Società specializzata nell’ideazione, progettazione e implementazione di soluzioni tecnologiche integrate per la gestione di aziende di trasporto e servizi di pubblica utilità, Autoroute oggi, solo in Italia, monitora qualcosa come 15.000 asset e già da qualche anno ha varcato i confini raggiungendo Francia, Lussemburgo e Malta. Continue evoluzioni tecnologiche, partnership strategiche e un modello di business strutturato su una rete capillare di tecnici specializzati sono tra i segreti del suo successo. Ne abbiamo parlato con Davide Mangerini, Head of Software & Digital Services.
Qual è il vostro target di riferimento?
«Con i nostri servizi ci rivolgiamo alle aziende di trasporto pubblico locale e alle amministrazioni che operano nello stesso ambito nonché al mondo del trasporto merci. In questo caso, il nostro target sono aziende e consorzi strutturati che ricercano ben più che un software per la geolocalizzazione. Ci differenziamo dai competitor perché seguiamo l’utente lungo tutto il processo: dalla ricezione dell’ordine, alla pianificazione dei tragitti, fino alla progettazione delle turnazioni degli autisti ed elaborazione dei dati di consuntivo per le buste paga. Questo è possibile grazie a un’architettura software consolidata e in continua evoluzione, che lascia ampi margini di personalizzazione. Per quanto riguarda il Tpl collaboriamo con aziende che contano da 3 a 450 mezzi, nel trasporto merci abbiamo clienti con non meno di 50 veicoli in media. Una grossa fetta del nostro fatturato viene dal mondo del trasporto passeggeri, ma non lo definirei un silos distinto rispetto al trasporto merci: lo stato dell’arte della tecnologia ci permette di replicare i progetti e i risultati di un settore nel- l’altro. Un esempio. Quattro anni fa, abbiamo dato avvio a un progetto sulla raccolta differenziata della frazione tessile dei rifiuti urbani su Roma e in diversi comuni delle Marche. L’approccio è stato innovativo. Fino a quel momento, si procedeva sulla base della previsione del riempimento dei contenitori fondata su dati storici. Noi, invece, su questi abbiamo installato dei sensori di riempimento, autoalimentati tramite un pannellino fotovoltaico per consentire all’azienda del servizio di raccolta di sapere, in tempo reale, lo stato dei raccoglitori e pianificare il ritiro in maniera dinamica. La cosa interessante è che l’algoritmo alla base della pianificazione nasce da quello relativo ai servizi di trasporto a chiamata delle persone con disabilità. Questo approccio ha portato a un risparmio so- stanziale in termini di ore di guida, di mezzi impiegati e soprattutto, di emissioni inquinanti. Dalla sperimentazione che abbiamo fatto su Roma, a parità̀ di volume e peso di abiti raccolti, abbiamo avuto un’ottimizzazione dei chilometri percorsi, consumi ed emissioni ridotti fino al 75 per cento».
Siete cresciuti rapidamente. Come? «Attraverso una comunicazione trasparente siamo riusciti a incuriosire e attrarre nuovi clienti aprendo numerose opportunità. Sul nostro sito web e sui nostri canali social pubblichiamo use case con frequenza settimanale, valorizzando i risultati raggiunti anche grazie al supporto delle nostre soluzioni. Siamo, per esempio, entrati in contatto con un cliente che si occupa di traspor-to valori e opere d’arte dopo che ha visto un nostro progetto sul monitoraggio della catena del freddo in ambito trasporto alimenti e grande distribuzione. Gli stessi sensori di temperatura e umidità utilizzati per il traporto di prodotti ittici sono stati montati sui veicoli a cui viene affidata merce tanto preziosa».
Qualche use cases? «Per Cantelmi, azienda che lavora in sub affido anche per altri clienti, come ad esempio Amazon, abbiamo sviluppato delle integrazioni tramite web services che consentono di ricevere e pro- cessare automaticamente gli ordini di acquisto, facilitando la pianificazione dei giri di consegna. Stessa cosa è stata fatta per ZM Group, società specializzata in trasporto alimenti, sia secchi che refrigerati, con una flotta di oltre 200 mezzi, con i quali abbiamo portato avanti un progetto molto ambizioso volto a dematerializzare tutti i processi gestionali e operativi, spinti da un obiettivo ben preciso: eliminare completamente la carta. Un altro strumento di supporto dei nostri clienti in ambito trasporto merci è l’automazione e la digitalizzazione di tutto ciò che è relativo allo scarico dati del cronotachigrafo. Ricordo che tra i servizi proposti, inizialmente sperimentato per il trasporto passeggeri su tratte nazionali con Itabus, c’è il bollettino meteo costituito da un sistema di intercettazione di eventuali allerte meteo e integrato con la base dei dati della protezione civile. Questo permette di avere, in tempo reale, le informazioni sulle condizioni lungo il percorso pianificato. Infine, anche lo ‘Schedule Remix’, ereditato dal trasporto a chiamata per le persone con mobilità ridotta, aiuta le società di logistica nel rimodulare le consegne all’interno della pianificazione giornaliera per variazioni o integrazioni dell’ultimo minuto, favorendo la massimizzazione dei risultati e la soddisfazione del cliente finale».
I vostri software dialogano con i sistemi captive a bordo dei veicoli?
«Il nostro approccio permette di adattarci a qualsiasi software. Possiamo integrarli con quelli già esistenti o crearli, dipende anche dalla maturità dell’azienda con cui ci si confronta. Poi, esistono clienti che hanno necessità di una crea- zione dell’impalcatura digitale da zero».
In che modo vi supporta l’intelligenza artificiale? «L’intelligenza artificiale oggi è ben presente all’interno delle nostre soluzioni, sia in termini di strumenti di supporto e assistenza clienti, sia in termini di ausilio alla pianificazione viaggi, sebbene sia molto più utilizzata, al momento, dai nostri clienti in ambito trasporto persone».
Quanto incidono i vostri software sulla redditività delle aziende?
«In ambito trasporto merci, il nostro software consente di verificare i profitti di ogni singolo viaggio e supportare la direzione nelle decisioni strategiche, confrontando i ricavi attivi (cioè quanto ha pagato il cliente) con i consumi, i chilometri percorsi, le spese di assicurazione e bollo o eventuali costi extra in caso di incidenti o multe. Non dimentichiamo inoltre che il software è integrato con il nostro sistema AVL-AVM ed è quindi utilizzato dai nostri clienti come strumento di rendicontazione e certificazione inequivocabile del servizio svolto, dando modo di accelerare di conseguenza il ciclo di fatturazione attiva».
Quali gli obiettivi per i prossimi anni? «Ci aspettiamo per il 2025 un consolidamento del fatturato, circa 4 milioni l’anno, con 25 per- sone. Il nostro obiettivo è definire dei modelli di governance e controllo di gestione interna che ci possano permettere una crescita esponenziale nei prossimi anni, anche attraverso acquisizioni strategiche».
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