di Massimo di Paolo – Angelo Figorilli candidato sindaco per la coalizione di centro sinistra a Sulmona. Va bene che la Sinistra spesso è noiosa ma la scelta fatta sembra essere un eccesso di fantasia che ha scardinato tutto il già detto. L’odore d’incenso che veleggiava sul Partito Democratico sparito come fosse stato degradato con il migliore e intelligente antidoto. Una bella scelta ed uno dei momenti migliori per metodo, riservatezza e risultati del PD sulmonese. Trattativa di alto livello e fuori le mura, ma anche compiutezza della nuova segreteria che fin da subito ha cambiato lo stile e le aperture per la nuova fase ri-costituente. Chapeau!
Ora occorre lavorare. Significa innanzitutto ristrutturare un messaggio, una ipotesi di governo, un indirizzo programmatico che siano coerenti con un approccio di centro-sinistra vero, atteso e fuori da ogni ambivalenza. Direi soprattutto fuori da ogni ambivalenza. Che si torni a parlare di Scuola nella sua totalità, di lavoro, di servizi e assistenza alla persona, di politiche giovanili, di cura e tutela del centro storico, di terza età, di politiche di defiscalizzazione, di progettazione avanzata regionale, nazionale ed europea; che il sistema culturale non resti adeso alla rappresentazione di un ghetto per ricchi; che il terzo settore sia ammodernato, incentivato, controllato; che il commercio evolva per essere adeguato a una cittadina di pregio e affine alle richieste di un turismo di qualità; che i servizi erogati dall’amministrazione comunale possano essere umani, efficienti: riconoscenti (in grado di riconoscere il valore di ogni cittadino-utente). Che le strutture pubbliche comunali siano messe in concessione con principi di regolamentazione trasparenti ed evidenti a tutela del bene comune e degli utenti. Che si trovi il coraggio di introdurre una sana, solida ed efficiente politica pe la gestione del personale in Palazzo san Francesco: nel rispetto di chi ci lavora e nel rispetto della cittadinanza tutta. Su Angelo Figorilli non occorre sintetizzare nulla, come per altri candidati, ma le attese sono schizzate in alto soprattutto dalla fascinazione evocata in quella borghesia intellettuale sulmonese che risente di una poetica della gentilezza, della cultura alta, ma che appare distratta da quei sentimenti popolari che possono essere meravigliosi ma che spesso nascondono sofferenza, povertà, disagio nel vivere. Oltre mille famiglie sull’orlo dell’usura, giovani che non trovano istituti professionali, genitori che fanno fatica a pagare le rette -non solo quelle delle mense- senza parlare dei nostri servizi ospedalieri, della fatica a strutturare un nucleo familiare e dei processi migratori in età lavorativa.
Occorre coraggio. Dalle pagine di questa rassegna spesso abbiamo fatto riferimento a questo carattere o sentimento che dir si voglia. Non è sufficiente una visione romantica, buonista, ecumenica. Le condizioni della città richiedono anche una visione fatta di processi, organizzazione, decisione, tempistica, coordinamento, unità di intenti. La cultura sulmonese –in senso antropologico– mantiene tratti arcaici e presenta spesso rigurgiti di dominio e di arretratezze dove occorre altro, in un contesto nazionale non favorevole e più portato a sedare con feste, farina e forca. Occorre coraggio:affinchè non si riproponga lo scenario della nobile visione che taglia, amputa alla base classi sociali, agglomerati urbani, bisogni di ceti sociali marginalizzati. Occorre coraggio: per non restare impantanati in una visione radical chic della cittàpriva di quell’azione di governo capace di sporcarsi le mani nelle criticità, nelle decisioni scomode, nelle difficoltà che il dubbio impone. C’è dell’altro. Un bisogno profondo, sentito, ricercato di una pace di transizione, di un Consiglio comunale di qualità, di una ritrovata funzione pedagogica della politica. Negli ultimi venti anni si è entrati in una sorta di sindrome di Stoccolma a Sulmona. Un legame traumatico con la “politica del sequestro” che non fa evolvere. Dare a tutti la parola è cosa difficile, ancora più difficile è la fatica che occorre prodigare per capire. Ma a Sulmona è necessario tornare a darespazio a tutta la Società civile che dovrebbe farsi portavoce non solo di istanze di cambiamento ma anche di ipotesi di soluzione. In sintesi, Don Lorenzo Milani diceva: “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”.In questo si dovrebbe riconoscere un Governo di Centro-sinistra e nulla più.
Come dato accessorio, ancora uno spunto di coraggio: ora, oggi, fin da subito con Angelo Figorilli, il Pd e le forze della coalizione di centro-sinistra, dovrebbero ridare significato al passato che può agire come sabbia mobile e trattenere, con istinto bulimico, ogni forma di evoluzione.
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