Solidarietà con il servizio sanitario dell’Ucraina | A.R.I.S.

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E’ giusto non dimenticare. Oggi sono 3 anni che è iniziata la guerra in Ucraina, attaccata il 20 febbraio del 2022. Vogliamo solo onorare e compiangere le vittime di quella follia che l’ha causata. Tutte le vittime, oggi unite dalla comune Patria celeste. Ma, come associazione di carattere sanitario, vogliamo esprimere soprattutto solidarietà con l’ormai disastrato sistema sanitario ucraino. Mentre ancora non si era completamente neanche usciti dalla crisi pandemica da Covid-19, il sistema sanitario del Paese si è trovato ad affrontare una nuova sfida senza precedenti. Una sfida che l’ha visto spesso, troppo spesso al centro delle azioni militari. In questi 3 anni, riporta infatti il direttore dell’Ufficio regionale europeo dell’Oms, Hans Kluge, “l’Oms ha documentato oltre 2.254 attacchi alle strutture sanitarie – il 40% mirato alle strutture di assistenza primaria. In soli 55 giorni del 2025, ci sono stati 42 attacchi, causando 12 feriti e 3 morti”.

“Le strutture sanitarie e gli operatori sanitari non devono mai essere un obiettivo”, ricorda Kluge, che evidenzia come la salute sia “la base della pace e della guarigione. Ricostruire il sistema sanitario restituisce speranza, dignità e futuro”. Ed è a ciò che lavora l’Oms insieme alle istituzioni ucraine, da una parte dare risposta all’emergenza dall’altra guardare al futuro.

Secondo l’ultima valutazione dei bisogni sanitari dell’OMS in Ucraina (ottobre 2024), il 68% degli ucraini segnala un declino della propria salute rispetto al periodo prebellico. I problemi di salute più diffusi sono i problemi di salute mentale, con il 46% delle persone colpite, seguiti dai disturbi di salute mentale (41%) e dai disturbi neurologici (39%).

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Le malattie non trasmissibili (NCD) rappresentano l’84% di tutti i decessi in Ucraina. I principali ostacoli all’assistenza per i pazienti affetti da NCD sono la mancanza di servizi e l’elevato costo dei farmaci, che rendono i pazienti affetti da patologie croniche vulnerabili all’interruzione dell’assistenza e al deterioramento irreversibile della salute.

La guerra ha intensificato le esigenze sanitarie, in particolare in settori quali la cura dei traumi e la riabilitazione. Il Ministero della Salute ucraino stima che fino alla metà del 2024 siano state eseguite 100.000 amputazioni a causa della guerra. “La grave carenza di specialisti in traumi, protesi e servizi di riabilitazione ha ulteriormente esacerbato la crisi. La guarigione è spesso una questione di tempo, ma può anche essere una questione di opportunità. I servizi di riabilitazione a lungo termine per i feriti di guerra saranno essenziali per il recupero sia fisico che psicologico”, sottolinea l’Oms Europa.

L’accesso all’assistenza sanitaria rimane un problema critico in tutta l’Ucraina. Una persona su 4 (25%) segnala una diminuzione dell’accesso ai servizi medici dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio 2022. Il costo dei medicinali e delle cure continua a essere un ostacolo importante all’assistenza, con il 35% delle persone nell’ottobre 2024 che indicava di aver rinviato le cure mediche a causa di difficoltà finanziarie.

Gli sfollati interni (IDP) sono tra i gruppi più vulnerabili. Il 13% degli sfollati non ha accesso alle strutture sanitarie primarie. Analogamente, il 9% degli sfollati non ha accesso a un medico di famiglia.

L’accesso all’assistenza sanitaria è sempre più diseguale, in particolare nelle aree in prima linea. Le strutture sanitarie più danneggiate e disfunzionali si trovano lungo la linea del fronte, dove la popolazione rimanente spesso affronta molteplici vulnerabilità, tra cui l’essere anziani o vivere con disabilità. Queste strutture soffrono di frequenti interruzioni delle forniture mediche, carenze di operatori sanitari e barriere significative all’assistenza.

