Lo scontro consumato venerdì alla Casa Bianca e concluso senza accordi tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ha spinto la premier Giorgia Meloni a chiedere un incontro tra Stati Uniti e Stati europei e quelli che sono i tradizionali alleati degli Usa extra Ue. La premier farà “tutto ciò che può servire per chiarire i rapporti, evitare la loro estremizzazione e soprattutto evitare che ci si parli molto in interviste e agenzie e poco di persona, è sempre cosa buona e giusta”, ha assicurato il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti a chi domandava se Meloni riuscirà a fare da ponte tra Usa e Ue in vista della pace tra Russia e Ucraina. Sulla posizione del governo le opposizioni chiedono a Meloni di riferire in Parlamento prima del Consiglio europeo straordinario fissato per giovedì 6 marzo, con all’ordine del giorno la guerra in Ucraina ed il rafforzamento della difesa europea, all’indomani del vertice di Londra al quale prenderanno parte Nato, Unione europea ed Europa, Turchia e, in videocall, anche i Baltici.
“Meloni venga in Parlamento già prima del vertice europeo straordinario del 6 marzo a spiegare al paese se ha intenzione di abbandonare l’Ucraina al suo destino, se pensa di distinguersi dal resto dell’Europa e come intende rispondere all’arroganza degli Stati Uniti e di Trump”. Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera dei deputati e al Senato. Di una premier in fuga parlano anche Fratoianni e Bonelli di AVS e il leader M5s Conte: “Nel momento in cui ti sottrai, in cui non ti fermi più per strada diventi servo dei potenti di turno”. I capigruppo del M5s e così quelli di Italia Viva hanno inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per calendarizzare le Comunicazioni del Governo sul Consiglio europeo”. Decisamente più pensanti i toni scelti dal leader di Azione, Carlo Calenda: “La posizione di Meloni nei confronti degli Stati Uniti è un po’ da ‘italiota’. Questi che devono fare i duri, i tosti, i fasci, parlano di dignità nazionale, poi alla fine finiscono per andare lì, stare zitti, timorosi, dire ‘speriamo che non ci mettano il dazio sul parmigiano reggiano’. È una nuova tipologia del fascio codardo“, ha detto ricordando di aver “apprezzato la posizione della Meloni sull’Ucraina, ma questo silenzio, lasciando perdere i quadrupedi che girano tipo Salvini, è ingiustificabile”.
Di disponibilità al dialogo parla Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia. “Disponibilissimi a lavorare con l’opposizione per l’interesse nazionale. Noi quando eravamo opposizione sui temi internazionali cercavamo sempre di votare e di dare sostegno ai presidenti del Consiglio di turno, quando andavano a difendere l’Italia nel mondo, quando era possibile abbiamo votato addirittura in Parlamento alcune parti o alcune mozioni importanti su alcune questioni centrali. Quindi figuriamoci se adesso che siamo maggioranza non abbiamo interesse ancora di più nel dialogo”, ha detto. Senza rinunciare a una provocazione: “Esiste anche un problema di posizionamento delle opposizioni su chi fa il più duro contro la Meloni per non perdere consenso tra Pd, 5 stelle, Schlein, Avs, per decidere dove sta la leadership”. I problemi però non mancano anche nella maggioranza. Con Lega e Forza Italia che hanno commentato lo scontro Trump-Zelensky su posizioni decisamente distanti.
“La calma invocata da Fl è impersonata dalla loro cara Ursula Von der Leyen che sta portando l’Italia e l’intera Europa nel burrone. Trump sta imponendo un cambiamento epocale, se noi stiamo ad aspettare Macron e compagnia, imprese e famiglie italiane ne pagheranno il conto. L’Ue nata come sogno ormai é una gabbia di vincoli, regole assurde, tasse e divieti. Evviva la Libertà, evviva Trump”, dichiara il deputato e responsabile del dipartimento Esteri della Lega, Paolo Formentini. “E’ un passaggio delicato, dobbiamo essere molto prudenti”, è stato invece il commento a caldo del ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. Mentre il portavoce nazionale di FI, Raffaele Nevi, ha invitato i leghisti “alla calma” e a non cedere al tifo per arrivare ad una pace davvero condivisa. “Le immagini provenienti dalla Casa Bianca sono una ferita che ci impone di metterci subito all’opera. Bene ha fatto il governo italiano a chiedere un vertice urgente tra Unione Europea e Stati Uniti. Chi crede nella libertà ha il dovere di ritrovarsi”, dice Deborah Bergamini, vicepresidente del Ppe all’assemblea del Consiglio d’Europa e Responsabile Esteri di Forza Italia. “Dobbiamo evitare a tutti i costi la creazione di una frattura all’interno del blocco occidentale”.
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