Giochi live service chiusi o falliti: lista e analisi

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I giochi live service, spesso identificati anche con l’acronimo “gaas” che sta per game as a service, sono divenuti sempre più popolari in ambito gaming nell’ultima decade. Ispirati da macchine stampa-soldi come Fortnite e World of Warcraft, tutti vogliono una parte della torta. Alla luce dei recenti eventi, però, sembra che questa torta non sia poi così grande come si credesse all’inizio e tanti fattori diversi hanno portato, soprattutto negli ultimi anni, alla chiusura e fallimento precoce di tantissimi progetti originariamente promossi come rivoluzionari. Sono talmente tanti, che è davvero facile dimenticare che alcuni di questi siano mai esistiti. In questo nostro articolo, quindi, daremo un’occhiata a tutti i giochi live service chiusi, nonché quelli attivi ma in stato fallimentare, tra esempi più e meno conosciuti.

  • Evolve (febbraio 2015 – settembre 2018)
  • Battleborn (2016 – 2021)
  • Paragon (marzo 2016 – marzo 2018)
  • Lawbreakers (agosto 2017 – settembre 2018)
  • Radical Heights (aprile 2018 – luglio 2018)
  • The Culling 2 (luglio 2018 – luglio 2018)
  • Anthem (febbraio 2019 – febbraio 2021)
  • Crucible (maggio 2020 – novembre 2020)
  • Hyper Scape (agosto 2020 – aprile 2022)
  • Marvel’s Avengers (settembre 2020 – marzo 2023)
  • Knockout City (maggio 2021 – giugno 2023)
  • CrossfireX (febbraio 2022 – maggio 2023)
  • Babylon’s Fall (marzo 2022 – febbraio 2023)
  • The Day Before (dicembre 2023 – gennaio 2024)
  • Suicide Squad: Kill the Justice League (febbraio 2024 – gennaio 2025)
  • Foamstars (febbraio 2024 – gennaio 2025)
  • MultiVersus (maggio 2024 – maggio 2025)
  • Concord (agosto 2024 – settembre 2024)

Se volete saperne di più sui giochi live service chiusi (e anche quelli che hanno fallito miseramente), allora non vi resta altro da fare che leggere le nostre analisi in basso, dove spendiamo due parole per ognuno dei videogiochi citati.

Sviluppato da Turtle Rock Studios e pubblicato da 2K, Evolve era un FPS co-op online asimettrico, che metteva quattro giocatori alle prese con un quinto che interpretava un mostro. Sebbene l’idea fosse intrigante, il titolo è stato funestato da microtransazioni e problemi di ogni sorta che lo hanno portato al declino nel corso di tre anni. Trattandosi di un gioco a pagamento, gli sviluppatori puntarono alla transizione a Free-to-Play, cosa che ha funzionato per qualche mese, fino al completo abbandono della maggior parte della player-base. Tra i tanti problemi figurava anche un sistema anti-cheat inadeguato e l’incapacità degli sviluppatori di bilanciare correttamente i due schieramenti.

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Battleborn, titolo di Gearbox Software (i creatori di Borderlands, giunto al terzo capitolo con un quarto in sviluppo), è stato un hero shooter con elementi presi in prestito dai MOBA. Visivamente simile a Overwatch, il gioco è apparso sul mercato in un momento molto delicato, quando il competitor principale stava già esplodendo in popolarità. Pur disponendo di una discreta quantità di modalità e personaggi tra cui scegliere, Overwatch aveva dalla sua una migliore qualità globale e dopo due mesi dal lancio, i giocatori erano ormai migrati verso lidi più floridi. Per salvare la baracca, il gioco è diventato Free-to-Play nel 2017, cosa che ha gli ha permesso di tirare avanti ancora per qualche anno. Nel 2019 vennero interrotte le microtransazioni e nel 2021 i server furono definitivamente chiusi.

