Chi l’ha visto ha avuto come ospite ieri l’avvocato Francesco Mangano, un noto legale di Perugia che sta seguendo il caso del povero Andrea Prospero, il ragazzo morto nel capoluogo umbro in circostanze misteriose. Chi l’ha visto ha mandato in onda anche ieri il misterioso messaggio di Telegram, appartenente ad una chat di un gruppo, con un avviso di cancellare tutto dopo la morte di un ragazzo. “Chi ha scritto questo annuncio su Telegram, se non ha niente da temere si faccia avanti per capire cosa sia successo ad Andrea – racconta il padre al talk di Rai Tre – se non hanno nulla da temere si facciano avanti così capiamo cosa sia successo ad Andrea”. Secondo Michele Prospero il padre del ragazzo, il figlio sarebbe andato in quel B&B in cui ha trovato la morte solo il giorno prima la scomparsa: “Se l’ha affittato per un mese intero è impossibile che nessuno l’abbia visto, non l’hanno visto perchè non l’ha frequentato, lui è andato solo il venerdì prima lo scomparso e ce l’hanno portato, e non parliamo di suicidio, lui non si è ammazzato al 100%”. La mamma sposa la tesi del padre di Andrea Prospero: “Lui non si è suicidato”, e il padre rincara la dose: “Lui è stato trascinato e minacciato per andare in quel locale”.
Per la sorella, “Potrebbero averlo fatto fuori perchè era un impiccio, non sapevano come andare avanti a gestire la situazione, forse volevano sbarazzarsene”. Di nuovo il padre: “In quell’abitazione non era solo, sicuramente c’erano altre persone. Non penso che sia stato lui a prendere in affitto quel locale”, nonostante risulti intestato lui. “La prima cosa che fanno nei B&B è la richiesta dei documenti, e nel caso di Andrea non sarebbe stata effettuata l’accettazione ad Andrea quindi chiunque potrebbe aver detto di essere Andrea Prospero”. La mamma aggiunge che la domenica precedente la scomparsa, Andrea era su una panchina a mangiare un panino, perchè non era in quel B&B? “Io l’avevo chiamato e mi aveva detto che si trovava su una panchina a mangiare il panino, c’era vento, lo vedevo dalle telecamere, lui aveva freddo”, “avrebbe potuto andarsene nel B&B e mangiare quello che voleva – aggiunge il padre – se avesse avuto questa possibilità, mangiava al caldo. Questo locale preso in affitto da altri? Questo è il dubbio che ho, che tutto sia stato fatto alle sue spalle”.
MORTE ANDREA PROSPERO, LE PAROLE DEI GENITORI E DELLA SORELLA
C’è poi il giallo delle sim, delle carte di credito e dei computer trovati sempre in quel maledetto B&B: “Se fosse stato così astuto avrebbe fatto sparire tutto quello che hanno trovato. Lui non era un genio dell’informatica, a scuola aveva 6/6,5”. La mamma si domanda: “Se fosse stato un genio come dicono, perchè togliersi la vita? Dicono che le cose gli stavano andando così bene, perchè ti devi ammazzare?”. Il padre ha controllato anche il libretto postale e la Postepay: “Da quando è partito i soldi che aveva non sono stati toccati, anzi, sono aumentati con la borsa di studio. Può darsi che sia finito in qualche giro di soldi, ma non si sarebbe ucciso, se avesse avuto dei problemi ne avrebbe parlato con noi”.
La sorella aggiunge: “In questa storia è tutto inverosimile, non quadra nulla. Andrea non si è suicidato, è stato messo in mano a qualcuno e si è fidato troppo di alcune persone, il giorno prima era tranquillissimo, aveva dei programmi nel breve termine, era normalissimo ed era felice di poter affrontare questa vita da universitario insieme a me”. Sulla chat di Telegram lei dice: “Se qualcuno sa, di parlare, chiunque fa parte di quel gruppo si faccia avanti, di non avere timore di dire qualcosa, vogliamo solo scoprire la verità”.
MORTE ANDREA PROSPERO, LE PAROLE DELL’AVVOCATO
Anche per l’avvocato Mangano: “Tante cose non tornano e non si può in alcun modo parlare di suicidio, forse si può parlare di istigazione ma neanche su questo siamo molto convinti. I risvolti investigativi che sono emerse ci portano a porre delle domande: qualcuno ha dato i farmaci ad Andrea? Ha suggerito l’abitazione? Qualcuno sapeva e non ha fatto nulla? Quindi noi diciamo ancora di più che chi sa parli”. Chi l’ha visto ha poi mostrato dei contenitori dove sono stati introdotti gli oggetti di Andrea Prospero, e dove vi è anche un computer: “E’ il primo che ha avuto in vita sua – ha raccontato ancora l’avvocato – preso su Amazon fra novembre e dicembre eciò ci dice che questo ragazzo non era uno della Nasa, ma un ragazzo al pari di tutti. L’ipotesi che noi formuliamo è che Andrea sia cascato, sia finito in qualche giro ed è probabile che quel computer gli sia stato fornito da qualcuno, che qualcuno l’abbia adescato in qualche modo. Nell’ultimo periodo è probabile che Andrea si sia imbattuto in qualcuno”.
Chi l’ha visto è quindi tornato sul messaggio di Telegram, quello che vi abbiamo segnato in apertura, con il talk che ha segnalato che il messaggio ora è sparito. Arriva però una segnalazione in redazione: “Penso di conoscere chi ha scritto quel messaggio, è una persona molto conosciuta nel dark web”. E ancora: “Si vocifera che qui a Perugia ci sono spacci di farmaci e stiamo cercando di capire chi fosse”, per poi aggiungere “Che il B&B non era sicuro, si poteva aprire, io ho avuto mesi fa le chiavi”. Quindi invia una foto di un altro gruppo in cui forse faceva parte ad Andrea Prospero, per poi sparire: un mistero nel mistero. “Andrea era buono e generoso, aveva 19 anni e forse si è imbattuto in qualcosa più grande di lui”, conclude l’avvocato Francesco Mangano.
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