Cedola mensile del 1,11% con un certificato su blue chip italiane

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Il certificato di con ISIN XS2940976199 su Enel, Eni, Intesa Sanpaolo SpA e Banca Monte dei Paschi di Siena SpA prevede l’erogazione di una cedola mensile del 1,11% per un flusso cedolare annuo del 13,32%, a condizione che nessuno dei quattro sottostanti perda oltre il 40% dai valori attuali, condizione valida anche per il rimborso al valore nominale alla scadenza.

LA SITUAZIONE DEL MERCATO
Continua l’ottima performance del FTSE MIB che, in linea con gli altri listini europei, aggiorna di settimana in settimana nuovi massimi. Se escludiamo l’Hang Seng di Hong Kong, tra i principali indici mondiali spiccano quelli europei nelle prime posizioni per performance, con il listino milanese dietro al Dax tedesco per qualche centesimo di punto. Grandi protagoniste rimangono le banche, anche se la positività è ovviamente diffusa. Quello che varia tra i diversi titoli è invece la volatilità, con azioni che segnano movimenti molto più ampi rispetto ad altre.

Emesso il 30 gennaio 2025, il certificato è acquistabile leggermente sopra la pari a 100,50€, con tutti i sottostanti sopra al prezzo di strike, ma va considerato che già il 7 marzo verrà erogata la prima cedola del 1,11%. Il certificato scade a febbraio 2027 con una durata di 2 anni.

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Dopo la forte discesa del 2022 dovuta alla crisi del prezzo dell’energia e del gas, con il titolo sceso di oltre il 50%, le quotazioni si sono lentamente riprese fino a recuperare gran parte del terreno perso. Il contesto attuale, con i tagli dei tassi da parte della BCE da un lato, che favoriscono il mondo utilities tipicamente molto esposto al debito, potrebbe ulteriormente favorire il titolo nei prossimi mesi. Anche in virtù di un eventuale rallentamento economico, il settore essendo anticiclico e difensivo potrebbe attirare le attenzioni degli investitori. Il prezzo di strike si trova a 6,894€, il livello barriera invece a 4,1364€, sui minimi del 2022.


Il titolo è fortemente correlato all’andamento del prezzo del petrolio, e la lateralità che ha caratterizzato il greggio nell’ultimo anno si riflette anche nelle quotazioni di Eni, con un trading range molto stretto. Lo sviluppo di nuove partnership da un lato, e l’importante crescita attesa degli utili per azione potrebbero rappresentare una spinta al rialzo per la rottura delle resistenze. Il prezzo di strike si trova a 13,862€, mentre il prezzo barriera è posto a 8,3172€, sui valori di fine 2020.

Andamento grafico Eni; fonte Investing.com


Nonostante abbia manifestato l’intenzione di non partecipare al risiko bancario, consolidando la posizione attuale, i target price su Intesa sono tutti ben superiori ai prezzi attuali. Tra dicembre e febbraio il titolo è salito di quasi il 30%, grazie anche alla buona trimestrale. Inoltre, rispetto ad altri titoli del settore, Intesa presenta una volatilità decisamente inferiore. Il prezzo di strike si trova a 4,3505€ mentre il livello barriera è posto a 2,6103€.

Andamento grafico Intesa; fonte Investing.com


Come per Intesa, e per tutte le altre banche italiane, anche MPS si trova ancora in rally. Dopo l’offerta a Mediobanca però il titolo ha leggermente corretto, di circa il 10% dai massimi, nonostante una trimestrale che ha sorpreso positivamente il mercato e ha testimoniato il definitivo ritorno della banca senese tra i grandi istituti del nostro paese. Il percorso di risanamento ha infatti dato i suoi frutti e sia in termini di fatturato che di utili la crescita è stata notevole. Il prezzo di strike è fissato a 6,376€, mentre il livello barriera si trova a 3,8256€.

Andamento grafico MPS; fonte Investing.com

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PROTEZIONE E RENDIMENTO
La barriera di protezione a scadenza in questo caso è posta al -40%, dai valori attuali e su valori quindi molto profondi e questo è il fattore più importante in un certificato in quanto ci fa capire fino a dove il nostro capitale nominale è garantito dall’emittente. L’osservazione per il rimborso al valore nominale avviene solamente alla scadenza e non dipende dall’andamento dei titoli nel corso della vita del certificato.

