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Gli ambienti di lavoro come spazi primi in cui contrastare e prevenire la violenza di genere, ma pure luoghi privilegiati dove far crescere una nuova cultura di parità e rispetto. Arriva per questo il nuovo vademecum di Cisl Veneto, che sarà a breve distribuito ai suoi oltre 4000 operatori sindacali e delegati presenti nelle aziende pubbliche e private della regione: uno strumento concreto per fornire loro informazioni utili sui temi e per aiutarli a riconoscere i casi di molestie sessuali e a supportare nel giusto modo le donne lavoratrici che ne sono vittime.
Nato in risposta alle tante segnalazioni, in evidente aumento, di episodi di molestie e alla consapevolezza che serva essere preparati e supportati da specifiche competenze, il “manuale” intende promuovere ambienti di lavoro più sani, equi e inclusivi, favorendo la creazione di una cultura aziendale basata sulla dignità e sul rispetto reciproco, che favorisca e promuova la parità di genere. Perché le molestie sessuali «creano un clima intimidatorio, ostile, degradante umiliante o offensivo», e sono una forma di discriminazione di genere che non solo perpetua stereotipi e pregiudizi dannosi, ma incide profondamente sulle opportunità di carriera ed è uno dei fattori del divario salariale e non solo.
Il vademecum è stato presentato oggi nel corso dell’evento “Pari opportunità. La nostra responsabilità, il nostro impegno. Esperienze, risultati e sfide aperte”, promosso e organizzato da Cisl Veneto e Ialanapia Veneto (ente di formazione, orientamento e accompagnamento al lavoro di Cisl) nella sede regionale del sindacato a Mestre, in occasione della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo.
L’appuntamento ha voluto segnare la conclusione di un lungo percorso, durato oltre un anno, di iniziative proposte e gestite in tutto il Veneto dalle realtà cisline nell’ambito di “P.A.R.I Progetti e Azioni di Rete Innovativi per la parità e l’equilibrio di genere” – filone di progettualità finanziato alla Regione del Veneto e sostenuto dal Fondo sociale europeo –, oltre che un momento di confronto e dibattito sulla parità di genere nei luoghi di lavoro.
«La finalità delle iniziative di “P.A.R.I.”, a cui il sistema cislino ha partecipato ampiamente e con diversi ruoli di partner, è stata non solo di sensibilizzare e informare sui temi, ma anche contribuire a costruire un vero e proprio cambiamento culturale e strutturale partendo proprio dai luoghi di lavoro, in cui il sindacato svolge primariamente la propria funzione di rappresentanza ‒ ha spiegato Stefania Botton, segretaria di Cisl Veneto con delega alle politiche delle pari opportunità ‒. Abbiamo sempre posto al centro della nostra azione il contrasto alle disuguaglianze di genere, con l’obiettivo di colmare i divari ancora esistenti, specialmente in ambito lavorativo: disparità retributiva, che penalizza ancora troppe donne, difficoltà di accesso a percorsi di carriera e ruoli di responsabilità, fenomeni di molestie e violenze che vanno combattuti con strumenti concreti. In questo contesto, il bando P.A.R.I. è stato una grande opportunità per strutturare il nostro impegno e diffonderlo capillarmente in tutti i territori per incidere davvero nei luoghi di lavoro».
Le iniziative cisline per “P.A.R.I.”
Oltre 90 le iniziative realizzate dal sistema Cisl, in collaborazione con Ialanapia Veneto: focus group e laboratori esperienziali, momenti formativi e indagini per esplorare le disparità di genere, percorsi di educazione finanziaria e gruppi di auto mutuo aiuto tra donne disoccupate per sostenere il loro rientro al lavoro,… Ben 1300 i beneficiari, tra sindacalisti, delegati, operatori dei servizi, ma anche donne disoccupate e studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado. Risultati significativi raggiunti grazie a un solido partenariato operativo e di rete che ha coinvolto Cisl Veneto e le cinque Cisl territoriali in ben 15 dei 24 progetti “P.A.R.I.” attivati in Veneto, con l’obiettivo di mettere in campo azioni concrete di intervento nelle imprese e contribuire fattivamente alla crescita di una nuova cultura.