Tutti vogliono una fetta del successo di Fortnite, per questo Epic Games decise di raddoppiare la dose di introiti iniziando lo sviluppo di Paragon, un arena battle in terza persona. Il team di sviluppo poteva agire come desiderava, avendo ricevuto carta bianca dall’alto, cosa che non ha tenuto a freno le ambizioni dei dev. Con l’arrivo della modalità battle royale di Fortnite, lanciata alla fine del 2017, Epic ha spostato tutti i suoi sforzi di sviluppo su quest’ultima, pertanto Paragon con le sue pur valide ambizioni, ha ricevuto tagli ed è stato lentamente abbandonato. Non ha mai davvero avuto modo di esprimere il suo potenziale ed è morto nel 2018, quando è stato rimosso da tutti gli store in cui era presente.

Il creatore di Gears of War, Cliff Bleszinki, puntò su questo FPS per rilanciare la sua carriera. D’altronde, all’epoca gli FPS di questo tipo erano molto popolari con serie come Titanfall e Call of Duty che registravano numeri importanti. Se da un lato c’era dunque la possibilità di attirare un vasto pubblico, dall’altro c’era un’agguerrita competizione. Sviluppato da Boss Key Productions, Lawbreakers proponeva poco di innovativo e sebbene sia stato ricevuto in modo sufficientemente positivo, ha faticato a trovare la sua base di utenti, tanto che un anno dopo il lancio ha chiuso i battenti. Tra i motivi c’era potenzialmente anche l’assenza di disponibilità su una piattaforma votata al genere come Xbox, il gioco era infatti disponibile solo su PC e PlayStation 4.

Altro progetto di Cliff Bleszinski, ultimo tentativo di salvare la compagnia da lui fondata, Boss Key Productions, Radical Heights ha avuto vita ancor più breve di Lawbreakers, durando poco più di 80 giorni. Si trattava di un battle royale sullo stile di Fortnite, poco rifinito e addirittura incompiuto dato il suo stato di Early Access. La software house, non riuscendo a trovare nemmeno questa volta la sua base di utenti, chiuse i battenti un mese dopo il lancio, Radical Heights andò completamente offline a luglio del 2018.

Siamo in pieno periodo di febbre per i battle royale, quindi anche The Culling 2 ha provato a sfruttare l’onda. Annunciato come un gioco più grande e migliorato rispetto al primo The Culling, all’arrivo sui mercati non tenne fede alle promesse, non riuscendo a rivelarsi interessante per la sua utenza. Lo studio di sviluppo, Xaviant, piuttosto che lavorare per migliorare il titolo, decise di staccare la spina otto giorni dopo, rimuovendolo da console e PC e procedendo con il rimborso per gli acquirenti. Tornati sul primo The Culling, però, non sono riusciti a ripulire la propria immagine e la situazione si è evoluta negativamente anche per il loro primo gioco, che pur essendo attivo dal 2017, ha poi chiuso i battenti nel 2019. Due live service falliti al prezzo di uno.

Anthem è forse uno degli esempi di potenziale sprecato più evidente dell’intera lista. Il gioco fu ampiamente pubblicizzato dal publisher EA, che puntava molto su questa nuova IP. L’idea di controllare mercenari in armature volanti in stile Iron-Man era senz’altro allettante. Purtroppo, all’arrivo nel 2019, il gioco era tutt’altro che pronto per il mercato, con problematiche legate alla progressione e al gameplay molto superficiale e senza mordente. Un anno dopo BioWare annunciò la volontà di lavorare ad Anthem per rilanciarlo al meglio, ma ogni buona intenzione venne rapidamente cancellata. Nel 2021 fu annunciata la terminazione di ogni sviluppo futuro. A differenza di tanti altri giochi qui analizzati, Anthem è ancora giocabile, ma allo stato di lancio del 2019, rendendolo un’esperienza tutt’altro che piacevole o completa. Un titolo live service che non è riuscito a spiccare il volo e che giace ora in un limbo dal quale uscirà solo quando i server verranno spenti definitivamente.