Anche da Medici Senza Frontiere (MsF) arriva il pesante bilancio di tre anni di conflitto. “Dal 2022 abbiamo registrato un aumento dei pazienti con ferite di guerra che necessitano di riabilitazione, in particolare di servizi di fisioterapia post-amputazione, e con disturbi da stress post-traumatici. Nelle zone vicine al fronte, i bombardamenti quotidiani riducono drasticamente l’accesso alle cure mediche per i più vulnerabili, tra cui anziani e pazienti con malattie croniche. A Cherkasy e Odessa, gestiamo un progetto di prima riabilitazione dove i pazienti ricevono trattamenti fisioterapici post-operatori, supporto psicologico e cure infermieristiche in seguito a traumi violenti. Nel biennio 2023-2024, abbiamo trattato 755 pazienti. Da un anno all’altro, il numero di persone che necessitano di cure post-operatorie per amputazioni agli arti inferiori è aumentato del 10%”.

Nel 2024, la metà dei pazienti trattati da MSF ha ricevuto una diagnosi di disturbo da stress post-traumatico o depressione. “C’è un grande bisogno di supporto psicologico in Ucraina”, spiega l’associazione.

“La ferocia di questa guerra non si è attenuata e i bisogni medico-umanitari sono diventati ancora più complessi. Anche se il conflitto finisse domani, centinaia di migliaia di persone avrebbero comunque bisogno di anni di fisioterapia o supporto psicologico. Garantire queste cure richiede un impegno umanitario costante”, dichiara Thomas Marchese, responsabile dei programmi MSF in Ucraina

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Negli ultimi 3 anni, 21 ambulanze di MSF hanno trasferito oltre 25.000 pazienti, dei quali più della metà con ferite da traumi violenti. “Le nostre équipe hanno osservato un aumento significativo di pazienti con malattie croniche, come patologie cardiovascolari, diabete e cancro. Nel 2023 questi pazienti rappresentavano il 24% dei casi, il 33% nel 2024”, riferisce l’associazione umanitaria.

Tra i più vulnerabili, ci sono anche i bambini. Uno su cinque in Ucraina ha dichiarato di aver perso un parente o un amico stretto dall’escalation della guerra di tre anni fa, fa sapere l’Unicef. “Un bambino su tre ha riferito di sentirsi così disperato e triste da non poter svolgere le proprie attività abituali”.

A tre anni dall’inizio della guerra, “più di 2.520 bambini sono stati uccisi o feriti, secondo i dati verificati dalle Nazioni Unite: 669 sono stati uccisi e 1.854 feriti” ma “il numero reale è probabilmente molto più alto, poiché queste cifre tengono conto solo dei decessi accertati dalle Nazioni Unite”. Nel 2024 “c’è stato un aumento del 57% delle vittime tra i bambini rispetto al 2023” e “nessun luogo è sicuro – sottolinea l’Unicef – . Scuole, reparti di maternità e ospedali pediatrici sono stati tutti colpiti da attacchi”.

Quando un ospedale pediatrico viene colpito, una scuola bombardata o una rete elettrica distrutta, sottolinea l’Unicef, “i bambini soffrono anche quando sopravvivono. Il loro benessere e il loro sviluppo ne risentono ancora una volta. Le scuole sono luoghi di apprendimento per i bambini e sono un’ancora di salvezza che fornisce un senso di sicurezza, normalità e speranza per il futuro”. Eppure, quasi il 40% dei bambini in Ucraina studia solo online o attraverso un misto di lezioni in presenza e a distanza. Oltre all’impatto sulla salute mentale, l’Unicef riferisce come anche quello sull’istruzione sia enorme: “Le valutazioni registrano una perdita media di apprendimento di due anni in alcune materie”.

E non si può non pensare anche a quelle decine di migliaia di poveri ed incolpevoli soldati mandati a morire pur di causare ennesima tragedia umana. E c’è chi oggi si prepara a gridare vittoria su un tappeto di bare, ormai senza più colore. Facciamo nostro il monito di Papa Francesco: in una guerra non c’è vittoria alcuna, ma solo una grave sconfitta per l’umanità intera.



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