Adottato il pacchetto Omnibus sulla semplificazione delle norme UE. Sostenibilità e due diligence portata ridotta

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Adottato oggi l’annunciato pacchetto Omnibus della Commissione Europea sulla semplificazione delle norme UE.

L’obbligo di effettuare la rendicontazione di sostenibilità secondo la CSRD sarà limitato ad aziende con almeno 1000 dipendenti e più di 50 milioni di euro di fatturato o 25 milioni di patrimonio netto. Di fatto sarà tagliato dall’ambito di applicazione circa l’80% delle aziende precedentemente previste e la Commissione precisa che le nuove norme faranno in modo che le piccole e medie aziende non siano obbligate neppure in modo indiretto (per esempio attraverso gli obblighi di trasparenza delle imprese capo-filiera).

Rallentamento dei tempi di adozione. Il pacchetto proposto oggi prevede un rinvio di due anni dell’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione per le grandi imprese che non hanno ancora iniziato ad applicare la CSRD e per le PMI quotate (Wave 2 e 3), al fine di concedere ai co-legislatori il tempo necessario per concordare le modifiche sostanziali proposte dalla Commissione.

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La Commissione ha l’obiettivo di realizzare uno sforzo di semplificazione delle norme senza precedenti, con una riduzione almeno del 25% degli oneri amministrativi e almeno del 35% per le PMI entro la fine di questo mandato. Questi primi pacchetti Omnibus, che raggruppano proposte in vari settori legislativi correlati, riguardano una semplificazione di ampio respiro nei settori della rendicontazione finanziaria sostenibile, della due diligence sulla sostenibilità, della tassonomia dell’UE, del meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera e dei programmi di investimento europei.

Se adottate e attuate come previsto, si stima che le proposte porteranno a un risparmio complessivo di circa 6,3 miliardi di euro in costi amministrativi annuali e a mobilitare una capacità di investimento pubblico e privato aggiuntiva di 50 miliardi di euro per sostenere le priorità politiche.

Le novità per la rendicontazione sulla sostenibilità – In particolare, i principali cambiamenti nell’area della rendicontazione sulla sostenibilità, ovvero le norme CSRD e Tassonomia UE, saranno:

  • Rimuovere circa l’80% delle aziende dall’ambito della CSRD, concentrando gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità sulle imprese più grandi, che sono più propense ad avere il maggiore impatto sulle persone e sull’ambiente;
  • Garantire che gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità per le grandi aziende non gravino sulle piccole imprese nelle loro catene di approvvigionamento;
  • Posticipare di due anni, fino al 2028, gli obblighi di rendicontazione per le aziende attualmente soggette alla CSRD che sono tenute a rendicontare a partire dal 2026 o 2027;
  • Ridurre il carico degli obblighi di rendicontazione della Tassonomia UE e limitarlo alle aziende più grandi, corrispondenti all’ambito della CSDDD, pur mantenendo la possibilità di rendicontare volontariamente per le altre grandi aziende che rientrano nel futuro ambito della CSRD. Ciò dovrebbe comportare risparmi significativi per le piccole aziende, consentendo alle imprese che desiderano accedere alla finanza sostenibile di continuare tale rendicontazione;
  • Introdurre l’opzione di rendicontare le attività parzialmente allineate con la Tassonomia UE, promuovendo una transizione ambientale graduale delle attività nel tempo, in linea con l’obiettivo di ampliare la finanza per la transizione per aiutare le imprese nel loro cammino verso la sostenibilità;
  • Introdurre una soglia di materialità finanziaria per la rendicontazione sulla Tassonomia e ridurre i modelli di rendicontazione di circa il 70%;
  • Introdurre semplificazioni nei criteri più complessi di “Do No Significant Harm” (DNSH) per la prevenzione e il controllo dell’inquinamento legato all’uso e alla presenza di sostanze chimiche che si applicano orizzontalmente a tutti i settori economici nella Tassonomia UE, questo come primo passo nella revisione e semplificazione di tutti tali criteri DNSH;
  • Adattare, tra gli altri, l’indicatore di performance chiave basato sulla Tassonomia per le banche, il Green Asset Ratio (GAR). Le banche potranno escludere dal denominatore del GAR le esposizioni relative a imprese che sono al di fuori del futuro ambito della CSRD.

Semplificare la due diligence per le pratiche aziendali responsabili – I principali cambiamenti nell’area della due diligence sulla sostenibilità saranno:

  • Semplificare i requisiti di due diligence sulla sostenibilità in modo che le imprese rientranti nell’ambito evitino complessità e costi inutili, ad esempio concentrando i requisiti sistematici di due diligence sui partner commerciali diretti e riducendo la frequenza delle valutazioni periodiche e del monitoraggio dei loro partner da annuale a quinquennale, con valutazioni ad hoc laddove necessario;
  • Ridurre gli oneri e gli effetti a cascata per le PMI e le piccole medie imprese, limitando la quantità di informazioni che possono essere richieste come parte della mappatura della catena del valore da parte delle grandi imprese;
  • Aumentare ulteriormente l’armonizzazione dei requisiti di due diligence per garantire condizioni di parità in tutta l’UE;
  • Rimuovere le condizioni di responsabilità civile dell’UE, pur preservando il diritto delle vittime a una piena compensazione per i danni causati dalla non conformità, e proteggendo le imprese contro il rischio di sovracompensazione, nell’ambito dei regimi di responsabilità civile degli Stati membri;
  • Dare alle imprese più tempo per prepararsi a rispettare i nuovi requisiti posticipando di un anno l’applicazione dei requisiti di due diligence sulla sostenibilità per le grandi imprese fino al 26 luglio 2028, anticipando al contempo l’adozione delle linee guida di un anno fino a luglio 2026. 

Fonte: COmmissione UE 



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