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Più di 200 dispositivi sequestrati negli ultimi tre anni
Aumento dei telefoni – Un monitoraggio avviato dal Procuratore Generale di Perugia, Sergio Sottani, ha rivelato un dato allarmante. Negli ultimi tre anni, sono stati sequestrati oltre duecento dispositivi mobili all’interno delle carceri umbre, per un totale di 209 dispositivi. Il fenomeno sta crescendo in modo progressivo, con un numero sempre maggiore di telefoni sequestrati ogni anno.
I dispositivi sono stati rinvenuti in diversi modi, con la maggior parte dei telefoni individuati nei possedimenti di detenuti. Alcuni dei dispositivi, tuttavia, sono stati ritrovati in spazi comuni e aree circostanti agli istituti penitenziari, pronti per essere introdotti clandestinamente. La maggior parte dei telefoni è stata trovata a carico di detenuti di nazionalità italiana, in particolare all’interno del circuito penitenziario di alta sicurezza. Questo dato evidenzia come il contrabbando di dispositivi mobili sia un fenomeno in crescita anche nelle strutture di massima sicurezza.
Dal 2020, l’accesso illecito a dispositivi di comunicazione da parte dei detenuti è diventato un reato vero e proprio, mentre in passato veniva sanzionato solo con provvedimenti disciplinari. Questo cambiamento normativo riflette la crescente preoccupazione per l’uso improprio dei dispositivi mobili da parte dei detenuti, che possono utilizzarli per commettere reati e mantenere contatti illeciti con l’esterno.
Rispetto all’indagine del 2022 condotta su richiesta della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, i dati raccolti ora mostrano un preoccupante aumento del fenomeno. L’introduzione di smartphone, microtelefoni e tablet nelle carceri sta rappresentando una minaccia significativa per la sicurezza. Questi dispositivi possono consentire ai detenuti di continuare a pianificare attività criminali e di mantenere legami con organizzazioni fuori dalle mura delle carceri, facilitando operazioni illecite e crimini.
Il Procuratore Generale e i procuratori del distretto hanno espresso preoccupazione per l’evoluzione di questo fenomeno e hanno intensificato ulteriormente le indagini. Le operazioni di controllo sono state rafforzate per fronteggiare questo grave problema e garantire che i penitenziari non diventino luoghi dove il crimine continua a prosperare, ma spazi dedicati al recupero e alla rieducazione dei detenuti.
Per contrastare il fenomeno, sono state potenziate le indagini della polizia penitenziaria, con l’impiego di risorse aggiuntive per evitare ulteriori infiltrazioni di dispositivi mobili nelle strutture. Le tecniche di contrabbando utilizzate dai detenuti si sono evolute, rendendo più difficile l’individuazione e il sequestro dei telefoni. I metodi sempre più sofisticati impiegati dai detenuti richiedono risposte altrettanto avanzate da parte delle istituzioni.
Le tecnologie moderne e le ingegnose strategie di contrabbando impongono un impegno continuo per le autorità competenti. È essenziale che le forze di sicurezza collaborino con esperti del settore per sviluppare soluzioni innovative e più efficaci per arginare l’introduzione di dispositivi mobili nelle carceri. Solo attraverso un impegno costante, le istituzioni riusciranno a garantire la sicurezza e a prevenire l’uso illecito delle tecnologie all’interno delle strutture penitenziarie.
Le indagini continueranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di monitorare la situazione e adottare nuove misure preventive. Il fenomeno dei telefoni cellulari nelle carceri è infatti un problema in costante evoluzione, che richiede un’attenzione sempre maggiore da parte delle autorità competenti per proteggere la sicurezza pubblica e prevenire attività criminose. L’azione congiunta delle forze dell’ordine e delle autorità giudiziarie rappresenta il passo fondamentale per contenere questa problematica e rendere gli istituti penitenziari luoghi di recupero, evitando che diventino focolai di attività illegali.
Il monitoraggio e le indagini sul fenomeno proseguiranno con l’obiettivo di garantire il rispetto delle normative e di contrastare il contrabbando di dispositivi all’interno delle carceri. La sicurezza e la corretta gestione del sistema penitenziario sono priorità fondamentali per la Procuratore Generale e per tutte le autorità coinvolte, che continueranno a lavorare per proteggere la collettività e mantenere l’ordine nelle strutture penitenziarie.
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