aggressione, come avvenuto per l’Ucraina: Mosca affermò di aver attaccato il paese per sostenere la richiesta di aiuto delle autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass.

L’allarme della presidente moldava Sandu: Non siamo al sicuro

La presidente moldava Maia Sandu, a più riprese, ha messo in guardia dalla possibilità che si verifichi l’escalation: «Non siamo al sicuro, conosciamo le mire espansionistiche della Federazione Russa e riteniamo elevato il rischio di subire un’aggressione diretta da parte sua nel prossimo futuro. La guerra in Ucraina ed il suo esito saranno decisivi per determinare le prossime scelte del Cremlino, ragion per cui dovremmo assicurarci che Kyiv abbia tutto il necessario per vincere». Tuttavia, con la piega diplomatica assunta dalla crisi ucraina, è purtroppo possibile che la posizione di Mosca si rafforzi al termine dei negoziati. Quest’eventualità consentirebbe a Vladimir Putin di ipotizzare nuove aggressioni contro gli stati che ritiene storicamente parte del «mondo russo».

La Russia, indebolita da una lunga guerra, potrebbe puntare stati più fragili come la Moldavia

La stretta di un accordo di pace che non abbia come scopo il diritto alla libertà ed all’autodeterminazione del popolo ucraino, rappresenterebbe per lo Zar un lasciapassare per compiere nuovi attacchi. La Russia, indebolita da una guerra lunga più di tre anni che, sul campo di battaglia, non ha prodotto risultati significativi, oltre che dal peso delle sanzioni economiche, potrebbe puntare stati più fragili come la Moldavia.

Per impedire una nuova escalation è imprescindibile un impegno da parte dell’Europa che coniughi assistenza diretta agli alleati, sia pure non facciano parte dell’Unione, ed esercizio di deterrenza. L’auspicato massiccio riarmo dei paesi membri dovrebbe prevedere una spesa nel settore della difesa che si avvicini quantomeno al 3,5% del Pil. Una percentuale che consentirebbe di trovare risorse adeguate pure per garantire la sicurezza di stati minacciati come la Moldavia, per il tempo necessario a completarne il processo di integrazione in Ue. In caso di mancato sostegno, un attacco russo a Chisinau potrebbe provocare la capitolazione del paese ed un ulteriore pericolo rivolto alla sicurezza del Vecchio Continente.

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