In Italia solo una donna su 4 prende decisioni finanziarie in famiglia – Economia e Finanza

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(Teleborsa) – Nonostante i progressi compiuti in ambito legislativo e sociale per colmare le disparità di genere, il divario nell’alfabetizzazione finanziaria tra uomini e donne rappresenta ancora un ostacolo significativo all’indipendenza economica femminile. I dati descrivono uno scenario in cui molte donne si sentono insicure nelle decisioni finanziarie, con evidenti ripercussioni sulla gestione delle risorse, sulla pianificazione a lungo termine e sulla capacità di investire consapevolmente.
Sono alcune delle conclusioni alle quali è arrivato l’evento intitolato “Consapevolezza economica: strumenti per l’empowerment femminile” organizzato dall’Associazione Civita, realtà che da 35 anni si occupa di costruire un dialogo tra mondo della cultura e mondo delle imprese, in collaborazione con Edison, azienda fortemente impegnata nel promuovere la parità di genere.

Essenziale promuovere percorsi di educazione finanziaria che partano dalle scuole, coinvolgano le università e si estendano agli ambienti di lavoro, affinché le donne possano acquisire competenze specifiche in modo continuo e progressivo. Istituzioni, aziende e terzo settore hanno un ruolo fondamentale in questo percorso

Secondo i dati illustrati nel corso dell’evento da FEDUF, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, più del 60% delle donne riesce a rispettare quasi sempre il tetto di budget che si è prefissata contro poco più del 40% degli uomini. Le donne si indebitano meno del genere maschile (in questo caso la differenza è di poco più del 10%) e quando si tratta di decidere su come investire, tendono ad affidarsi ai consigli di un professionista. Nonostante le ottime performance, però, solo il 25% delle italiane prende decisioni finanziarie in famiglia e sono soprattutto donne separate, divorziate o vedove.

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Quello della disparità di genere in ambito finanziario è uno dei tanti aspetti legati al gender gap che vede l’Italia in difficoltà. Per Bankitalia, se le donne fossero occupate al 60%, il PIL italiano aumenterebbe di circa 7 punti percentuali e secondo il rapporto Global Gender Gap del World Economic Forum, L’Italia ha perso otto posizioni rispetto all’anno scorso e, con il 70,3%, si posiziona all’87esimo posto su 146 paesi. In Europa è 37esima su 40 paesi davanti a Ungheria, Repubblica Ceca e Turchia.

Nel corso dell’evento è stato sottolineato come l’educazione finanziaria non sia solo una questione tecnica, ma un vero e proprio strumento di emancipazione, che consente alle donne di acquisire indipendenza e di contribuire in modo più incisivo allo sviluppo sociale ed economico del Paese. L’alfabetizzazione finanziaria rappresenta infatti una competenza essenziale per affrontare scelte – anche quotidiane – che influenzano il benessere presente e futuro degli individui, oggi più che in passato.

Dopo i saluti di Simonetta Giordani, Segretario Generale dell’Associazione Civita, l’evento ha visto la partecipazione gli interventi di rappresentanti del mondo aziendale, accademico e politico-istituzionale quali Valentina Panna, Responsabile della Comunicazione web e dei Progetti del Terzo settore, FEDUF, Magda Bianco, Capo del Dipartimento Tutela dei clienti e educazione finanziaria, G20/GPFI Co – Chair, OECD/INFE Chair Banca d’Italia, Veronica Buonocore, Presidente Young Women Network, Giuseppina Cataldi, Diversity and Inclusion Manager Edison, Alfonso Celotto, Professore di Diritto Costituzionale, Università degli Studi Roma Tre, Marcello Presicci, Segretario Generale, Scuola Politica “Vivere nella Comunità”.

“L’Associazione Civita, da sempre impegnata nella promozione della cultura come fattore di crescita e sviluppo, ritiene che la conoscenza sia il primo e più potente strumento per colmare i divari. È quindi fondamentale diffondere la cultura finanziaria e garantire che le donne abbiano gli strumenti per prendere decisioni informate, sia nella gestione del proprio reddito e patrimonio, sia nella capacità di pianificare il futuro. È essenziale quindi promuovere percorsi di educazione finanziaria che partano dalle scuole, coinvolgano le università e si estendano agli ambienti di lavoro, affinché le donne possano acquisire competenze specifiche in modo continuo e progressivo. – ha affermato Simonetta Giordani, Segretario Generale di Associazione Civita – Inoltre, crediamo sia necessario creare programmi di mentoring, sviluppare iniziative di formazione personalizzata e rendere disponibili per le donne strumenti digitali che facilitino l’accesso a informazioni finanziarie chiare e affidabili. In Italia, i tassi di partecipazione e di occupazione femminili sono tra i più bassi dell’Unione europea e questo aumenta il rischio di prevaricazione e violenze economica. E’ necessario un impegno sinergico tra istituzioni, aziende e terzo settore per cambiare questa situazione.

Giuseppina Cataldi, Diversity and Inclusion Manager Edison ha dichiarato: “In Edison crediamo che iniziative come quella di oggi siano importanti per fornire l’accesso a strumenti concreti di autonomia e consapevolezza. L’educazione finanziaria è uno di questi, un pilastro fondamentale per il rafforzamento dell’empowerment femminile. Le aziende hanno un ruolo chiave nel promuovere iniziative che non solo sensibilizzino su questi temi, ma che favoriscano la partecipazione attiva delle donne nella gestione delle risorse economiche, sia a livello individuale, di nucleo famigliare che sociale, con l’obiettivo di investire in un futuro più equo, in cui l’indipendenza economica femminile diventi un motore di crescita per l’intera società.”



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