Quante volte una città ha avuto l’opportunità di reinventarsi grazie a un evento? Milano 2026 (si, c’è anche Cortina, non si offendano gli ampezzani) non è solo un appuntamento olimpico, ma una metamorfosi urbana senza precedenti. Mentre il capoluogo lombardo si prepara ad accogliere le Olimpiadi invernali, un’impressionante schiera di archistar sta ridisegnando interi quartieri con opere destinate a cambiare per sempre il volto della città.
Da Skidmore Owings & Merrill (SOM) a Bjarke Ingels Group (BIG), da David Chipperfield a Kengo Kuma, i più grandi nomi dell’architettura mondiale sono al lavoro per trasformare Milano in un laboratorio di sperimentazione urbana, dove sostenibilità, innovazione e riqualificazione si fondono in progetti che guardano ben oltre il 2026. Non è solo una questione di prestigio o di infrastrutture temporanee: è una visione a lungo termine che usa l’evento olimpico come catalizzatore di un cambiamento strutturale, quasi genetico.
Villaggio Olimpico: la rinascita dello scalo di porta romana
Il Villaggio Olimpico firmato da Skidmore Owings & Merrill (SOM) è ovviamente uno dei progetti più emblematici della trasformazione di Milano. Vincitore di un concorso internazionale nel luglio 2021, questo intervento non si limita a creare alloggi temporanei per gli atleti, ma ridefinisce completamente l’area dello storico Scalo di Porta Romana.
L’approccio di SOM è incentrato sulla sostenibilità e sulla creazione di una comunità urbana destinata a sopravvivere ben oltre i Giochi. Il progetto comprende spazi verdi pubblici, due strutture storiche ristrutturate e sei nuovi edifici residenziali che ospiteranno gli atleti durante le Olimpiadi di Milano 2026. La vera magia, però, ci sarà dopo: gli alloggi olimpici si trasformeranno in residenze studentesche, il parco e gli edifici lungo la ferrovia diventeranno abitazioni a prezzi (si spera) accessibili, mentre la Piazza del Villaggio Olimpico si convertirà in una piazza di quartiere con funzioni sociali come negozi e caffè.
Il completamento del Villaggio Olimpico è previsto per luglio 2025, offrendo alla città un esempio virtuoso di come un grande evento sportivo possa catalizzare una rigenerazione urbana permanente.
Arena Santa Giulia: l’anfiteatro moderno di Chipperfield
Nel quartiere Santa Giulia, a sud-est della città, sta prendendo forma l’Arena Santa Giulia, progettata dallo studio di David Chipperfield in collaborazione con Arup. Questo stadio, che diventerà uno dei principali teatri delle competizioni olimpiche invernali, si ispira agli anfiteatri classici ma li reinterpreta in chiave contemporanea.
Con una capacità di 16.000 spettatori, l’arena presenta una caratteristica forma ellittica articolata da tre “anelli fluttuanti” separati da bande di vetro. Durante il giorno, questi anelli brilleranno grazie a tubi di alluminio scintillante, mentre di notte l’edificio sarà illuminato da strisce LED, creando una silhouette visibile da lontano.
Destinata a diventare il cuore pulsante del nuovo quartiere Santa Giulia, l’arena sarà completata entro il 2025 e rappresenterà un importante lascito culturale e sportivo delle Olimpiadi Milano Cortina 2026.
Citywave: l’onda verde di Bjarke Ingels
Nel distretto CityLife, già caratterizzato dalle torri di Zaha Hadid Architects, Daniel Libeskind e Arata Isozaki, il Bjarke Ingels Group (BIG) sta realizzando CityWave, un edificio dalla forma sinuosa che ospiterà nuovi spazi per uffici. Il progetto si distingue per il suo monumentale tetto, che sarà probabilmente il più grande impianto solare urbano integrato d’Europa, capace di produrre circa 1.200 megawatt-ora di energia all’anno.
Questa struttura rappresenta perfettamente la visione di Milano 2026: non solo creare infrastrutture per un evento sportivo, ma ripensare la città in termini di sostenibilità e qualità della vita. CityWave ambisce a rappresentare il luogo di lavoro del futuro, combinando design innovativo e performance ambientali di altissimo livello.
