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Gabriele si sveglia con un leggero giramento di testa e una strana sensazione di spaesamento. È accaldato e appiccicoso per il sudore. Non è nemmeno sul suo cuscino, né sul suo letto.
Più incuriosito che confuso, si gira sull’altro fianco e scopre di aver dormito con una sconosciuta dai lunghi capelli castani, raccolti in una coda alta, spettinati dal sonno. È completamente nuda, la pelle abbronzata è segnata da linee più chiare.
Ma si fa le lampade con il costume?
Anche lui è nudo e la situazione lo eccita. Strano che non ricordi proprio nulla di come sia finito lì.
Prova a svegliarla accarezzandole il braccio e poi il fianco sinuoso. In assenza di reazioni, le strizza una chiappa con decisione. Ha il cuore in gola, spera di aver raggiunto la confidenza necessaria.
Forse sì, in fondo abbiamo dormito nudi nello stesso letto.
Lei si stiracchia, senza aprire gli occhi, e mugugna un «Buongiorno.»
Lui sorride. «Buongiorno.»
La ragazza si porta una mano alla fronte, ha la voce impastata. «Oddio, che mal di testa!»
«Tutto bene?»
«Ieri mi sono ubriacata, non so se te ne sei accorto.»
Gabriele prova a ricordare. Forse ha bevuto troppo anche lui, ma non sente nessun postumo a parte il vuoto totale nella mente. E mentre cerca di far riaffiorare qualche vago dettaglio della serata, fosse anche solo il nome della ragazza, non smette di accarezzarle il fianco.
Lei apre un occhio e gli sposta la mano. «Davvero, non ce la faccio.» Poi si gira a pancia in su.
Gabriele si perde a fissare i piccoli seni bianchi che risaltano nella penombra sulla pelle ambrata.
«Ahi… Ahi! Per favore, mi prendi un Oki dalla borsa? Non riesco neanche a sedermi.»
Esita un attimo per l’imbarazzo, poi si alza e va per rovistare tra gli oggetti in cerca di qualche indizio.
Quanti nascondigli ci sono? Chissà se il portafoglio con la bandiera canadese, le gomme da masticare o la marca dei trucchi possono dire qualcosa del suo carattere.
«Ci vuole tanto?»
Gabriele si concentra sul compito. Apre una tasca e trova l’antidolorifico. Glielo porta e si siede accanto a lei, cingendole il fianco.
La ragazza si copre il viso con le mani. «Lo so che ieri sera ti avevo promesso un risveglio di fuoco, per favore non odiarmi.»
Continua ad accarezzarla, in realtà non si ricorda. «Dai, non importa.»
Lei strizza gli occhi per un attimo e poi gli ferma le mani. «Senti: dirò alle mie amiche che è stata una gran scopata. Puoi anche sputtanarmi con i tuoi amici e ammetterò che abbiamo fatto tutto quello che vuoi… ma, scusami, adesso non me la sento. Non sei tu, è che sono proprio a terra.»
Sospira rassegnato. «Possiamo anche non dire niente, non siamo obbligati…»
Lei schiocca la lingua. «Ci hanno visti salire in camera limonando di brutto e ci hanno lasciati soli, secondo te ci credono? Faranno un sacco di domande e già ho mal di testa. Meglio dirgli subito quello che s’aspettano e lasceranno stare.»
Gabriele annuisce. Cerca di ritrovare la scena nella sua mente, arricciando il naso.
Quindi siamo entrati, ci siamo spogliati completamente nudi e ci siamo addormentati senza fare nulla?
La cosa non gli torna, ma sorride lo stesso. «Già!»
La ragazza si alza a fatica. «Oddio! Come sono appena sveglia dopo una sbronza?»
Lui si perde nei particolari: il ciuffo in disordine, la spalla scontornata in controluce, la mano che scivola sui mobili in cerca di stabilità. «Sei splendida!»
Lei, mettendosi di profilo allo specchio, si pizzica il ventre. «Da far schifo. Una birra, un margarita, qualche shottino e guarda che panza!»
«Ma non è vero!» sbotta Gabriele, con tono sincero.
La osserva mentre si infila il vestito e butta gli slip nella borsa. Trova molto simpatica questa sua immediatezza.
«Ce l’avevo il reggiseno, ieri sera?»
«Boh?»
Lei tenta un paio di volte di raccogliere i sandali con le dita dei piedi, senza riuscirci. «Me li tiri su, per favore?»
Gabriele esegue con un sorriso.
La ragazza gli punta il dito contro. «Ehi: io non faccio cose strane tipo farmi legare al letto o prenderlo di dietro. E voglio sempre il preservativo. Per il resto, puoi inventare quello che vuoi, basta che non mi rovini la reputazione. Chiaro?»
«Ok!» Sorride divertito, poi si avvicina per rubarle un bacio.
Lei si allontana. «No, che ci abbiamo la fiatella! Per carità.»
Lui si mette il palmo davanti alla bocca e si mette a ridere.
La ragazza fa la stessa mossa. Dal movimento degli occhi si capisce che sorride. Resta per un po’ a fissarlo, poi si avvicina per stampargli le nocche sul dorso della mano.
Infine lo saluta con un occhiolino ed esce.
Un momento: ma se questa non è camera mia e non è camera sua, di chi è?
Cerca il suo smartphone e trova una notifica: “Si chiama Francesca.”
Tappa e sblocca lo schermo: si è mandato da solo quel messaggio.
E non è l’unico che si è inviato. Mentre scorre le parole degli altri, si sente mancare il pavimento sotto i piedi e si abbandona sul letto con l’espressione vuota.
“Mi piace, è simpatica. Abbiamo passato un bel pomeriggio insieme e una serata al disco pub, i dettagli me li sono segnati nelle note. Però adesso è ubriaca marcia. Mi ha seguito fino in camera, ma non mi va di farlo adesso e dimenticare tutto. L’ho convinta ad aspettare la mattina, non è stato difficile visto che non si regge in piedi. So anche come mi sento adesso mentre leggo: oggi è il 29 luglio 2023, ultimo giorno di vacanze al mare, anche se sono convinto che sia il 6 marzo 2020. Quel giorno sono stato investito e ho avuto un trauma cranico a seguito del quale ho perso la memoria a breve termine. Ogni volta che mi addormento i miei ricordi si resettano, così mi dicono. Spero di non essermi rovinato la scopata, altrimenti pazienza: pare che in questi anni ho avuto diverse giornate di merda ma per fortuna me le sono dimenticate tutte.”
Resta a guardare lo schermo con la bocca aperta, mentre la mente vaga tra un pensiero e l’altro in modo caotico.
Alla fine arriva un messaggio da Alberto: “Sono il tuo compagno di stanza. Scrivimi quando hai finito con la Francy,” chiuso con l’occhiolino, la melanzana e gli spruzzi d’acqua.
E questo chi è?
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