Avete presente quei confronti online tra celebrità cinquantenni di ieri e di oggi? Ecco, dimenticateli. Perché i millennial stanno dimostrando che invecchiare nel 2025 non significa affatto rinunciare al proprio stile, alle proprie passioni o alla propria eterna fanciullezza interiore. Tra moda fluida, rituali anti-aging e remix nostalgici, sta infatti prendendo forma una nuova cultura dell’invecchiamento. E a guidarla c’è lei: la generazione Peter Pan. Quella di mia moglie, per intenderci: “piccola” fino a ieri l’altro, e oggi improvvisamente resasi conto di essere negli anta e “classe dirigente”. Come hanno reagito?
Chi sono i millennial e cosa vogliono
I millennial, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996, sono una generazione unica nel suo genere. Cresciuti a cavallo tra due millenni, tra rivoluzioni digitali e crisi economiche, hanno sviluppato un approccio tutto loro alla vita e all’invecchiamento. Oggi, mentre i primi di loro si avvicinano alla soglia dei 50 anni, emerge chiaro un fatto: i millennial non hanno nessuna intenzione di “crescere” nel senso tradizionale del termine.
Cosa vogliono dunque? Rimanere fedeli a sé stessi, ai propri valori e al proprio stile, senza lasciarsi definire da un numero sull’anagrafe. Vogliono invecchiare, certo, ma alle loro condizioni e con il loro ritmo. E possono fissare un nuovo standard.
La moda senza età e l’essenza dello stile Peter Pan
Un esempio lampante di questo approccio è la moda. Se un tempo ci si aspettava che dopo i 40 anni ci si vestisse in modo “adeguato all’età”, oggi questa regola non sembra più valere, almeno per i millennial. Che si tratti di sfoggiare capi vintage, di osare con looks provocanti o di mixare liberamente tendenze di epoche diverse, l’imperativo è uno solo: rimanere fedeli al proprio stile personale.
D’altronde, in un’era in cui icone ultracinquantenni come J.Lo, Shania Twain o Gwen Stefani fanno tendenza con i loro outfit audaci, il concetto stesso di “vestirsi da giovani” appare obsoleto. L’età non detta più le regole del gioco fashion: conta solo l’attitudine.
Il boom del wellness e la ricerca dell’eterna giovinezza
Ma la sfida all’invecchiamento dei millennial non si limita all’apparenza esteriore. Questa generazione sta infatti abbracciando con entusiasmo tutto il mondo del wellness, alla ricerca di soluzioni anti-age per corpo e mente. Integratori, maschere LED, dispositivi per la microstimolazione, trattamenti estetici all’avanguardia: il mercato del benessere è in pieno boom e i millennial ne sono tra i principali protagonisti.
L’obiettivo? Rallentare gli effetti del tempo, certo, ma anche sentirsi bene, in forma e in armonia con sé stessi. Una ricerca di longevità che, per alcuni, sfocia nel biohacking più estremo, come testimonia Bryan Johnson nel recente documentario Netflix “Don’t Die: The Man Who Wants to Live Forever”. L’età non è più un concetto statico e i millennial stanno spendendo i nostri modesti redditi disponibili per volgere le sorti a nostro favore. I numeri confermano la nostra fissazione: Euromonitor International prevede che le vendite globali di vitamine e integratori raggiungeranno i 139,9 miliardi di dollari entro la fine del 2025, rispetto ai 127,2 miliardi di dollari del 2024.
Kidulting, nostalgia e cultura remix
Wellness a parte, c’è un altro trend che sta caratterizzando l’invecchiamento alla millennial: il ritorno all’infanzia. O meglio, il remix nostalgico di icone, giocattoli e prodotti culturali del passato. Dai set di LEGO per adulti (che sono il 20% degli utenti totali, eh) alle mascotte dei brand più amati, dagli accessori ispirati ai cartoon ai capi d’abbigliamento con i volti di celebri personaggi, il kidulting è ovunque. Un trend perfettamente incarnato nel recente fenomeno “Lucio Corsi”: tra Topo Gigio e magliette con il Gatto Silvestro, il cantante “kidult” (che però è un trentenne) ha intercettato il pubblico anche sul piano dell’abbigliamento.
Come dite? Si è sempre chiamato “Sindrome di Peter Pan”? Non esattamente. Il kidulting è un fenomeno che, lungi dall’essere mera regressione, rappresenta una forma di espressione culturale tipica dei nostri tempi, in cui le tendenze si sovrappongono, si mescolano e si reinterpretano a ritmo continuo. In fondo, in un’epoca di incertezza come la nostra, riscoprire i miti della propria infanzia è un modo per ritrovare sé stessi e, perché no, affrontare il futuro con un sorriso.
Peter Pan e l’isola che ora c’è
Che sia con uno stile avant-garde, con una maschera LED o con un ciondolo di Hello Kitty, una cosa è certa: i millennial stanno ridefinendo l’invecchiamento a loro immagine e somiglianza. Irriverenti, nostalgici, tecnologici: gli ingredienti del loro elisir di lunga vita sorprendono e fanno discutere, ma una cosa è innegabile.
Questa generazione Peter Pan, sospesa tra passato e futuro, tra reale e immaginario, sta scrivendo un nuovo capitolo nella storia dell’umanità. Un capitolo in cui l’età è solo un numero e la giovinezza, più che una stagione della vita, è uno stato della mente. E voi, siete pronti a tuffarvi in questa nuova era? L’invito è lanciato: benvenuti nel mondo senza età dei millennial. Se volete fare un passo indietro, comunque, ci sarebbe la mia Generazione X, che pure è un bel viaggiare.
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