Fucecchio, in consiglio un “confronto unitario” per affrontare la crisi del settore moda

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Ieri a Fucecchio si è tenuto un consiglio comunale in seduta aperta, dedicato al tema della crisi del settore moda. La richiesta di un consiglio comunale sul tema era arrivata da un ordine del giorno presentato dai gruppi del Partito democratico e Orgoglio fucecchiese e accolto dall’assemblea consiliare.

All’incontro erano presenti l’assessora regionale alla formazione professionale e al lavoro Alessandra Nardini e il direttore di Irpet Nicola Sciclone, i sindaci del comprensorio del cuoio, oltre ai rappresentanti dei sindacati Cgil e Uil e delle associazioni dei conciatori.

«Aziende, lavoratori e lavoratrici chiedono contezza di quanto messo in campo per chi oggi è in difficoltà, con una visione di lungo periodo per garantire la tenuta del settore. Fucecchio è stato il primo e unico comune a farlo-spiegano i consiglierei del Partito democratico e Orgoglio fucecchiese-. Vogliamo innanzitutto ringraziare imprenditori, sindacati, istituzioni, associazioni di categoria e cittadini per la loro partecipazione».

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I consiglieri constatano però che non tutti i partecipanti hanno colto la portata di questo momento: «Abbiamo ascoltato tanti interventi, ma da alcuni sindaci del comprensorio non è mai stata pronunciata la parola “lavoratori”. Come se la crisi non li riguardasse, come se non ci fossero migliaia di famiglie in difficoltà, che faticano ad arrivare a fine mese. Ma chi produce quella qualità che tutto il mondo ci invidia? Chi tiene in piedi ogni giorno il nostro distretto? Se le aziende sono il motore, i lavoratori e le lavoratrici sono il carburante: senza di loro, nessuna impresa può andare avanti. Questa presa di posizione da parte di alcuni primi cittadini è davvero grave».

La proposta dei consiglieri è chiara: aggregazione e reti d’impresa, sostegni economici anche per l’accesso al credito, digitalizzazione, formazione e valorizzazione del capitale umano, retribuzioni adeguate per i lavoratori, valorizzazione del marchio “Made in Tuscany”, investimenti nella sostenibilità sociale e ambientale: queste sono le leve fondamentali per rimanere competitivi. L’intento è trovare un’ampia convergenza, al di là dei colori politici

«Il Governo-continuano i rappresentanti della maggioranza- ha sottostimato la crisi che stiamo attraversando, la Regione Toscana, insieme anche ad altre regioni, ha scelto invece di attivarsi con tutti gli strumenti a propria disposizione. Per il sostegno al reddito il presidente Giani e l’assessora Nardini chiedono da mesi l’estensione degli ammortizzatori sociali fino alla fine del 2025 e misure di sostegno anche per l’artigianato. Le imprese hanno bisogno di certezze per pianificare il futuro e i lavoratori di garanzie per non essere lasciati soli.

Per questo la nostra sindaca, Emma Donnini, ha proposto che i cinque tavoli tematici della Regione Toscana vengano convocati direttamente nei territori del distretto. Le scelte devono essere prese ascoltando chi lavora e investe sul nostro territorio. E per dare un segnale concreto, abbiamo proposto che il Consiglio comunale rinunci al gettone di presenza di questa seduta, destinando queste risorse, seppur limitate, a sostenere questo percorso di lavoro congiunto».

I consiglieri inoltre hanno ben presente che ci sono imprenditori che non hanno mai considerato solo i profitti, che riconoscono che il vero valore di un’azienda sono le persone che ogni giorno la mandano avanti. Purtroppo notano però anche che i grandi brand non riconoscono la gravità della situazione e rifiutano di sedersi ai tavoli per discutere del futuro del settore.

«Se è vero che senza imprese non c’è occupazione, è altrettanto vero che senza lavoratori nessuna impresa può sopravvivere. Una verità semplice, ma che qualcuno si ostina a ignorare. Per questo continueremo a batterci: per un rilancio vero del distretto moda, che coinvolga tutti e non lasci indietro nessuno. Perché il futuro del nostro territorio si costruisce insieme, non divisi».

Fonte: Ufficio stampa PD Empolese Valdelsa

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