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Prosegue il confronto in Commissione Statuto sulla proposta di riforma della legge elettorale abruzzese, basata sul collegio unico, avanzata dal Presidente della Giunta Marsilio
Legge elettorale Abruzzo, prosegue il confronto in Commissione Statuto sulla riforma proposta direttamente dal Presidente della Regione Marco Marsilio, che prevede il collegio unico. Il governatore ha incassato la disponibilità al confronto, già nel novembre scorso, dal suo diretto competitor alle elezioni dello scorso anno, Luciano D’Amico. Ma al di fuori di questa importante apertura prevale a mesi di distanza la diffidenza: se la maggioranza appare compatta, l’opposizione oscilla tra la contrarietà e la prudenza, per “vedere le carte”.
Nell’ultima seduta in Commissione Statuto, nell’ambito del ciclo di audizioni, sono stati ascoltati i presidenti delle Province dell’Aquila e di Chieti, Angelo Caruso e Francesco Menna.
Il tema è da tempo una delle priorità politiche di Marsilio, che ha sul finire della scorsa legislatura ha depositato un’apposita proposta di riforma. Venne travolta da polemiche incrociate, e Marsilio l’ha rilanciata già nel discorso di apertura della legislatura. Ora si è riaperta la discussione in Commissione Statuto: Marsilio ha dichiarato a novembre di puntare all’approvazione entro il primo anno di legislatura (obiettivo nei tempi oramai impossibile da raggiungere, visto che si è aperta nel marzo dello scorso anno), e ha successivamente “sfidato” l’opposizione alla condivisione. D’Amico ha risposto parlando a nome di tutto il Patto per l’Abruzzo: “Noi siamo d’accordo sull’idea di partecipare alla scrittura di questa nuova legge, e siamo d’accordo anche sull’idea cardine del collegio unico intorno a cui prende forma la nuova legge. Essere eletti in un unico collegio regionale, con voti che possono arrivare da tutti i territori della regione, è un ottimo antidoto contro la tentazione di rappresentare gli interessi più particolari”.
Il collegio unico è infatti la novità politicamente più rilevante della proposta Marsilio, che andrebbe a rivoluzionare la legge elettorale abruzzese attualmente in vigore che prevede quattro circoscrizioni coincidenti con i territori provinciali. Altri contenuti significativi della proposta Marsilio per riforma la legge elettorale Abruzzo sono l’introduzione della tripla preferenza di genere, l’ampliamento del numero dei candidati in lista da 30 a 45, l’elezione in Consiglio di due candidati presidenti “perdenti” (ora solo uno) purché le loro liste ottengano complessivamente almeno due seggi.
Marsilio aveva detto al riguardo, nel discorso di apertura della legislatura: “Nella passata legislatura evidentemente non erano mature le condizioni, ma non mi sono arreso. Ora mancano cinque anni alle prossime elezioni ed è giusto porre questo tema al centro nel primo giorno della legislatura”. Per Marsilio la norma va “approvata il prima possibile, e migliorerà da subito la qualità della legislazione. Tutti gli assessori hanno un’appartenenza territoriale, e saranno indotti a non fare gli assessori della loro città né della loro provincia. Dovranno invece essere assessori al servizio dell’intera comunità abruzzese, perché ad essa, con il collegio unico, dovranno poi rispondere. E aggiungo anche che i consiglieri dovranno essere al servizio dell’intera comunità abruzzese”. D’Amico ha messo sul piatto la proposta di agire anche sul tetto delle spese dei candidati, prefigurando “un meccanismo in cui si mettono a disposizione dei servizi primari che possano essere uguali per tutti. Dare meno soldi ma dare più opportunità”. Il leader dell’opposizione si è spinto anche a prefigurare un percorso rapido: “Giusto che il primo passo in Consiglio, audizioni a parte, lo faccia il presidente: ci presenterà un suo testo, ci dirà se tiene conto del nostro spirito costruttivo e di queste nostre idee e poi credo che si possa immaginare un cammino rapido. Credo che in primavera potremmo arrivare al voto su un testo definitivo che potrebbe nascere da un ottimo e possibile compromesso”. D’Amico quindi ha sfidato a sua volta Marsilio sulla predisposizione di un ulteriore proposta che tenga conto delle idee dell’opposizione.
Marsilio ha incassato nel frattempo anche la disponibilità al confronto dal Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri (Forza Italia) e anche da parte della Lega non ci sono pregiudiziali, come conferma al Capoluogo il capogruppo Vincenzo D’Incecco: “Non abbiamo nulla in contrario all’idea del collegio unico. Possiamo ragionare su correttivi rispetto alle dinamiche di elezione, ma non abbiamo una pregiudiziale. Certo, ci sarebbero aspetti positivi e negativi: nel primo caso senza dubbio l’eliminazione di ogni alibi riguardo alla territorialità e al provincialismo di chi viene eletto, nel secondo l’inevitabile maggiore dispendio che deriverebbe da una campagna da fare su tutto il territorio regionale”.
Da parte dell’opposizione contrarietà al collegio unico è stata espressa da Alessio Monaco di Alleanza verdi sinistra. Il capogruppo del Partito Democratico Silvio Paolucci ha un mese fa messo in guardia: “La riforma non può essere blindata sulla posizione di una sola coalizione, il centrodestra deve dialogare con tutte le forze rappresentate in Consiglio per arrivare a una stesura condivisa, che contempli doppio turno e voto disgiunto”. Al Capoluogo Paolucci sottolinea anche un rischio: “Le tre preferenze sono più penalizzanti per la parità di genere che una reale opportunità”.
Il capogruppo Francesco Taglieri motiva al Capoluogo il no del Movimento Cinque Stelle alla proposta di riforma della legge elettorale avanzata da Marsilio “Bisogna ragionare sugli effetti, sulla difficoltà di rappresentatività che avrebbero le aree interne. Le zone maggiormente popolose esprimerebbero con quella legge maggiore rappresentatività, per non parlare dei fattori economici: i costi aumenterebbero e le campagne elettorali non sarebbero alla portata di tutti”.
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