Faro della Federal Trade Commission sull’operazione di acquisizione di IPG da parte di Omnicom; John Wren e Philippe Krakowsky cercano di rassicurare i consulenti

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L’esame della Federal Trade Commission (FTC) sull’acquisizione di Interpublic (IPG) da parte di Omnicom si sta concentrando sull’impatto che la fusione potrebbe avere sulla concorrenza tra le agenzie pubblicitarie, secondo quanto riferito da fonti vicine alla questione ad AdAge. Sebbene le indagini pre-acquisizione siano comuni, quelle condotte in questo caso sono state oggetto di particolare attenzione da quando il Presidente Donald Trump è entrato in carica il 20 gennaio. La sua amministrazione ha nominato Andrew Ferguson alla guida della FTC, suggerendo un approccio più flessibile alla regolamentazione di fusioni e acquisizioni. Le discussioni con gli operatori del settore fanno parte dell’esame iniziale della transazione e non costituiscono una richiesta approfondita di informazioni da parte della FTC. In questa fase, non sembra esserci alcuna indagine sulla collusione tra le agenzie e alcuni media.

Un’indagine incentrata sulla concorrenza tra agenzie

Tre persone intervistate dai legali della FTC avrebbero dichiarato che le discussioni si sono concentrate sull’impatto della fusione sul mercato delle agenzie pubblicitarie. In particolare, le autorità di regolamentazione hanno cercato di capire come gli inserzionisti scelgono le loro agenzie, quali vantaggi possono offrire i grandi gruppi di comunicazione e se, dopo la fusione, alcune aree di competenza saranno detenute esclusivamente da un numero ristretto di operatori. In occasione della presentazione dei risultati finanziari di Omnicom il 4 febbraio, il Presidente e Amministratore Delegato John Wren ha dichiarato che il suo team prevede di incontrare dei consulenti nelle prossime settimane per delineare il progetto. Tuttavia, questi incontri potrebbero arrivare troppo tardi per influenzare le discussioni già avviate dalla FTC. “Abbiamo avviato il processo di approvazione antitrust negli Stati Uniti e siamo soddisfatti dei progressi compiuti – ha dichiarato Wren -. Anche la pianificazione delle approvazioni normative in altri 17 Paesi procede senza intoppi”. Secondo le fonti di ADWEEK, Wren e il CEO di IPG Philippe Krakowsky hanno dichiarato in un incontro con gli advisor delle aziende che entrambe le società continueranno a investire nelle loro offerte e a operare separatamente quest’anno, ribadendo che non intendono eliminare i marchi di agenzia esistenti. I talenti delle agenzie saranno colpiti? L’acquisizione promette di generare 750 milioni di dollari di sinergie di costi. Anche se i licenziamenti saranno inevitabili, sia Wren sia Krakowsky hanno ribadito con fermezza che i ruoli rivolti ai clienti non saranno toccati. Wren ha detto che i 750 milioni di dollari di risparmi comporteranno tagli nei ruoli di back-office. Entrambi gli Amministratori Delegati hanno cercato di placare i timori che la dirigenza si distragga e distolga lo sguardo dai clienti e hanno dichiarato di aver creato un team separato per lavorare alla fusione e di aver assunto dei consulenti che li aiutino nel processo.

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La questione della collusione rimane irrisolta

Le discussioni tra la FTC e gli esperti del settore non sembrano aver affrontato la questione della possibile collusione tra agenzie e inserzionisti nell’ambito della brand safety. Alcuni osservatori temono che la fusione conferisca al Gruppo Omnicom-IPG una maggiore influenza nell’imposizione di determinati standard pubblicitari, che potrebbero mettere in difficoltà alcune piattaforme o media. La questione è stata sollevata a dicembre da Jim Jordan, Presidente repubblicano della commissione giudiziaria della Camera dei Rappresentanti. In quell’occasione, ha chiesto che i dirigenti di Omnicom e Interpublic conservassero tutti i documenti e gli scambi interni relativi alla brand safety. L’anno scorso, la stessa commissione ha accusato diverse agenzie e inserzionisti di collusione all’interno della Global Alliance for Responsible Media (GARM). Dopo aver ottenuto scambi interni compromettenti, ha organizzato delle audizioni. Queste rivelazioni hanno poi alimentato le azioni legali intentate da X e Rumble contro gli inserzionisti, le agenzie e la World Federation of Advertisers (WFA), che gestiva la GARM. Sotto pressione, la WFA ha deciso di chiudere definitivamente la GARM. Sebbene la questione non sia ancora stata affrontata nell’indagine della FTC, potrebbe ripresentarsi se emergessero nuovi elementi. Per il momento, la Commissione Giudiziaria della Camera non ha convocato Omnicom e Interpublic né ha avviato alcuna audizione che possa indurre la FTC a estendere la sua indagine a questi aspetti.

Verso una decisione entro la fine dell’anno

L’acquisizione di IPG da parte di Omnicom conferisce alla FTC ampi poteri investigativi, tra cui quello di obbligare la presentazione di documenti interni o comunicazioni con i clienti che possano far luce su eventuali pratiche anticoncorrenziali. Gli azionisti di entrambi i Gruppi saranno chiamati a votare sulla fusione nelle assemblee generali straordinarie previste per il 18 marzo. Oltre a questa convalida, la transazione dovrà essere approvata anche dalle autorità garanti della concorrenza negli Stati Uniti e in diverse altre giurisdizioni. Se tutte le approvazioni normative saranno ottenute nei tempi previsti, Omnicom e IPG sperano di concludere la fusione nella seconda metà del 2025.



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