La reciprocità, nel bene e nel male
Il piano, che è stato paragonato alla politica commerciale “reciproca” del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è menzionato nel documento trapelato dall’Ue sulla Visione per il futuro dell’agricoltura.
Storicamente, la Commissione si è opposta alle richieste degli Stati membri, come la Francia, di imporre politiche commerciali “reciproche”, sostenendo che ciò avrebbe potuto violare le regole stabilite dall’Organizzazione mondiale del commercio. Le restrizioni sono consentite solo per motivi scientifici. John Clarke, ex direttore delle relazioni internazionali della Commissione Europea, afferma nella sua newsletter che queste “clausole speculari” sono proibite dalle regole dell’Omc in quanto possono potenzialmente portare al protezionismo in quanto i membri devono offrire le stesse tariffe gli uni agli altri a meno che non concludano un accordo commerciale bilaterale o regionale. Sottolinea che in luoghi diversi sono necessari pesticidi diversi: ad esempio, nelle zone tropicali i parassiti sono diversi da quelli europei. Nel corso della sua campagna elettorale Trump ha parlato di “occhio per occhio, tariffa per tariffa, stesso identico importo”.
Il ruolo dei pesticidi nella guerra commerciale
Secondo un rapporto pubblicato all’inizio del mese, il gruppo Pesticide Action Network Europe ha trovato pesticidi come il fungicida propiconazolo e insetticidi neurotossici che uccidono le api in molte importazioni. Queste sostanze sono spesso presenti in miscele di “cocktail di pesticidi” e, in alcuni casi, i loro livelli superano i limiti di residui legali stabiliti per i singoli pesticidi”, ha dichiarato il gruppo. «Spesso vengono mantenuti limiti di residui più elevati per venire incontro ai partner commerciali internazionali, mettendo a rischio la salute dei cittadini europei». Il tè e il caffè sono stati i prodotti più comuni con residui di pesticidi vietati, con il 38% dei campioni di tè e il 23% di caffè. Quasi un quarto dei campioni provenienti dall’India e il 17% dalla Cina, entrambi grandi produttori di tè, contenevano residui di pesticidi vietati. Secondo quanto riportato dal Financial Times la Commissione intende inoltre includere nei futuri accordi commerciali standard più elevati per il benessere degli animali dato che l’Ue ha regole sulla quantità di spazio per galline e vitelli, sulla pulizia degli alloggi e su altri aspetti che aumentano i costi per gli agricoltori.
Arriva l’interrogazione parlamentare per il ministro Lollobrigida
In un contesto di momentanea incertezza e di osservazione dei comportamenti commerciali degli americani le cancellerie europee stanno cercando di capire come muoversi nel dare una risposta ai dazi che dovrebbero entrare in vigore dal 2 aprile prossimo. In quest’ottica il Movimento 5 Stelle ha già depositato un’interrogazione parlamentare, con prima firmataria la senatrice Gisella Naturale, per chiedere al ministro Francesco Lollobrigida se i dazi possano compromettere la competitività del made in Italy agroalimentare, ma anche se reputi che tali misure possano attivare un meccanismo ritorsivo attraverso il concetto di reciprocità dei provvedimenti. A tal proposito la stessa senatrice Naturale ci ha dichiarato: «Il valore commerciale delle nostre eccellenze agroalimentari, quelle maggiormente esportate, è sotto minaccia. Gli effetti collaterali che possono generarsi sono preoccupanti sotto diversi aspetti. Uno di questi riguarda il possibile inasprimento delle relazioni commerciali attraverso l’apposizione reciproca di tariffe aggiuntive, un meccanismo che non giova a nessuno. Il mercato dei nostri vini, dell’olio extravergine di oliva, dei formaggi, tanto per fare degli esempi concreti, subirebbe un drastico arresto in un momento d’oro per l’export, che attualmente frutta 7,8 miliardi di euro. A fare le spese di questa misura saranno gli anelli deboli della filiera agroalimentare, vale a dire i produttori agricoli italiani e i consumatori, esposti senza protezione ad una dilagante diffusione delle imitazioni, dell’italian sounding, oltre che alla concorrenza di competitor più appetibili sotto il profilo economico. Chiediamo al ministro Lollobrigida di attivare immediatamente un confronto, con gli altri dicasteri coinvolti e anche nelle sedi eurounitarie, per contenere tutti i possibili effetti collaterali. Il drastico calo oltreoceano degli acquisti dei nostri prodotti distintivi è dietro l’angolo e rimanere inerti sarebbe imperdonabile».
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