più tutele per anziani, fragili e disabili. Queste le richieste

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Attenzione particolare ad anziani, fragili e disabili ma anche alle strutture a loro dedicate, perché questa regione non diventi il peggiore ospizio d’Italia”.

E’ il sollecito che il segretario regionale della Uil Pensionati di Basilicata, Carmine Vaccaro, inoltra all’assessore regionale alla Salute e alle Politiche della Persona, Cosimo Latronico.

Alla luce della discussione aperta dopo la sua recente relazione in Consiglio regionale circa lo stato attuale della sanità lucana, con la prospettiva di aprire una nuova pagina attraverso la scrittura del Piano socio-sanitario della Basilicata, Vaccaro continua:

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“Mi rivolgo all’assessore Latronico perché in questo momento di programmazione del nuovo sistema sanitario regionale vengano tenute in considerazione alcune questioni cruciali, a garanzia di un diritto universale come quello a ricevere cure e ad essere assistiti dignitosamente.

Mi riferisco ai nostri anziani non autosufficienti, alle persone fragili e ai disabili.

Si tratta di categorie da tutelare, rispetto a quanto non fatto nel recente passato.

A partire dal potenziamento della rete di assistenza domiciliare sui territori, quanto mai necessaria alla luce di una sempre più crescente emigrazione della popolazione verso il Nord, verso l’Europa.

Non si tratta solo di giovani che vanno via, ma anche dei loro genitori e di famiglie intere.

Di fronte a questo fenomeno inarrestabile, rileviamo un numero crescente di rimasti anziani soli.

Per cui si rende indispensabile nei casi di autosufficienza, quantomeno un supporto psicologico e logistico, e nei casi di non autosufficienza anche di assistenza pratica.

Molti di essi, inoltre, si trovano sulla soglia di povertà con soli 500 euro al mese (circa 33mila) circostanza che non consente loro di potersi permettere una sistemazione in una casa di cura.

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Dunque fondamentale mettere in piedi una rete di supporto fatta di professionisti pubblici ma anche di volontari incaricati di fornire le cure a domicilio, ma anche di sbrigare questioni pratiche quotidiane, penso alla spesa alle incombenze burocratiche.

Si dedichi un capitolo della spesa pubblica all’assistenza domiciliare che possa risultare accessibile realmente e gratuitamente specie per quanti non beneficiano di pensioni dignitose.

E poi c’è la garanzia di cure sanitarie tempestive e di qualità, le liste d’attesa da abbattere perché anziani e fragili lucani non siano costretti ad affidarsi all’ausilio di professionisti in altre regioni.

Con costi di trasporto e alloggio non indifferenti.

Altro aspetto quello della disabilità.

Che riguarda non solo la popolazione over 65 ma anche i giovani.

Anche qui credo sia necessario un passo in avanti, non solo per la garanzia delle cure e dei servizi ad esse collegate, ma anche per educare le nuove generazioni al rispetto di tutti.

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Troppo spesso sentiamo di casi di maltrattamenti e addirittura di violenza nei confronti dei diversamente abili, soprattutto delle donne alle quali deve essere garantito un adeguato supporto psicologico, di salute ma anche e lo sottolineo, di difesa personale e di conoscenza della sessualità.

Infine, c’è la questione delle rsa e delle case di cura.

Strutture private che vanno sostenute in questa grave fase di recessione economica, perché possano garantire servizi adeguati agli ospiti e lavoro ai dipendenti.

Auspichiamo che questa fase di rideterminazione della sanità di Basilicata dopo decenni di stallo, sia affrontata con uno sguardo al presente ma anche al futuro.

Siamo una regione in via di spopolamento, dove la popolazione anziana cresce in termini percentuali rispetto a quella giovane.

Dobbiamo fare in modo che la vita dei più fragili sia vissuta con dignità e con i servizi sanitari necessari che non siano appannaggio solo dei ricchi.

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Chiediamo a tutta la politica regionale, alla luce del vergognoso aumento delle indennità dei consiglieri regionali, di mettere da parte gli appetiti personali e di investire le risorse pubbliche(a partire dalle royalties del petrolio per cui non ci stancheremo mai di suggerire la creazione del Fondo sovrano) per dare risposte ai bisogni della gente, ma anche di interfacciarsi con le categorie sociali di riferimento, così da mettere in piedi un sistema sanitario in grado di dare risposte ai lucani, in particolare alla popolazione più fragile”.





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