la lecture di Kim Seunghoy all’OAR – OAR – Ordine degli Architetti di Roma

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«Il concetto di costellazione si riferisce a un insieme di edifici che, pur essendo distinti, sono connessi tra loro in un sistema armonico. Ogni progetto architettonico dovrebbe dunque instaurare un dialogo con il contesto circostante, contribuendo alla creazione di una rete coesa. Questa visione permette di plasmare una città più equilibrata e armoniosa, in cui ogni struttura è parte di un insieme più grande». Kim Seunghoy, fondatore di KYWC (www.kywc.com), con base a Seul, in Corea del Sud, spiega cosi il concetto di «costellazione urbana» su cui è incentrata l’idea di pianificazione urbana portata avanti dallo studio e che si è declinata nella proposta per trasformazione della capitale coreana di qui ai prossimi venti anni. 

L’’incontro con l’architetto coreano, che si è svolto lo scorso 21 febbraio alla Casa dell’Architettura, ha rappresentato il secondo appuntamento del ciclo «Conversazioni sulla pratica del progetto», organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma – a cura di Claudia Ricciardi, consigliera OAR (qui per saperne di più: LINK) -, con un fitto programma di incontri con studi di progettazione di fama internazionale, che racconteranno il loro modo di lavorare e di declinare il proprio approccio nelle opere realizzate negli ultimi anni in tante diverse città nel mondo

La video intervista a Kim Seunghoy

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Nel corso dell’evento, che si è svolto lo scorso 21 febbraio, Kim Seunghoy ha illustrato il prorpio percorso progettuale in una lecture dedicata dal titolo «Constellation_The Order of Fragments», raccontando – in quest’ottava – alcune dei progetti più significativi realizzati dal suo studio su tre diverse tipologie di intervento: scuole, realtà produttive, chiese. Tra le opere   citate: la nuova ala della Ewha Girls’Foreign Language High School (2007); la Paju Book City fase 1 (2003-2010) e fase 2 (2011-2022) e Chunil Print Factory (2003); la Youngdong Church, (2000) e la All Nations Church (2019). Per poi approfondire l’analisi delle proposte presentate per il «2045 Seoul Plan: Thousands of Constellation – Future Plan» (2021). (Qui l’articolo per approfondire: LINK)

A margine dell’incontro alla Casa dell’Architettura Kim Seunghoy ha risposto ad alcune domande  sul suo modo di progettare e sulle prospettive della visione sulle trasformazioni urbane di Seul e non solo. A seguire la sua intervista.

Qual è la sua visione per il futuro di Seoul e, in generale, quali sfide vede nella progettazione delle città di domani?
Lo sviluppo di Seoul è estremamente rapido e, di conseguenza, il paesaggio urbano appare spesso frammentato e privo di un disegno unitario. La mia visione per la città è quella di connettere e mettere in comunicazione questi frammenti, proprio come una costellazione di stelle luminose. Se riusciamo a creare una rete urbana in cui coesistano l’armonia della vita quotidiana e una visione orientata al futuro, potremo migliorare significativamente la qualità della vita degli abitanti.

Il vostro lavoro di KYWC mostra grande attenzione all’integrazione con l’ambiente. Quali strategie per creare spazi armoniosi e sostenibili?
La sfida principale per il futuro di Seoul è, a mio avviso, la disuguaglianza. Questa spaccatura sociale genera divisioni profonde, portando le persone ad assumere posizioni estreme. Senza un terreno comune su cui condividere idee e visioni, diventa difficile costruire spazi urbani che rispondano ai bisogni della collettività. È essenziale quindi superare le disparità economiche e culturali, promuovendo una maggiore equità e coesione sociale.

Il rapporto tra tradizione e modernità è un elemento distintivo del suo modo di progettare. Come coniugare l’identità culturale coreana con le esigenze del design contemporaneo?
Il legame tra tradizione e modernità è fondamentale. La tradizione rappresenta la storia e la memoria, mentre la modernità è legata alla tecnologia e all’innovazione. La chiave sta nel far dialogare questi due elementi, piuttosto che metterli in contrasto. L’integrazione tra il patrimonio storico e le nuove tecnologie consente di creare un futuro in cui il passato non viene cancellato, ma valorizzato come base per la città di domani.

L’evento – che è stato introdotto e coordinato da Claudia Ricciardi, consigliera OAR con delega ai Concorsi e curatrice del ciclo di incontri, e che ha visto le conclusioni di Alessandro Panci, presidente OAR – si è poi sviluppato, seguendo il format impostato per l’intero ciclo con gli studi internazionali – con il dialogo critico tra l’ospite di giornata e un/una giovane professionista, ricercatore/ricercatrice: la conversazione con Kim Seunghoy è stata animata da Domenico Faraco, architetto, partner e responsabile di progetto presso lo studio Peluffo & Partners. (FN)

Qui la video riflessione di Domenico Faraco



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