inchiesta su traffico di rifiuti

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


Francesco Roberti, presidente del Molise, è indagato per corruzione in un’inchiesta che riguarda un presunto traffico di rifiuti. Indagata anche la moglie Elvira Gasbarro, tecnica ambientale. I fatti risalirebbero a prima della sua elezione. Roberti ha detto di aver tenuto “sempre comportamenti corretti e rispettosi della legge”.

Francesco Roberti (Forza Italia), presidente della Regione Molise

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Assistenza fiscale

 

Il presidente del Molise Francesco Roberti è indagato per corruzione, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Campobasso che riguarda un presunto traffico di rifiuti tra la Puglia e la sua Regione. Insieme a lui sono indagati anche la moglie Elvira Gasbarro, tecnica ambientale, e altre 45 persone. Lo stesso Roberti, esponente di Forza Italia, ha confermato di aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini: “Sono pronto a fornire alla magistratura tutte le necessarie informazioni utili”. I fatti, come ha precisato il presidente, risalirebbero a prima della sua elezione, avvenuta nell’estate 2023. Secondo gli inquirenti, il traffico avrebbe riguardato le due Regioni e almeno una società, Energia pulita.

Si parla del periodo dal 2020 al 2023, quando Roberti era presidente della provincia di Campobasso (“ente competente per le autorizzazioni in materia di rifiuti”) e sindaco di Termoli, ma anche membro del consiglio generale della Consib, (Consorzio per lo sviluppo industriale della valle del Biferno) comprendeva anche la società Energia pulita. A riportare la notizia dell’indagine è stata Repubblica, specificando che il nome di Roberti era stato secretato da procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo nell’avviso di conclusione delle indagini.

Nelle carte si leggerebbe che per la Procura Roberti era “coprogettista delle pratiche presentate dalla società Energia pulita al comune di Termoli da lui stesso amministrato”. In più, “accettava dal direttore tecnico della società denaro e altre utilità per sé e per la moglie“.

Gasbarro per alcuni mesi tra il 2020 e il 2021 lavorò in uno studio di consulenza ma “di fatto operava” per Energia pulita secondo i pm. Da aprile 2021 e per un anno, avrebbe lavorato per un’azienda “di cui erano amministratori di fatto” i vertici di Energia pulita, per poi diventare dipendente della stessa società per un anno e mezzo.

In quei due anni complessivi, la donna avrebbe ricevuto circa 37mila euro di stipendi. Sempre in quel periodo, lo studio di cui Roberti era socio avrebbe avuto incarichi dalla società per un valore di poco meno di 7mila euro. Il sindaco avrebbe anche indicato un’impresa edile a cui affidare dei lavori interni a Energia Pulita e a un’altra società, per un costo totale di quasi 780mila euro.

Secondo gli inquirenti, in questo intreccio Energia pulita e altre aziende avrebbero ottenuto che Roberti si interessasse alle “pratiche edilizie” presentate a Termoli. Ma non solo, e qui entra in gioco la parte della vicenda che riguarderebbe i rifiuti. L’allora presidente di provincia avrebbe “esercitato i suoi poteri per regolamentare, secondo i desiderata del management di Energia pulita, i carichi giornalieri di rifiuti” che venivano ricevuti dai proprietari di una discarica locale.

Per questo, quindi, l’ipotesi di reato è di corruzione per l’esercizio della funzione. L’inchiesta, come detto, è molto più ampia e conta in tutto 45 indagati. Tra i reati ipotizzati ci sono estorsione, traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta e infiltrazioni mafiose. Va sottolineato comunque che nessuna delle accuse rivolte a Roberti ha a che fare con l’ambito mafioso, su cui si concentra una parte diversa dell’inchiesta.

Microcredito

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Da parte sua, Roberti si è detto estraneo ai fatti. Ha sottolineato che la vicenda “non riguarda il mio ruolo da presidente della Giunta regionale del Molise”, ma “attività precedenti alla mia elezione”. E ha aggiunto: “Mi preme precisare come da parte mia ci siano stati sempre comportamenti corretti e rispettosi della legge”. Ha affermato di essere “pronto a fornire alla magistratura tutte le necessarie informazioni utili a fare luce su ogni aspetto, affinché sia fatta piena chiarezza” e “questa situazione possa risolversi rapidamente a conferma della correttezza del mio operato“. Nel frattempo, ha concluso, “Continuerò a svolgere il mio lavoro con la massima serietà e serenità. Come sempre, nutro piena fiducia nel lavoro della magistratura”.





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