Al convegno anche l’intervento di Francesca Torelli, consigliera di Parità della Regione del Veneto, che ha evidenziato l’importanza del “Rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile per le aziende con più di 50 dipendenti”, utile per la rilevazione delle disparità di genere: «Si tratta di un obbligo normativo a cui oggi risponde circa l’80% delle aziende venete tenute a rispettarlo. Senz’altro si può fare di più e meglio, perché è uno strumento che oltre a fornirci informazioni significative globali in tema di disparità di genere, potrebbe aiutare le aziende stesse: manca ancora, infatti, una cultura del dato che conduca la singola impresa a utilizzare i “numeri” forniti per accrescere la consapevolezza rispetto al proprio livello di parità di genere, e dunque intervenire implementando le azioni tese a vincere le discriminazioni. Senz’altro anche il sindacato può avere dentro alle imprese un ruolo significativo di sollecitazione a utilizzare in tal senso il Rapporto come opportunità».
Il vademecum contro le molestie nei luoghi di lavoro
Frutto di uno dei progetti “P.A.R.I.” è appunto il vademecum contro le molestie. È l’esito di incontri territoriali e di un percorso formativo regionale che ha visto coinvolti i componenti del Coordinamento Donne di Cisl Veneto e operatori sindacali, chiamati a confrontarsi sui temi e definire i contenuti della pubblicazione partendo dalle esperienze sul campo e dalle testimonianze raccolte. Così ha spiegato Paola Zamboni, responsabile del Coordinamento donne di Cisl Veneto: «Le situazioni di molestie sono difficili da gestire, perché chiedono estrema delicatezza e rispetto dei vissuti delle lavoratrici, spesso circondate da pregiudizi e chiacchiere. Serve allora sollecitare l’azienda a dire forte e chiaro che non sono accettati atteggiamenti sessisti e discriminatori: oltre che tutelare le vittime, bisogna insomma cambiare il clima organizzativo e vincere gli stereotipi. In tutto questo il sindacato può svolgere un ruolo importante».
Tra i contenuti dell’agile manualetto, oltre alle normative e gli strumenti di intervento, una panoramica sui temi che, partendo dalla definizione di “molestie sessuali” e indicando i segnali da cogliere per saperla riconoscere, mette in fila i pregiudizi e le conseguenze per le vittime, evidenzia come portino danno anche all’impresa, indica cosa distingue una molestia sessuale da un flirt o dall’inizio di una relazione amorosa. E ancora, segnala gli strumenti sindacali a disposizione per intervenire (dalla contrattazione collettiva, alla creazione di comitati aziendali e la promozione di codici di condotta) e i metodi utili per informare e prevenire, invitando ad esempio ad esporre in bacheca aziendale l’accordo quadro per il contrasto delle molestie sessuali sul lavoro, a sollecitare le imprese a fornire il rapporto periodico sulla situazione del personale (strumento utile per la rilevazione di disparità), a organizzare assemblee sul tema, promuovere momenti formativi per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e non solo, nonché spazi di ascolto, sportelli e figure dedicate per la corretta gestione dei casi,… Infine, fornisce alcuni suggerimenti sui comportamenti più idonei per offrire il più opportuno supporto alle vittime di molestie.
Dati sulle molestie nei luoghi di lavoro
Quello delle molestie sessuali nei luoghi lavoro è un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso: i dati dell’ultimo Report Istat disponibile “Le molestie: vittime e contesto” 2022-2023 parlano di 2,32 milioni di persone tra i 15 e 70 anni che hanno subito almeno una molestia sul lavoro nel corso della vita, di cui 81,6% sono donne (1,9 milioni). Nel Report emerge, inoltre, anche la forte necessità di una maggiore formazione e attività di supporto nelle aziende in questo ambito: solo il 6,3% delle lavoratrici dichiara l’esistenza di corsi di formazione sulle molestie e ben l’86,4% dei lavoratori afferma che non esiste una figura a cui rivolgersi in caso di molestie.
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