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C’è chi li sceglie per compagnia e chi – invece – li sceglie come compagni di vita e di avventure inimmaginabili.
Ed è così che è andata: Thomas Colussa e Numb – un bellissimo lupo cecoslovacco – si sono scelti.
Lui, Thomas, giovane cuoco originario di Zompitta, che le montagne le apprezzava solo sciando e Numb, lupo cecoslovacco vittima di un incidente ad una vertebra da piccolissimo e con una condanna già scritta. “Questo lupo non camminerà più” – dissero a Thomas di quel cucciolo di soli quattro mesi. Da quel giorno, da quell’incontro di due mondi, diventati uno, Thomas e Numb hanno reso possibile l’impossibile, scalando alcune tra le vette più belle d’Italia, arrivando a sfiorare quadi i 5 mila metri di quota, scalando il Monte Bianco e trasformando la loro passione in un progetto di condivisione.
“Walking Wolf“, che oggi conta su instagram oltre 67mila follower e altri 50mila su Facebook, è non solo una finestra sulle avventure di Thomas e Numb, ma anche – oggi – sulle Alpi e sulle montagne del Friuli Venezia Giulia, sulle best practice da seguire con il cane in quota e sulla personalità di una razza tanto misteriosa quanto affascinante.
L’allenamento, le vette e le conquiste su quattro zampe
“Ho ripensato alla storia di una persona di mia conoscenza a cui – dopo un brutto incidente – avevano dato la medesima sentenza. Lui – che oggi è trainer e culturista – racconta Thomas – ha compensato le debolezze fisiche lavorando sulla muscolatura. E io ho fatto lo stesso con Numb. Siamo partiti da escursioni semplici, testandoci e imparando ad andare in montagna, anche grazie al supporto di guide esperte – prosegue – Numb è sempre stato seguito da un pool di veterinari, sottoponendosi a visite annuali per monitorare il suo stato di salute durante questo percorso, consapevoli che ci sarebbe stata – ad un certo punto – un’operazione da affrontare”.
“Il percorso di Walking Wolf si è articolato in diverse fasi. Scalare una vetta come il Monte Bianco richiede preparazione. Per noi ci è voluto un anno per affrontare la via italiana, la più difficile. In questa avventura Numb è stato costantemente monitorato – anche sui suoi parametri vitali. I dati relativi al rapporto dei cani con l’alta quota sono oramai datati. Monitorando Numb, abbiamo capito che non solo la quota non gli provoca alcun problema (con i giusti accorgimenti di acclimatamento), ma che rafforzare la sua muscolatura aveva contribuito a donargli una salute forte mitigando gli effetti anche della sua menomazione fisica. Problemi fisici di cui siamo consapevoli e che sono sempre esistenti – attenzione – ma sotto costante controllo. Nonostante tutto abbiamo conquistato 26 cime sopra i 3000 metri e 18 cime sopra i 4000 metri. Un record per il numero di cime in compagnia di un cane”.
“In tutto questo il mio obiettivo è sempre stato chiaro: far vivere un lupo a contatto con la sua natura, promuovere la salute grazie alla montagna e raccontarla da un punto di vista differente – prosegue Thomas – come viverla al meglio con questi cani, come evolvere, come affrontare diversi tipi di percorso”.
La sfida di Numb, l’odio e la solidarietà
“Dalla fine della scorsa estate purtroppo siamo costretti a fermarci per una poliartrite autoimmune “regalataci” dal bagaglio genetico di Numb – racconta – Sottoposto a cure cortisoniche e immunosopressive si è probabilmente indebolito, fino all’exploit della scorsa settimana quando dopo un “normale” salto dalla macchina ha subito un gravissimo infortunio alla spina dorsale con l’esplosione di un’ernia”.
“Ancora una volta mi dicono che il rischio era quello di non vederlo camminare mai più. Mi propongono l’eutanasia. Scelgo l’intervento. Numb ce l’ha fatta. La prospettiva di guarigione è ancora da capire, ma sta recuperando la sensibilità. La strada sarà lunga e ancora una volta in salita”
Degli “shitstorm” sui social e delle accuse di “strumentalizzazione” dell’animale e della sua salute, o di chi – peggio – lo accusa di fingere per guadagno, Thomas risponde così: “Io racconto il mio mondo, con Numb abbiamo scoperto nuovi modi di vivere la montagna affidandoci sempre ad esperti e veterinari. Dell’odio non mi interessa, ringrazio invece la solidarietà della nostra community. Se ora non dovesse più camminare sono pronto a ripartire da zero e riaffrontare la montagna con le nuove necessità di Numb. Trainerò una slitta con gli sci, e lui sarà il passeggero se necessario – conclude – Numb è un lupo e finchè ne sarà in grado vivrà quanto più possibile in quei luoighi che rappresentano le sue origini. E io con lui”.
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