Crucible è stato uno dei primi progetti di Amazon Games e sebbene questa abbia trovato una sua dimensione con New World, non è sempre stato così. Crucible è stato un FPS originariamente lanciato nel maggio del 2020, quando la situazione globale era tutt’altro che rosea, con lavoro da remoto imposto alla maggior parte delle persone, anche sviluppatori. L’impatto su Crucible è stato evidente, tanto che si è trattato del primo gioco che, dopo il lancio, fosse riportato allo stato di beta. A novembre dello stesso anno, Crucible è stato cancellato definitivamente, a circa sei mesi dalla sua uscita. Un esperimento fallito che è forse servito da lezione ad Amazon, che ha abbandonato per ora il settore FPS online, dedicandosi a quello dei MMORGP.

FPS battle royale e Free-to-Play, una serie di parole che indicano come Hyper Scape di Ubisoft Montreal volesse a tutti i costi capitalizzare sui trend del momento. Lanciato in open beta a luglio 2020, il gioco è poi arrivato su PC e console ad agosto dello stesso anno. Da un lato ne fu elogiata la grafica e la struttura delle mappe, tuttavia i giocatori non apprezzarono il mancato bilanciamento delle armi e le meccaniche di gioco. Conscio di ciò, il team di sviluppo annunciò un completo rework del titolo, che ne avrebbe migliorato i punti deboli. Inutile dire che ciò non avvenne mai e il gioco chiuse i battenti dopo meno di due anni, nel 2022. Sicuramente più duraturo di molti altri titoli inclusi in questa nostra lista, ma non sufficientemente valido per sostenere la crescita sul lungo termine.

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A seguito del grandissimo successo di Spider-Man per PlayStation 4, le aspettative in merito all’annunciato Marvel’s Avengers erano molto alte. I fan non vedevano l’ora di vestire i panni dei propri eroi preferiti nel nuovo titolo di Crystal Dynamics. Il trailer iniziale presentato all’E3 del 2019 fu accolto favorevolmente, finché la software house non annunciò l’utilizzo del modello live service. In quel momento, i dubbi iniziarono a crescere in maniera esponenziale. Il titolo fu criticato sia per i bug che lo affliggevano al lancio, sia per il forte aspetto microtransazionale. A ciò si aggiungeva poi anche la monotonia e ripetitività dell’esperienza che ne ha decretato la lenta ma sicura morte. Dall’uscita avvenuta a settembre 2020, Marvel’s Avengers ha perso utenti in maniera molto veloce e nessuno tornava sui nuovi contenuti rilasciati dalla software house. Nel marzo del 2023 è calata la scure sul progetto.

Gioco multiplayer sviluppato da Velan Studios e pubblicato da Electronic Arts, uscì su PC e console nel 2021. Il titolo sfrutta un gameplay simile al dodgeball e i giocatori suddivisi in squadre devono eliminare gli avversari usando per l’appunto una palla. Sebbene inizialmente la ricezione del prodotto fosse soddisfacente, i server hanno chiuso i battenti a giugno del 2023, due anni dopo l’uscita. La nota positiva è che una versione separata, sviluppata per PC, è ancora disponibile e permette ai giocatori di ospitare i propri server privati. Il titolo ha fallito sul mercato online ma non è stato del tutto cancellato dalla storia del gaming.

Crossfire di Slimegate è un simulatore militare free-to-play molto popolare in Corea del Sud e in Cina. Se dalle nostre parti la serie più popolare è Call of Duty, in Asia si giocava Crossfire. Quando è stato infine portato anche nel resto del mondo, grazie a una partnership con Xbox, è arrivato in una strana versione che includeva una modalità multiplayer PvP ritenuta difettosa e poco divertente, oltre a un’espansione a pagamento per la campagna sviluppata da Remedy, i creatori di Control e Alan Wake. La campagna era più o meno interessante, ma nulla di eccezionale. Questo strano esperimento è giunto al termine poco più di un anno dopo il lancio.

