In Serbia la polizia ha perquisito le sedi delle ong finanziate da USAID

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Il 25 febbraio a Belgrado la polizia serba ha perquisito le sedi di quattro organizzazioni non governative che ricevono o ricevevano finanziamenti da USAID, l’agenzia statunitense per gli aiuti internazionali che l’amministrazione del presidente Donald Trump sta smantellando. Secondo molti osservatori, le autorità serbe starebbero cercando di sfruttare le accuse del governo statunitense a USAID per aumentare i controlli sulle ong che criticano il governo e il presidente Aleksandar Vučić, che ha posizioni conservatrici e nazionaliste.

A gennaio, subito dopo il suo insediamento, Trump aveva firmato un ordine esecutivo per «rivalutare tutti i finanziamenti» e sospendere almeno temporaneamente le erogazioni dei fondi della USAID. Nei giorni successivi l’agenzia è stata di fatto smantellata, con licenziamenti e tagli alle spese che stanno avendo grosse ripercussioni in molte parti del mondo. L’amministrazione Trump ha motivato la decisione con generiche accuse di un uso «improprio» di fondi pubblici, usati per «finanziare campagne di sinistra, ideologiche» e di parte.

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Per quanto riguarda la Serbia, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha detto che USAID ha finanziato con 1,5 milioni di dollari vari «programmi su diversità, inclusione e uguaglianza sui posti di lavoro».

Cartelli di protesta contro il presidente Aleksandar Vučić a febbraio (AP Photo/Darko Vojinovic)

Lunedì in un messaggio televisivo sulle proteste Vučić ha parlato di «numerose organizzazioni finanziate da stranieri per organizzare manifestazioni», e ha annunciato l’intenzione di collaborare con l’FBI per indagare sui finanziamenti alle ong serbe. Il giorno successivo sono state perquisite le sedi delle ong Iniziative Civiche, Centro per la ricerca, trasparenza e responsabilità (CRTA), Centro per la politica pratica e Fondazione Trag. Tutte si occupano di diritti umani e diritti civili, trasparenza dei processi elettorali e cooperazione a livello locale, e a volte criticano l’operato del governo.

Le operazioni, condotte ogni volta da una ventina di poliziotti e guidate da uno speciale dipartimento “anticorruzione”, avevano l’obiettivo ufficiale di «raccogliere prove di abusi e riciclaggio di denaro». Iniziative Civiche ha definito le perquisizioni «un grave attacco ai basilari diritti dei cittadini e un’ulteriore pressione illegale sulla società civile in Serbia».

In questi anni i governi di destra di Vučić sono stati al centro di numerose proteste per episodi di corruzione, per la sua impostazione autoritaria e per i crescenti legami con paesi come Russia, Cina e Ungheria. Non hanno però mai portato a cambiamenti politici, e nel tempo Vučić ha limitato le possibilità di azione delle opposizioni: quest’ultima operazione contro le ong sembra andare nella stessa direzione, sfruttando le accuse dell’amministrazione statunitense di Trump.

Da novembre in particolare in Serbia sono in corso proteste più grosse del solito, iniziate dopo il crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, una città a circa 60 chilometri dalla capitale Belgrado. Sono diventate sempre più estese e partecipate, avvengono quasi ogni giorno in diverse città del paese e molte facoltà universitarie in Serbia (almeno 85, secondo i giornali locali) sono occupate dagli studenti che protestano contro il governo.

Dal 2001 USAID ha investito oltre 1 miliardo di dollari in Serbia, ma la maggior parte dei fondi è andatia a enti governativi, con l’obiettivo di migliorare le pratiche contro la corruzione o la protezione dell’ambiente. Anche il parlamento serbo ha ricevuto finanziamenti e in generale l’agenzia ha favorito lo sviluppo di progetti di sicurezza, di strutture energetiche e di imprese. Una parte dei fondi ha anche finanziato ong e media indipendenti nel paese.

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Il primo ministro slovacco Robert Fico e il presidente serbo Aleksandar Vučić a novembre (AP Photo/Darko Vojinovic)

La Serbia non è l’unico paese ad aver lanciato campagne contro le ong dopo le accuse di Trump sull’operato di USAID. Il primo ministro slovacco Robert Fico ha detto che nel suo paese i fondi «sono stati usati senza dubbio per fini politici, con l’obiettivo di favorire alcuni partiti», e ha promesso indagini più approfondite.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán da anni promuove una repressione radicale delle ong e dei media indipendenti, soprattutto da quando nel 2023 istituì l’Ufficio di protezione della sovranità, che ha il compito di indagare su organizzazioni accusate di perseguire “interessi stranieri”. Nei giorni scorsi le polemiche legate a USAID sono state molto enfatizzate dai media legati al governo e venerdì Orbán ha detto: «È necessario rendere legalmente impossibile l’esistenza di queste reti internazionali in Ungheria».



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