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Con lo slittamento della sovranità dagli Stati alle multinazionali, solo un incremento di sovranità a livello sovranazionale può salvare gli europei e la democrazia
Nata contro gli imperi premoderni, la sovranità deve oggi rispondere alla sfida di un altro tipo di impero, cresciuto all’ombra dei diritti (e quindi degli stati sovrani) e diventato in pochi anni un sistema oligopolistico globale che ha in odio le regole, gli stati e anche la democrazia.
Ci racconta Quinn Slobodian come i “secchioni oligarchi” della Silicon Valley siano determinati a creare nel mondo “zone” libere dal potere dello stato. Nella loro “plutocratic city”, si curano della loro libertà dalla legge, delle loro innovazioni che possono procedere senza controlli, e dei loro interessi: gli altri, o servono o sono espulsi (si rifugiano negli stati sempre più poveri di risorse). Alcuni sognano perfino una secessione di Silicon Valley, con una costituzione monarchica come fosse una corporation.
Insomma, fantapolitica ma nemmeno tanto, vista la rasatura che il Doge sta facendo allo stato americano. Il tecno-utopismo sfida l’uguaglianza alle radici: sogna un Übermensch che faccia saltare le regole democratiche con la loro stupida pretesa di elevare i molti incompetenti e umiliare i pochi dotati. «Crediamo nella naturale spinta umana a creare cose, conquistare territori, esplorare l’ignoto. Siamo conquistatori», ha scritto Marc Andreessen. Questa è la narrativa del nuovo ordine imperiale che dobbiamo tenere presente quando pensiamo alla nostra vita e ai nostri paesi.
L’estrema destra è lo strumento funzionale ai piani dei nuovi “conquistatori”. Non è un caso che Musk sia intervenuto nella campagna elettorale tedesca supportando la destra postnazista, o che il vice di Trump sia venuto a Monaco a dirci che nazisti e fascisti devono potere avere la libertà di competere. Sanno molto bene che cosa la destra vuole, e quel che vuole fa al caso loro. Ma non al nostro.
La destra europea vuole meno Europa, meno sistema di regolamentazione che tanto disturba gli oligopolisti. Quel che conviene a noi – non a loro – è più Europa, un salto in avanti verso una unione federativa adulta. Finalmente. Quel che ai Musk conviene è invece una polverizzazione delle sovranità. A questo serve supportare AfD. Sono giovani e spavaldi, ma la logica del potere imperiale è la stessa di sempre: divide et impera. E la risposta non può che essere più unione.
È chiaro quanto la sorte della Germania e quella dell’Europa siano legate. In questa Europa messa all’angolo come un pugile sconfitto dal suo cosiddetto alleato statunitense è cruciale avere una Germania non convinta che il sovranismo sia nel suo interesse. Siamo di fronte a un bivio, a Berlino come a Bruxelles: o si scrive una prefazione o si scrive un epilogo.
A edificare quel che oggi si chiama Unione europea furono settant’anni fa paesi che, come l’Italia e la Germania, erano governati da partiti di tradizione cattolica, con una combinazione valoriale di cosmopolitismo e nazione. Oggi, le forze del mondo cattolico sono sfilacciate e il potere delle loro idee e fedi molto appannato. Di quella grande ambizione europeista resta, ciononostante, qualcosa di importante e vitale. Lo si può rendere con una massima che fu di Alexis de Tocqueville: «Interesse (o egoismo) bene inteso».
La Germania, come noi del resto, deve dimostrare di sapere che il suo interesse sta dentro a quello europeo. E molto di quel che l’Europa deve avere il coraggio di diventare – una unione politica compiuta – dipende da questo. Da cui dipende anche la protezione della democrazia, poiché non c’è chi non veda che è in corso uno slittamento della sovranità dagli Stati alle multinazionali.
Di fronte a questa lotta non ancora risolta tra diritto e potere, non è il ritorno alla sovranità degli staterelli la soluzione, ma un incremento di sovranità a livello sovrannazionale. Torniamo quindi al punto di partenza: l’Unione europea come la trincea avanzata per coloro che vedono nella riorganizzazione della sovranità uno strumento indispensabile per difendere la parità dei diritti, la libertà politica e il benessere. Unire le sovranità: ecco lo scopo che dovrebbe perseguire chi dice di volere il bene del proprio paese. Un sovranista, se fosse sincero, dovrebbe essere europeista.
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