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Più confusi che persuasi. Quasi tre ore di consiglio comunale non sono state utili ad avere certezza sui rischi derivanti dalla presenza di arsenico nella terra proveniente dagli scavi per il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, stoccata nel deposito di Contesse. Area parzialmente sequestrata dalla Procura. Nel pomeriggio troppe poltrone vuote nell’Aula di Palazzo Zanca che si è riunita nella seduta straordinaria convocata proprio con lo scopo di fare luce sul presunto inquinamento ambientale di una zona in cui abitano migliaia di famiglie. La domanda principale è stata una: chi risiede nelle vicinanze rischia la salute?
Le uniche risposte sono arrivate dal Consorzio Messina-Catania Lotto Nord ovvero dalle imprese Webuild e Pizzarotti che stanno realizzando la nuova linea tra Messina e Catania. Il presidente Antonio Puleo ha rassicurato i consiglieri sull’assenza di rischi per gli abitanti di Contesse e Villaggio Unrra. In sintesi: è vero che quelle terre presentano livelli di arsenico oltre i limiti ma è esclusa l’ipotesi che tale elemento chimico possa propagarsi nell’aria o contaminare terreni e falde acquifere. “Stiamo realizzando l’opera – ha detto Puleo – secondo le misure previste nel progetto esecutivo che ha ricevuto tutte le autorizzazioni. Quando le analisi hanno evidenziato livelli di arsenico fuori norma ci siamo subito fermati comunicando il tutto agli enti preposti per poi proporre di eseguire ulteriori analisi sulla terra già stoccata. Si tratta di un rifiuto che va smaltito secondo procedure ma non pericoloso per la pubblica incolumità. Il materiale è stoccato con modalità che evitano possibili infiltrazioni. Abbiamo già fatto istanza per riprendere le attività dopo il sequestro della Procura”.
Rassicurazioni che però non sono state ritenute sufficienti dai consiglieri che sul tema avrebbero voluto riscontri anche da altri organi di controllo. In primis l’Arpa, assente al tavolo come Rete Ferroviaria Italiana e Italferr. Neanche l’Asp, rappresentata dalla dottoressa Maria Gabriella Caruso, ha fornito le rassicurazioni sperate. Anzi l’Azienda Sanitaria Provinciale non è mai stata chiamata in causa sul progetto e si è solo espressa al monitoraggio di eventuali pozzi idrici in zona che non risulterebbero nonostante il secondo Quartiere ne abbia denunciato la presenza. La stessa Asp ha comunque chiarito di non aver alcuna segnalazione su patologie o particolari problemi sanitari nei due villaggi.
Risposte invocate e finora non pervenute neanche all’amministrazione comunale, più volte sollecitata ad intervenire. “Conosciamo il problema – ha detto in apertura dei lavori il sindaco Federico Basile – già a dicembre abbiamo chiesto il risultato delle analisi sulle terre depositate a Contesse e una serie di rassicurazioni sullo smaltimento dei materiali. Il 15 gennaio abbiamo ricevuto un feedback dal Consorzio senza però risposte esaustive. Alla luce del sequestro abbiamo invocato ulteriori garanzie”. Resta un grande punto interrogativo proprio sulle modalità con cui verrà smaltita la terra contaminata dall’arsenico. “Attendiamo indicazioni già da maggio”, ha ricordato il direttore generale Salvo Puccio”.
Lombardo: “Tre aree sequestrate dalla Procura e mancanza di dati certi. Il Consorzio chieda scusa”
Ed è anche per questo che Giuseppe Lombardo ha preteso prima di tutto delle scuse. Il deputato all’Ars e sindaco di Roccalumera, tra i promotori della seduta straordinaria insieme al consigliere Raffaele Rinaldo, è stato tra i primi ad accendere i riflettori sul problema arsenico presentando anche un esposto in Procura dopo le criticità emerse in diversi comuni della Jonica e compiendo un sopralluogo nel deposito di Contesse, certificando di fatto la contaminazione delle terre oltre i limiti. “Mi aspettavo delle scuse da parte del Consorzio – ha detto Lombardo – scuse rivolte in primis alla comunità. Ci sono tre aree sotto sequestro a Nizza, Alì Terme e Contesse. La presenza dell’arsenico era prevista, ma non è normale che si chiedano ancora risposte certe sugli eventuali rischi sanitari. Mi chiedo perché la Procura sia intervenuta e cosa succederà dopo. Noi il superamento dei valori lo abbiamo scoperto per caso quando il Consorzio ha comunicato ad Arpa l’anomalia” Il parlamentare ha inoltre denunciato l’impossibilità ad avere ulteriore documentazione. “Ho chiesto accesso agli atti per consultare la piattaforma in cui sono registrati tutti i campionamenti, fatto ispezione come deputato per avere i dati mancanti. Ma ancora non ci sono gli elementi per poter fornire risposte certe”.
Preoccupa anche la viabilità: “Previsti 300 camion tra Contesse e l’Unrra, senza strade alternative bisogna fermare i lavori”
C’è un altro tema a scaldare gli animi: quello legato alla viabilità. La presenza dei camion tra Contesse e il villaggio Unrra era già stato motivo di preoccupazione. Ma con l’inizio dei lavori di scavo della galleria che bucherà Capo Scaletta i mezzi che raggiungeranno la zona sud della città saranno addirittura 300. E sono in tanti a ragionare se sia necessario sospendere i lavori fino a quando non si crei una strada alternativa all’unica arteria che al momento permette di raggiungere il deposito. “Non è pensabile che chi ha progettato l’opera – ha detto il capogruppo del Pd Felice Calabrò – non abbia pensato alla viabilità. Un’alternativa era già stata discussa vent’anni fa e prevedeva la copertura della parte finale del torrente San Filippo. Chiediamo la sospensione delle operazioni per tutelare la salute pubblica e attendiamo risposte certe da Asp, Arpa e Comune”.
E proprio il Pd, con una nota firmata anche dai consiglieri Alessandro e Antonella Russo, chiede all’amministrazione comunale di accelerare per trasformare in realtà il progetto di copertura dell’intero torrente San Filippo e il successivo collegamento con la viabilità esistente da e per il villaggio Unrra e da e per l’area ex Decon.
Un’altra alternativa potrebbero essere i già annunciati svincoli provvisori previsti a Itala, Nizza, Sant’Alessio e Taormina. Ma l’iter di progettazione è ancora lungo e passerà molto tempo. Intanto sul tema viabilità lo stesso presidente del Consorzio Messina-Catania ha chiarito senza mezzi termini: “Non siamo noi i responsabili, ma siamo pronti a studiare soluzioni”.
Il Consiglio invoca chiarezza e studia una mozione
Alla fine tante parole e pochi fatti concreti. Ed è per questo che l’Aula metterà per iscritto la serie di quesiti rimasti senza risposte e chiamerà nuovamente in causa gli organi preposti. Gli interrogativi riguardano appunto i potenziali rischi per la presenza di arsenico e le soluzioni per evitare l’invasione di mezzi pesanti. Spunti contenuti anche nella mozione che potrebbe arrivare a chiedere lo stop allo stoccaggio in assenza di dati certi sulle terre e alternative viabili.
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