Dal pharma al biotech, Paesi arabi a caccia di innovazione italiana

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Gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato l’impegno a investire 40 miliardi di dollari in Italia. E a tal fine si parla della sottoscrizione di oltre 40 accordi per rafforzare la cooperazione strategica in diverse aree considerate prioritarie, tra cui tecnologia, energia, difesa, e anche sanità. Il rafforzamento della partnership bilaterale è stato dichiarato durante il Forum imprenditoriale Italia-EAU che si è svolto a Roma in concomitanza con la visita di Stato del presidente emiratino, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan.

Business Forum Italia-EAU: diplomazia della crescita in azione

È stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ad aprire il Forum, organizzato dalla Farnesina insieme ai ministeri dell’Economia e degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, con il supporto di Italian Trade Agency, Cassa Depositi e Prestiti e Sace.

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«Un’occasione preziosa per rafforzare il nostro dialogo economico e per lavorare insieme a nuove opportunità di collaborazione industriale, scambi e investimenti in tutti i settori più innovativi» ha detto Tajani, definendo gli Emirati un partner economico strategico.

«È il primo mercato di destinazione del nostro export nell’area del Medio Oriente Nord Africa. E il nostro interscambio continua a crescere al ritmo straordinario di oltre il 14% all’anno. 9 i miliardi di euro nei primi 11 mesi nel 2024». Lo ha sottolineato il ministro, ricordando l’impegno a rafforzare le imprese italiane nel mondo con azioni di diplomazia della crescita.

Obiettivo: sostenere l’export italiano e attirare nel nostro paese investimenti internazionali, attraverso un’azione sinergica che coinvolge tutti gli attori del Sistema Italia (Ita, Simest, Sace, Cdp).

Nuovi mercati per l’export italiano

L’export italiano – nonostante il contesto geopolitico internazionale complesso – gode di “buona salute”. In particolare, l’export verso l’area extra UE ha fatto registrare il record di 305 miliardi nel 2024 e i prodotti farmaceutici e chimico-medicinali sono tra i settori più performanti, +35,5% (dati Istat dicembre 2024).

«L’industria farmaceutica è un settore dove l’Italia ha dei campioni straordinari ed è uno dei settori dove con gli Emirati potremo raggiungere obiettivi ambiziosi» ha evidenziato Tajani, ricordando che «l’innovazione deve essere la chiave di volta di questa collaborazione». Come, in generale, deve esserlo per il piano d’azione per lo sviluppo dell’export nei mercati emergenti ad alto potenziale a cui sta lavorando il Ministero e il cui scopo è favorire la penetrazione delle aziende italiane in una serie di economie, come gli Emirati Arabi Uniti, ma non solo, per offrire nuove opportunità di crescita al nostro sistema produttivo.

Perché gli Emirati, come il Qatar e altre economie avanzate del Golfo, sono considerati «hub commerciali e finanziari di interesse globale». Anche per il biotech italiano.

Il biotech: un asset strategico per l’Italia

«Il mondo arabo ha sete di know-how ed è disposto a co-investire per attrarre biotech company in modo che vadano lì a fare attività di ricerca di alto livello. Per il Qatar, in particolare, la research and development è una top priority» commenta Pierluigi Paracchi, ceo e founder di Genenta Science, unica società italiana quotata sul Nasdaq di New York, e componente del Consiglio di presidenza Assobiotec.

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A tal proposito, Paracchi ricorda che proprio un anno fa, il dicastero guidato da Antonio Tajani ha istituito il Tavolo di lavoro per l’internazionalizzazione delle industrie del comparto biotech, per sostenere l’espansione del settore. «Per favorire l’incontro con potenziali investitori e partner internazionali, abbiamo raccomandato l’istituzione di un elenco speciale delle imprese biotecnologiche emergenti e abbiamo avviato un programma di promozione dedicato, il “Montalcini Global Biotech Tour”, che il 16 e 17 aprile condurrà le biotech italiane a Doha, dove incontreremo il Qatar Investment Authority, visiteremo il Qatar Science & Technology Park, ecc. Subito dopo sarà la volta di Basilea, durante lo Swiss Biotech Day, e poi via via altri eventi biotech per creare connessioni in hub biotecnologici globali».

Paracchi, che è il moderatore del tavolo (qui il rapporto ad interim), ribadisce che «il biotech è un asset strategico, le industrie biotech italiane stanno sviluppando tecnologie molto competitive e l’attrazione di investimenti esteri in R&S è il perno per garantire una crescita competitiva». Il Sistema Paese, insomma, può e deve puntare sulle biotecnologie per competere, e curare rapporti bilaterali di cooperazione con altri paesi è fondamentale per il posizionamento internazionale dell’Italia in campo biotecnologico.

Accordi sui vaccini: Italia ed Emirati rafforzano la collaborazione farmaceutica

Intanto, per consolidare la cooperazione tra Italia e Emirati Arabi, il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha siglato cinque accordi finalizzati a promuovere investimenti reciproci, innovazione tecnologica e collaborazione in settori chiave dell’economia, tra cui farmaceutica e scienze della vita.

Uno degli accordi riguarda il partenariato strategico sugli investimenti. Nell’ambito di questa intesa, Cdp e Abu Dhabi Investment Office hanno firmato un Memorandum of Understanding per facilitare la collaborazione tra imprese italiane ed emiratine e agevolare l’accesso agli investitori ai mercati di riferimento. Intese analoghe sono state siglate tra Confapi e AIM Global Foundation, per favorire l’internazionalizzazione delle Pmi, e tra Abu Dhabi Chamber of Commerce e Confindustria Lazio, con l’obiettivo di incentivare investimenti privati nei due Paesi.

Un secondo Memorandum, sempre tra Mimit e il Ministero dell’Industria e delle tecnologie avanzate degli Emirati Arabi Uniti, punta a rafforzare le industrie italiane ed emiratine attraverso il trasferimento tecnologico, facilitando investimenti in diversi ambiti, tra cui tecnologie verdi, salute, Ai e agroalimentare.

Inoltre, Urso ha siglato un Memorandum con il Ministero degli Investimenti emiratino per la cooperazione nella catena del valore del settore farmaceutico, con un focus specifico sui vaccini. Questo accordo – comunica il ministero in una nota – mira a rafforzare la capacità produttiva e la collaborazione tra le aziende dei due paesi in un comparto strategico per la salute globale.

Ma non è stato fatto alcun nome delle aziende del settore pharma coinvolte. Mentre è stato reso noto che, in altri ambiti, gli accordi coinvolgono grandi aziende, come Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Tim, Leonardo e Fincantieri.

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