Welcome: la visione “biofila” di Kengo Kuma
Nel quartiere Rizzoli, ex area industriale abbandonata, Kengo Kuma & Associates sta realizzando Welcome, un progetto a uso misto che si propone di rivitalizzare l’intera zona unendo persone e natura per una migliore qualità di vita e lavoro. Centrato attorno a una nuova piazza pubblica, il complesso includerà uffici, spazi di co-working, sale riunioni, auditorium, ristoranti, lounge, negozi, un supermercato, un’area wellness e spazi per mostre temporanee.
L’approccio “biofilo” di Kuma, che integra armoniosamente elementi naturali nell’architettura, rappresenta una delle tendenze più significative nella trasformazione di Milano in vista delle Olimpiadi 2026: creare ambienti urbani più sani, sostenibili e in sintonia con i bisogni umani.
Lighthouse Tower: il faro di Citterio e Viel
Nel distretto commerciale Symbiosis sorgerà la Torre Faro (Lighthouse Tower), progettata da ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel. Alta 144 metri, questa torre ospiterà la nuova sede milanese dell’azienda italiana A2A e rivitalizzerà il tessuto urbano locale con 6.320 metri quadrati di nuovi spazi verdi pubblici.
La torre, che potrà accogliere 1.500 persone, è concepita per adattarsi alle mutevoli esigenze lavorative contemporanee, con spazi flessibili e aperti, complementati da un cortile verde. Verticalmente, l’edificio è diviso in due gruppi di piani uffici, incorniciati dall’ampio atrio d’ingresso al primo piano, dal giardino panoramico al centro e da un belvedere sulla sommità.
Pirelli 39: il dialogo tra Diller Scofidio + Renfro e Boeri
Nel distretto Porta Nuova Gioia, il team formato da Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti (SBA) sta rigenerando il sito “Pirelli 39”. Questo progetto a uso misto prevede la ristrutturazione dell’esistente torre per uffici “Pirellino” e la costruzione di un nuovo grattacielo residenziale che integrerà 1.700 metri quadrati di vegetazione.
Un ponte che collega le due strutture fungerà da hub per eventi e mostre, ospitando anche una serra biodiversa che offrirà esperienze educative immersive. Si prevede che la torre assorbirà quattordici tonnellate di CO2 e produrrà nove tonnellate di ossigeno all’anno, paragonabile a una foresta di 10.000 metri quadrati. Grazie a 2.770 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, la torre sarà in grado di produrre il 65% del suo fabbisogno energetico.
Padel Pavilion: il tocco sportivo di Novembre
Nel parco del distretto CityLife, Fabio Novembre ha progettato il nuovo Padel Pavilion, un innovativo centro sportivo che si allinea visivamente con l’architettura esistente, in particolare con le curve delicate del progetto CityWave di BIG. La struttura, caratterizzata da una sporgenza curva di 17 metri, invita i visitatori del parco verso l’ingresso.
Alto dodici metri e con una superficie di 2.800 metri quadrati, il padiglione ospiterà sette campi da padel, un’area ristoro e uno spazio multifunzionale sopraelevato che offrirà una vista privilegiata sulle attività sportive. Questo progetto testimonia come la trasformazione di Milano in vista delle Olimpiadi 2026 non riguardi solo le grandi infrastrutture, ma si estenda anche a interventi di scala minore che arricchiscono il tessuto urbano e la qualità della vita quotidiana.
Milano 2026, meraviglia su meraviglia
La ristrutturazione di Milano in vista delle Olimpiadi del 2026 è un esempio straordinario di come un grande evento sportivo possa fungere da catalizzatore per una trasformazione urbana a lungo termine. I sette progetti architettonici descritti non sono semplici strutture temporanee, ma interventi strategici che ridefiniscono il tessuto urbano della città, migliorandone la sostenibilità, la vivibilità e l’attrattività internazionale.
Questa metamorfosi architettonica segna un punto di svolta nella storia urbana di Milano, proiettandola definitivamente nel novero delle metropoli globali più innovative e all’avanguardia. L’eredità di Milano 2026 sarà visibile non solo nei ricordi sportivi, ma nelle forme concrete di una città profondamente rinnovata.
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