Babylon’s Fall di Platinum, pubblicato da Square Enix, è stato un tentativo di lanciare un nuovo franchise in ottica live service. Un action RPG che, oltre a non incontrare il favore del pubblico, aveva anche molte altre lacune come il sistema di microtransazioni e una grafica tutt’altro che in linea con i tempi e le aspettative. Il gioco non è durato nemmeno un anno, con la chiusura al 361esimo giorno di vita. Un duro colpo per Platinum che successivamente ha inanellato una serie di cattive decisioni, senza riuscire a capitalizzare sul successo di Nier: Automata.

Un survival shooter molto atteso dall’utenza PC, The Day Before era un MMO che fu lanciato in Early Access a dicembre del 2023. Tuttavia, qualche giorno dopo, lo studio di sviluppo Fntastic annunciò la sua chiusura dal momento che il titolo non riusciva a garantire nessuna delle promesse fatte ai giocatori. A malapena giocabile e indicato come vera e propria truffa, il gioco è diventato un meme, con molti che scherzavano sul fatto che non sarebbe mai uscito a causa della sua enorme ambizione, dei continui ritardi e dello sviluppo poco convenzionale. The Day Before ha avuto vita davvero breve, poco più di un mese prima che venisse completamente rimosso da Steam e i server chiusi a gennaio 2024. A ragion veduta, The Day Before è ancora oggi considerato una delle più grandi truffe nel mondo del gaming.

Rocksteady Studios è un team ben conosciuto per i fantastici giochi della serie Arkham dedicati a Batman. L’annuncio che fossero al lavoro su Suicide Squad: Kill the Justice League, aveva galvanizzato molti. Dall’annuncio del 2020, però, le cose sono andate sempre peggio, soprattutto con il primo trailer del 2021. L’originale finestra di lancio prevista per il 2022 è stata rimandata più volte, a causa anche di un tiepido riscontro da parte del pubblico che non aveva ben digerito la notizia che si trattasse di un gioco live service. Il titolo approda finalmente su PC e console a febbraio 2024, tuttavia le vendite non sono entusiasmanti e il gameplay sembra completamente slegato da qualsiasi tipo di caratterizzazione dei personaggi. Ripetitivo e blando, fallisce nell’attrarre giocatori, tanto da portare alla chiusura dello sviluppo a gennaio 2025. I server sono ancora attivi ed è possibile giocare, ma ci si chiede ancora per quanto tempo, come spesso accade per la maggior parte dei live service.

La copia di Splatoon su console PlayStation, questo in breve Foamstars, sviluppato da Toylogic e pubblicato da Square Enix. Un titolo che doveva fungere da alternativa alla popolare serie Nintendo si è in realtà rivelato un buco nell’acqua. Il lancio a pagamento non è andato in accordo con le aspettative e quindi a circa sei mesi di distanza, Foamstars è divenuto Free-to-Play. Il solito teatrino per salvare il salvabile e cercare di attirare utenza. Inutile dire che anche in questo caso non c’è stata nessuna miglioria e l’ultimo aggiornamento per il titolo, che conclude lo sviluppo, è arrivato a gennaio 2025. Proprio come Suicide Squad e Anthem, Foamstars non è stato ancora chiuso del tutto ed è ancora giocabile dagli utenti PlayStation. Non riusciamo a vedere un futuro in cui i server resteranno aperti ancora per molto tempo, però.

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MultiVersus è un altro di quei casi da manuale che gli sviluppatori dovrebbero studiare prima di lanciare o anche solo ideare un titolo live service. Nasce come un progetto che racchiude tutti i personaggi più iconici di Warner Bros, lanciati in arene per combattere nello stile di Super Smash Bros di Nintendo. Annunciato alla fine del 2021, il gioco è arrivato prima come open beta e poi in early access, ottenendo opinioni contrastanti sia dalla critica sia da parte dei videogiocatori. La versione completa è stata lanciata a maggio del 2024 e, al momento della scrittura, è ancora giocabile, sebbene per poco. Infatti è stato annunciato il delisting e la terminazione di tutte le funzionalità online il 30 maggio del 2025. Sarà ancora giocabile offline solo per chi possiede il gioco, una magra consolazione che non lo salva dalla presenza in questa lista.

