Strange Darling è una piacevole (e inaspettata) sorpresa

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Quant’è importante il punto di vista in una storia? È quello che si chiede JT Mollner nella sua opera seconda Strange Darling, rilasciato la scorsa estate negli Stati Uniti ma arrivato solamente il 13 febbraio 2025 nelle nostre sale. Willa Fitzgerald e Kyle Gallner sono i protagonisti di un thriller in cui l’apparenza inganna, rivelatosi un’inaspettata e piacevole sorpresa.

La caccia serrata di Strange Darling

Strange Darling: i protagonisti

Strange Darling è diviso in sei capitoli, presentati in ordine non lineare. La storia si dichiara ispirata alle gesta di un fantomatico serial killer attivo nell’Oregon tra il 2018 e il 2020 e segue la protagonista, chiamata semplicemente The Lady (Willa Fitzgerald), nella sua fuga da un uomo armato, The Demon (Kyle Gallner). Con il graduale riordinarsi dei tasselli, però, si scoprirà come ci sia ben altro oltre a ciò che appare.

L’arrivo di Strange Darling in sala non è stato privo di ostacoli, a cominciare dalle interferenze della casa di produzione Miramax, inizialmente oppostasi alla presenza dell’attrice Willa Fitzgerald e all’intreccio non ordinato: solo la ferma insistenza del regista del lungometraggio, JT Mollner, ha permesso infine che la Miramax acconsentisse alle sue richieste.

La struttura scombinata dei capitoli non è di certo una novità, da Rapina a Mano Armata a Pulp Fiction, ma non cade nell’esercizio di stile, anzi contribuisce al senso di confusione e straniamento che i suoi stessi protagonisti provano, fomentando le domande mentre la sua vera natura si va a dipanare; sembra così di assistere ad una storia quasi sospesa nel tempo, una corsa folle nella provincia americana, grazie anche all’effetto vintage della scelta di girare in 35 mm. Gioca un ruolo fondamentale la fotografia calda e sgargiante di Giovanni Ribisi, che all’esordio come DOP realizza un riuscitissimo lavoro inframezzando qua e là anche luci al neon di chiara ispirazione al cinema di Nicolas W. Refn.

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Strange Darling tra due anime

Kyle Gallner in una scena di Strange Darling.Kyle Gallner in una scena di Strange Darling.

Devo chiedertelo. Sei un serial killer?La domanda che viene fatta ad inizio film è quella che gli stessi spettatori rivolgono alle figure in scena. Il cuore pulsante di Strange Darling sono loro, The Lady & The Demon, che dopo una notte di passione danno il via ad una sfida tra gatto e topo che si consuma in un’adrenalinica ora e mezza di visione. Mollner non lesina su sangue e violenza, confezionando atmosfere pulp attraverso un roboante inseguimento nella campagna dell’Oregon, che sia a bordo di una scarlatta Ford Pinto o seguendo le tracce come cacciatori attraverso boschi e case coloniche.

Il cast è piuttosto ridotto (da segnalare una comparsata di Steven Michael Quesada, l’agente Gomez di Breaking Bad), ma è capitanato dalle pulsanti interpretazioni di Kyle Gallner e soprattutto quella di Willa Fitzgerald, atipica final girl-femme fatale che prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei continui ribaltamenti di ruoli, prospettive e momenti.

Strange Darling, che cosa non ha funzionato?

Willa Fitzgerald in una scena di Strange DarlingWilla Fitzgerald in una scena di Strange Darling

Il principale difetto di Strange Darling, a conti fatti, forse è proprio la consapevolezza della propria buona fattura: in certi momenti si specchia su sé stesso, arrivando, in sostanza, a credersela un po’ troppo (come nell’apertura in cui viene apertamente annunciata la realizzazione in 35 mm), come a volersi autocandidare a instant cult.


Questo non influisce comunque sul risultato finale. JT Mollner costruisce un thriller più che efficace grazie, oltre alla già citata fotografia di Ribisi, alla sua regia ispirata, il montaggio serrato e la colonna sonora mista tra repertorio elettronico e brani originali, come la Love Hurts dei Nazareth: la costante tensione tra amore e morte tanto cara a questo genere di film e qui sapientemente rielaborata.

Strange Darling in breve

Strange Darling vuole mettere in scena quella parte più oscura e malvagia dell’America seminando indizi sulla presunta storia vera dell’assassino, sul quale non si trovano veri e propri riscontri ma solo stralci qua e là, come briciole di pane. Negli USA ha fatto discutere all’uscita, e nonostante una campagna marketing praticamente nulla nel nostro Paese (non aiutata dall’assenza di nomi di grande calibro), dare una possibilità a Strange Darling è fondamentale: in un periodo di costante lamentela sulla mancanza di idee ad Hollywood, il film di Mollner è uno spunto fresco ed originale.


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