Sassari. Sabato mattina, durante la doppia cerimonia in piazza d’Italia dedicata ai 110 anni dalla fondazione della Brigata Sassari e al rientro dalla missione in Libano, è intervenuto anche il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia. Ecco il suo discorso.
Signor Comandante,
donne e uomini della Brigata Sassari,
la Città il cui nome identifica da 110 anni la Grande Unità dell’Esercito italiano di cui fate orgogliosamente parte e il cui nome è stato fatto da voi conoscere in Italia, dai campi di battaglia della Prima Guerra mondiale fino alle operazioni per la sicurezza urbana nella Capitale, e all’estero, dall’Albania all’Afghanistan, dall’Iraq fino all’ultima missione in Libano, vi accoglie qui nel suo cuore e nel suo “salotto” più prestigioso, vi saluta e vi rende onore: bentornati a casa!
Questa occasione speciale, in cui si unisce l’accoglienza per chi ha prestato servizio in Libano nei mesi scorsi, in una delle missioni più complesse condotte negli ultimi anni, e la memoria di una storia iniziata 110 anni fa, in un contesto bellico figlio di una profonda crisi del nostro Continente, ci induce sia alla festa che alla riflessione.
Festa per voi e per le vostre famiglie che condividono le vostre speranze, le vostre vittorie e le vostre preoccupazioni. Festa che celebriamo alla presenza della signora Sottosegretaria di Stato per la Difesa (Isabella Rauti, ndr), che saluto e che ringraziamo per essere qui oggi tra noi, insieme ai vertici delle nostre Forze Armate e a una folta e qualificata rappresentanza delle Istituzioni nazionali, regionali e territoriali, sia civili che militari, alle autorità religiose e accademiche qui convenute: tutti saluto distintamente, nel porgere loro il benvenuto nella nostra Città.
Come affermavo, alla festa è necessario unire la riflessione. Nel quadro del nostro sistema costituzionale le Forze Armate sono al servizio della Repubblica e nel loro ordinamento sono informate al suo spirito democratico (art. 52), chiamate a concorrere alla realizzazione della pace e della sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali di cui l’Italia fa parte. A salvaguardare le libere istituzioni, a svolgere compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza. Infine, in caso di conflitti armati e nel corso delle operazioni di mantenimento e ristabilimento della pace e della sicurezza internazionale, a vigilare sull’osservanza delle norme di diritto internazionale umanitario. Proprio in questo specifico ambito vi siete distinti nel corso degli ultimi decenni, divenendo uno degli strumenti concreti per l’attuazione di quanto stabilito dall’art. 11 della Carta costituzionale, lo stesso che sancisce il ripudio della guerra da parte dell’Italia come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Su questi temi cruciali del nostro presente e del nostro futuro più volte e in maniera chiara e inequivoca si è levata forte, soprattutto negli ultimi tempi, la voce del Capo dello Stato. Al Presidente Sergio Mattarella, rappresentante dell’unità nazionale e capo delle Forze Armate, rivolgiamo un deferente pensiero, grati per il suo prezioso servizio alla Patria e il suo alto magistero civile (parole accolte da un grande applauso, ndr).
Chi come voi presta il suo servizio indossando una divisa ha piena consapevolezza del valore della pace: una pace che è possibile, doveroso costruire. Sassari, con voto unanime della sua Assemblea civica, si è impegnata a sostenere la cultura della pace e dei diritti umani mediante progetti culturali e di ricerca, di educazione, di cooperazione e di informazione che contribuiscano ad affermarla come “Terra di pace“. Siamo fortemente convinti di questa missione, che pensiamo sia anche l’avveramento di una vocazione della nostra Città. Insieme a tanti altri attori – istituzioni civili e culturali, associazioni, le nostre scuole, la Chiesa turritana e le rappresentanze delle altre fedi religiose dei cittadini e degli stranieri che vivono a Sassari – e, siamo certi, la nostra Brigata, voglia concretizzarla: ciascuno con i suoi mezzi, le sue competenze, le ricchezze della propria esperienza e i valori positivi delle proprie comunità e culture di rifermento.
Guardando al futuro, in un mondo che cambia sempre più rapidamente, e spesso drammaticamente, ci pare che questo sguardo, questa postura rispetto alla realtà, ci permettano di immaginare prima e costruire poi un mondo migliore. Oggi celebriamo una storia lunga 110 anni ma vogliamo anche guardare al futuro: un avvenire che sarà buono per tutti e per ciascuno, se ognuno sarà pronto a offrire il suo contributo e il suo sacrificio, come anche durante la missione “Leonte” avete dimostrato di saper fare.
Signor Comandante, donne e uomini della Brigata Sassari, sono certo che questo è il desiderio anche di tutti i “sassarini” e le “sassarine”, che portano cucite con le stellette anche un pezzo importante della storia di questa città e di questa terra sarda e che sono consapevoli che i più grandi traguardi nella vita, in guerra come in pace, possono esser raggiunti solo se si lavora, si lotta, si soffre e si gioisce insieme, come gridate da oltre cento anni: Forza Paris!
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