La proposta di legge della Lega per una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali sta ridisegnando il dibattito economico nazionale. Abbiamo incontrato l’On. Dario Giagoni, deputato sardo della Lega e membro della XI Commissione (Lavoro pubblico e privato), figura di spicco nel panorama politico isolano e nazionale.
Giagoni ha portato nella sua attività parlamentare quella pragmaticità e concretezza tipiche del mondo produttivo, diventando uno dei principali sostenitori di iniziative a favore delle piccole e medie imprese. La sua visione della politica, radicata nel territorio e attenta alle reali esigenze dei cittadini, emerge chiaramente nell’analisi della proposta sulla rottamazione.
On. Giagoni, la rottamazione quinquies è sulla bocca di tutti. Ci spieghi, senza giri di parole, cosa state proponendo.
“I numeri parlano chiaro: 23 milioni di italiani con il fisco alle calcagna. Non stiamo parlando di evasori seriali, ma di persone normali travolte prima dalla pandemia e poi dalla tempesta economica che stiamo attraversando. La nostra ricetta? 120 rate senza interessi né sanzioni. Semplice, trasparente, efficace.
Chi ci critica dovrebbe fare un giro nelle nostre PMI prima di parlare. Noi non regaliamo nulla a nessuno: chiediamo che tutto venga pagato, ma diamo il tempo per farlo. La differenza tra un governo che vive nel palazzo e uno che cammina tra la gente sta tutta qui”.
Questa misura rappresenta un costo iniziale considerevole per lo Stato. Come rispondete a chi vi accusa di fare regali con i soldi pubblici?
“Facciamo due conti insieme: 1.300 miliardi di crediti fiscali, pari al 40% del nostro debito pubblico. Anche recuperandone solo una parte, parliamo di un’iniezione di liquidità straordinaria nelle casse dello Stato. Non è un regalo, è matematica!
La vera domanda è: vogliamo continuare a inseguire chimere o iniziare a incassare? I soldi virtuali non costruiscono scuole né ospedali. Quelli reali sì. E noi preferiamo il realismo alle favole”.
Alcuni temono che questa misura possa incentivare l’evasione futura. Come replica a questa critica?
“Mi faccia essere cristallino: chi evade per scelta non aspetta le nostre rottamazioni, ha già i suoi paradisi fiscali. Noi ci rivolgiamo all’Italia che lavora, che suda, che vuole mettersi in regola ma non ce la fa con un’unica soluzione.
Sa qual è la differenza tra un condono e la nostra proposta? Nel condono dici ‘paga meno’, noi diciamo ‘paga tutto, ma con calma’. Sfido chiunque a chiamarlo favore agli evasori. È piuttosto una mano tesa a chi vuole rialzarsi”.
Lei è sardo, rappresentante di una regione con peculiarità economiche uniche. Che impatto avrà questa misura sulla sua terra?
“In Sardegna abbiamo un detto: ‘Su depidusu est unu male malu’ – il debito è un male cattivo. La nostra cultura isolana mette l’onore prima di tutto.
Per un sardo, un debito non pagato è una questione seria. Come ho detto prima, è nel nostro DNA estinguere i debiti: se ci dimentichiamo il portafoglio al bar, torniamo immediatamente a saldare. La nostra proposta permetterà ai piccoli artigiani della mia isola di onorare i propri impegni con il fisco senza dover scegliere tra questo e la sopravvivenza economica. Non è solo economia, è dignità”.
Ci potrebbe illustrare in dettaglio l’iter legislativo che attende questo provvedimento? A che punto siamo e quali sono i prossimi passaggi?
“Il percorso legislativo è già avviato su due binari paralleli. Il primo passaggio concreto l’abbiamo già realizzato con il decreto Milleproroghe, dove abbiamo inserito la riapertura dei termini per l’adesione alla rottamazione quater. Questo permetterà ai contribuenti di non restare in un limbo mentre procediamo con la riforma più ampia.
Per quanto riguarda la rottamazione quinquies, la proposta è attualmente depositata in Senato. Inizierà l’iter una volta incardinata nella Commissione Finanze del Senato, dove si esamineranno gli emendamenti. Una volta approvato il testo in Commissione, passerà all’esame dell’Aula del Senato. Dopo l’approvazione al Senato, il provvedimento sarà trasmesso alla Camera per la seconda lettura.
Il nostro obiettivo è completare l’intero iter parlamentare il prima possibile, per rendere operativa la misura”.
Cosa risponde a chi vi accusa di populismo fiscale?
“Populismo è promettere soldi che non ci sono. Pragmatismo è trovare soluzioni per quelli che ci sono e nessuno riesce a incassare. Io ho fatto l’imprenditore prima di fare il politico, so cosa significa guardare un conto corrente vuoto avendo famiglie che dipendono da te.
Se occuparsi dei problemi reali della gente si chiama populismo, allora indosso questa etichetta con orgoglio. Ma la verità è che stiamo semplicemente applicando il buonsenso all’economia. Una novità, lo ammetto, in questo paese!”.
Un’ultima domanda: quale messaggio vuole lasciare ai 23 milioni di italiani che stanno seguendo con speranza questa proposta?
“Guardate negli occhi i vostri figli e ricordate perché lavorate ogni giorno. Noi non vi chiediamo di dimenticare i vostri debiti, ma vi offriamo una strada per onorarli senza sacrificare il futuro della vostra famiglia.
La Lega è nata tra la gente e per la gente. La nostra bussola non punta a Bruxelles o a Wall Street, ma alle case degli italiani. Questa rottamazione non è solo una misura fiscale, è una dichiarazione di fiducia nei confronti di chi, nonostante tutto, continua a credere nel futuro di questo straordinario Paese. E noi saremo al vostro fianco, un passo alla volta, per tutti i 120 passi necessari”.
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