Sos cinema di Roma, la lettera di Martin Scorsese per salvarli

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I cinema di Roma rischiano di scomparire. Chiusi da anni e ormai abbandonati, destinati a essere venduti e riconvertiti in sale gioco, centri commerciali e hotel di lusso: è questo l’amaro destino delle trenta sale cinematografiche che potrebbero essere cancellate dalla mappa della città se passerà la proposta di legge sulla semplificazione urbanistica della Regione che prevede la riduzione dei tempi necessari per la riconversione di questi spazi adibiti all’arte e alla cultura. Uno impoverimento inaccettabile per la Capitale che 80 anni fa vide nascere Cinecittà e che con i suoi scorci, i suoi registi e i suoi film ha consacrato il Bel Paese a punto di riferimento per la settima arte. Contro il provvedimento che renderebbe più rapido l’iter per il cambio di destinazione d’uso anche per i cinema e i teatri ancora in attività si è mosso persino Martin Scorsese, che in una lettera aperta si è rivolto al presidente Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni per impedire che a Roma gli spazi destinati alla cultura e alla sua promozione siano riconvertiti ad altre finalità.

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Vince Bucci//Getty Images

Da sinistra Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Steven Spielberg e George Lucas nel 2007.

“Come ben riflette in modo eloquente Renzo Piano sulla situazione attuale di Roma, è chiaro che il tentativo di riconvertire spazi destinati al possibile rinascimento culturale della Città Eterna in hotel, centri commerciali e supermercati è del tutto inaccettabile. Tale trasformazione rappresenterebbe una perdita irreparabile: un profondo sacrilegio non solo per la ricca storia della città, ma anche per il patrimonio culturale da lasciare alle future generazioni” scrive Scorsese nella lettera a cui subito hanno apposto le loro firme anche Jane Campion, Ari Aster, Francis Ford Coppola e Wes Anderson. “Invito i miei colleghi di tutto il mondo, direttori di festival e tutti gli operatori culturali a firmare questa lettera per salvare l’ultima possibilità di redenzione di una delle città culturali e artistiche più importanti al mondo. Questa lettera è indirizzata anche personalmente al Presidente Sergio Mattarella e al Primo Ministro Giorgia Meloni, per impedire qualsiasi conversione degli spazi culturali di Roma. È nostro dovere trasformare queste ‘cattedrali nel deserto’ abbandonate in veri templi della cultura, luoghi capaci di nutrire le anime sia delle generazioni presenti che di quelle future”.

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Un appello accorato a cui si sono aggiunte tante altre autorevoli firme, da George Lucas a Steven Spielberg, da Isabella Rossellini a Willem Dafoe, passando per Mark Ruffalo, Damien Chazelle, Alfonso Cuarón e James Franco. L’intervento di Martin Scorsese è stato sollecitato dopo l’appello di attori, registi e operatori cinematografici italiani, che in una lettera hanno espresso la “ferma opposizione all’acquisizione indiscriminata delle sale cinematografiche da parte di gruppi internazionali il cui unico obiettivo è la riconversione di questi spazi in strutture commerciali, cancellando di fatto il loro valore storico e culturale”. Da Paola Cortellesi a Marco Bellocchio, passando per Pietro Valsecchi, Paolo Sorrentino, Valerio Mastrandrea e Matteo Garrone, sono stati tanti a firmare il documento, dopo la denuncia di Carlo Verdone.

“Le sale cinematografiche — scrivono — non sono semplici immobili, ma presidi culturali fondamentali per la nostra identità e per la diffusione dell’arte cinematografica. La loro chiusura o trasformazione in centri commerciali rappresenta una perdita irreparabile per il patrimonio culturale italiano e per il pubblico, che rischia di essere privato di luoghi di aggregazione e di fruizione del cinema nella sua forma più autentica. Come operatori del settore, siamo pronti a intervenire per riacquistare e riqualificare le sale cinematografiche, restituendole alla loro funzione originaria e promuovendo una rinnovata partecipazione del pubblico. Chiediamo dunque con forza che le istituzioni competenti pongano un freno a questo sciacallaggio immobiliare e adottino misure concrete per salvaguardare il patrimonio cinematografico nazionale. È necessario agire con urgenza per impedire la definitiva scomparsa di spazi dedicati al cinema e alla cultura, difendendo la nostra storia e il diritto delle future generazioni a poter vivere l’esperienza cinematografica in luoghi pensati e destinati a questo scopo. Invitiamo tutti gli operatori culturali, i produttori cinematografici e le istituzioni a unirsi a questa battaglia per la tutela e la valorizzazione delle sale cinematografiche italiane”.

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Fajrul Islam//Getty Images

I cinema di Roma rischiano di scomparire.

L’appello non è rimasto inascoltato dal momento che sembra essersi trovato un punto di convergenza perlomeno sulla salvaguardia delle sale ancora attive. Insieme al presidente del Lazio, Francesco Rocca, pare che si sia raggiunta la piena sintonia sulla necessità di tutelarle non consentendo il cambio di destinazione d’uso. Più complicato appare il percorso di salvataggio dei cinema in disuso da anni, per i quali le associazioni di categoria vorrebbero che ci fosse un vincolo ventennale. Un tempo considerato irrealistico dal mondo della politica e al quale si potrebbe ovviare pensando ad un modello di partenariato pubblico-privato che coinvolga anche attori e registi per il salvataggio e la rinascita degli spazi comunali dismessi. Una soluzione che, se raggiunta, sarà il frutto anche dell’interessamento internazionale per il destino delle sale cinematografiche. Spazi preziosi di incontro, riflessione e dialogo, in una città che rischia di perdere la propria identità e snaturarsi.



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