La barriera cedola, ovvero il livello che garantisce l’erogazione del flusso cedolare è anch’essa posta al -40% dai prezzi di strike. Se ad ogni osservazione mensile, i quattro sottostanti saranno sopra a tali livelli, il certificato paga una cedola mensile del 1,11% con un flusso cedolare annuo del 13,32%.

Le cedole prevedono l’effetto memoria, quindi nel caso in cui uno dei quattro titoli si trovi al di sotto della barriera alla data di osservazione, la cedola non viene pagata ma accantonata in memoria. Sarà sufficiente che entro la scadenza (anche eventualmente il giorno stesso della scadenza) il titolo worst of risalga al di sopra di tale livello per vedere erogate tutte le cedole precedentemente accantonate.

Con i mercati vicini ai loro massimi storici o di periodo, investire in certificati, anziché nei titoli sottostanti, permette di generare un flusso cedolare, e quindi un rendimento positivo, anche in caso di lateralità o moderata discesa dei listini azionari.

DURATA E POSSIBILE SCADENZA ANTICIPATA
La scadenza naturale del certificato è prevista per il 17 febbraio 2027, con una durata di due anni, ma già da maggio 2025 sarà prevista la possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente. Dall’osservazione cedolare del 7 maggio, qualora tutti e quattro i titoli si trovino al di sopra del loro valore iniziale, il prezzo di strike, il certificato scade anticipatamente rimborsando il valore nominale di 100€ e pagando la cedola mensile del 1,11%. Qualora anche solo uno dei titoli fosse sotto al livello iniziale, lo stesso meccanismo si ripeterà all’osservazione mensile successiva, con il livello di autocall che rimane al 100% per sei mesi, salvo poi scendere del 5% a semestre fino ad un minimo dell’85%.

SCENARI A SCADENZA
Qualora non avvenisse l’autocall prima della naturale scadenza, a febbraio 2027 si avranno due scenari:
– il rimborso al nominale di 100€ a certificato qualora nessuno dei sottostanti si trovi in quel momento in ribasso di oltre il 40% dai prezzi iniziali. In questo caso il rendimento sarà pari alla somma delle 24 cedole mensili del 1,11% incassate durante la vita del prodotto, per un totale del 26,64%. Va sempre ricordato che i certificati generano redditi diversi e in caso di minusvalenze presenti in portafoglio queste cedole permetterebbero di andarle a compensare, ottenendo quindi l’esenzione dal pagamento del capital gain fino alla completa copertura delle minus pregresse.
– rimborso in misura proporzionale rispetto alla performance negativa del worst of qualora almeno uno dei quattro titoli si trovi sotto alla barriera di protezione. Se ad esempio Enel dovesse scendere del 42% rispetto ai prezzi di strike, il certificato rimborserebbe 58€ su un nominale di 100€, anche se a tale valore andrebbero comunque sommate le cedole incassate nel corso della vita del prodotto.

RIEPILOGO
Personalmente credo che il certificato appena analizzato, il XS2940976199 abbia tre caratteristiche molto interessanti:
– composizione del basket: se escludiamo MPS, il titolo più volatile del basket ma che è all’interno di un forte trend rialzista, gli altri titoli hanno una volatilità più contenuta e questo significa quindi anche un rischio inferiore rispetto ad altri basket;
– cedola mensile: a condizione che nessuno dei titoli perda oltre il 40% dai valori attuali, il certificato eroga una cedola mensile del 1,11% per un flusso cedolare annuo del 13,32%; nonostante quindi un basket poco volatile, il flusso cedolare è molto importante;
– barriera di protezione: in questo caso la protezione sul rimborso a scadenza è pari al -40% dai valori attuali; al netto del valore percentuale, se guardiamo ai dati numerici le barriere sono davvero molto lontane.

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Va infine specificato che investire in certificati espone al rischio di fallimento dell’emittente e al rischio di azzeramento del sottostante, casi che possono provocare la perdita dell’intero investimento. In questo caso l’emittente è BNP Paribas che presenta un rating A+ (Standard & Poor’s). Il basket è composto da quattro delle principali aziende del FTSE MIB, motivo per cui il rischio azzeramento del sottostante è limitato.

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