Concord doveva essere la gallina dalle uova d’oro di PlayStation, il gioco live service che avrebbe portato finalmente i frutti sperati. Possiamo tutti indovinare come sia andata a finire, giusto? Quando si pensa a un’esclusiva PlayStation, tutto ci si immagina fuorché una chiusura anticipata entro due settimane dal lancio. Soprattutto se consideriamo gli otto anni di sviluppo e gli oltre 200 milioni di dollari spesi. Questo però è quanto è successo e dopo aver registrato numeri incredibilmente bassi al lancio su Steam, Sony ha annunciato la chiusura dei server solo 14 giorni dopo.
Dove ha fallito Concord? Gli indicatori sono tanti, partendo da un cast di personaggi tutt’altro che ben disegnato o piacevole, a seguire un prezzo d’ingresso di 39€ e per concludere un gunplay derivativo e con poche idee originali. Insomma, Concord è arrivato in forma tutt’altro che smagliante in un periodo di saturazione, con giochi come Apex Legends, Valorant e Overwatch 2, non sorprende che abbia fallito completamente tutti gli obiettivi iniziali.

In questo caso ci avventuriamo in progetti che non hanno mai visto la luce del sole e si potrebbe pensare che siano numericamente inferiori rispetto a quelli che hanno chiuso per sempre i battenti. Tuttavia non è esattamente così, dato il focus di PlayStation sul lanciare un live service di successo, i progetti a cui era stato dato il via libera erano davvero numerosi. Ecco alcuni di quelli che sono stati ufficialmente cancellati e di cui si sa poco e nulla:

  • God of War live service
  • The Last of Us Online (cancellato a dicembre 2023)
  • Spider-Man: The Great Web
  • Gioco multiplayer di Bend Studio
  • Twisted Metal
  • Gioco co-op di London Studio
  • Gioco multiplayer di Deviation Games
  • Payback (spin-off di Destiny sviluppato da Bungie)
  • Gioco MMO di NCSoft basato su Horizon

Sony non è stata l’unica a cancellare giochi live service, anche il precedentemente annunciato Hyenas di SEGA, sviluppato da Creative Assembly, non ha mai visto la luce del sole pur avendo ricevuto presentazioni e trailer anteprima. Si trattava di un FPS sci-fi, ambientato in un futuro distopico dove i giocatori erano impegnati in team di tre persone nel tentativo di ottenere loot da navi spaziali chiamate Plunderships. Sembra che il gioco sia stato uno dei più costosi finanziati da SEGA, superando anche i 70 milioni di dollari spesi per Shenmue nel 1999. Il titolo doveva essere lanciato ad agosto del 2023, tuttavia dopo test alpha da parte della sede giapponese di SEGA, lo sviluppo è stato bloccato a settembre 2023, con conseguente cancellazione del progetto.

E così si conclude la nostra analisi approfondita sui giochi live service. Sebbene i titoli fallimentari sono tanti, bisogna ricordare che ne esistono altrettanti che hanno avuto successo. Motivo per cui le compagnie cercano in tutti i modi di penetrare questo mercato. Il problema, però, è che i giochi di successo sono già svariate decine. Introdursi in un segmento popolato dalla stessa utenza, cercando di attirarli nella propria sfera d’influenza, significa competere con progetti consolidati e in cui i videogiocatori hanno già investito molto del proprio tempo. Tra gli esempi di successo più recenti spicca Marvel Rivals, ma riuscirà a mantenere la sua utenza o ben presto tutti torneranno su Overwatch? Solo il tempo ci darà una risposta.



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