Festa della donna, il dovere di lottare ancora pensando soprattutto a coloro che vivono l’atrocità della guerra

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 














Era il 23 febbraio del 1917, data del calendario ortodosso che corrisponde all’otto marzo nel calendario occidentale, il giorno nel quale le donne operaie del filatoio Krasnaya Nit’ di Pietrogrado appresero che l’indomani sarebbe scattato il razionamento del pane e della farina in un paese già devastato dalla guerra e nel quale quindi il pane nero era già da tempo un fantasma. Da sole le donne decisero di uscire dalla fabbrica e riempirono le strade della città per chiedere allo zar Nicola II pace e pane; a loro si unirono subito migliaia di persone, la spontaneità della protesta fece sì che essa sfuggì totalmente di mano alle forze dell’ordine e così i disordini si trasformarono in progetto ed il progetto si trasformò in politica.


Le donne lavoratrici di Pietrogrado portarono così, quasi inconsapevolmente, al disfacimento di 300 anni di storia della Russia, cambiarono il corso della storia del mondo e loro stesse entrarono come protagoniste nella Storia.


A circa cento anni di distanza, oggi, nella stessa porzione di mondo, le donne vivono ancora il dramma della guerra, della violenza, del dolore, il dolore indicibile di donne e di madri.


Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Ma non solo loro, non solo le donne ucraine; nei nostri occhi ci sono oggi anche i volti delle donne palestinesi così come quelli delle madri israeliane; il dolore di una madre non ha bandiere nazionali o confini territoriali e non si piega ad alcuna logica o strategia geopolitica internazionale.


Alle donne nel mondo, che rivivono oggi lo strazio della guerra e della violenza, è rivolto il nostro pensiero; a loro che entrano oggi con la forza del loro dolore nel nostro quotidiano ed amplificano il nostro sgomento, l’angoscia e la frustrazione che deriva dalla nostra conclamata impotenza, oggi più che mai amplificata dai cambiamenti geopolitici in corso, che si profilano pericolosamente a livello globale, nonché dalla idea di una corsa al riarmo dell’Europa, che sembra aver preso il posto della ricerca della pace attraverso altre possibili strade e che ci spaventa, scuotendo profondamente le nostre coscienze.


Nel vocabolario tradizionale della guerra, è tipica l’immagine dell’uomo-soldato-eroe che si sacrifica per difendere la patria mentre è della donna il ruolo della madre sofferente; uomini e donne, nel tempo, sono stati incasellati in identità e ruoli tradizionali; in verità, oggi la realtà della guerra cambia anche l’iconografia tradizionale: nell’esercito ucraino il 20% sono donne-soldato , indossano un uniforme o legano dello scotch giallo attorno alla manica della giacca; sono donne pronte a tutto per difendere i loro figli, le loro città, le loro case, i loro diritti, la loro terra violata. Le donne in Ucraina sono in prima linea e guidano la ripresa del Paese in ogni possibile settore, dall’ assistenza umanitaria, alla difesa dei diritti delle donne, alla sicurezza.


Nel vocabolario della pace, che e’ il nostro vocabolario, il volto delle donne ucraine è oggi il volto delle Resistenza, è il volto dell’Umanità, della solidarietà capace di andare oltre gli steccati che la guerra impone, volti capaci di trovare altre parole e sguardi differenti. Fanno il giro del mondo le immagini delle donne ucraine che, insieme con gli uomini, tentano a mani nude di fermare colonne di mezzi militari russi nei villaggi depredati di tutto, anche dell’Umanità di tutti e di ciascuno. Hanno fatto il giro del mondo le immagini delle madri che sin dagli inizi della guerra hanno riempito i treni, disposte a lasciare tutto per fuggire dal Paese invaso e salvare così il bene per loro più prezioso, i propri figli, con quella forza della disperazione che nasce dal sentimento più forte che abbiamo, il sentimento della vita, l’amore per la vita.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Ci rendiamo fortemente conto che il volto delle donne è quello che ci aiuta meglio a capire, aldilà delle analisi della geopolitica, il senso più profondo e più drammatico della guerra; sono volti segnati dalla disperazione quelli delle donne che, ‘’invisibili’’ per chi con cinismo organizza attacchi, armi ed eserciti, incarnano per noi l’ espressione più crudele della guerra stessa; volti di donne che, nonostante l’indicibile sofferenza, con forza e coraggio reclamano, per sé e per il proprio Paese, lo spazio della vita, della pace, della libertà, della democrazia, dei diritti faticosamente acquisiti nel tempo, lo spazio cioè di quella universalità dei diritti che nessun tiranno può cancellare.


Non possiamo, in particolare oggi, non pensare al legame drammatico e costante che esiste tra la guerra e la violenza sessuale; sappiamo bene che da sempre la violenza della guerra passa drammaticamente anche sui corpi delle donne; la guerra mette, infatti, un freno ai diritti umani, al punto che la violenza sessuale finisce con l’assumere i connotati della normalità, tanto da essere ridotta quasi ad inevitabile danno collaterale. Lo stupro di guerra è, anzi, un modo per ribadire la conquista del territorio da parte dei più forti; esso rende il corpo delle donne un oggetto a disposizione dei soldati e l’impunità della violenza trova, quindi, una piena legittimazione.


La Presidente dell’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere, Sima Sami Bahous, ha lanciato, sin dagli inizi della guerra, un appello affinché l’attenzione internazionale su questo dramma sia una priorità, ricordando che per la Corte Penale Internazionale lo stupro rientra tra i crimini di guerra. A questo appello ha fatto eco il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, che ha adottato una risoluzione che istituisce una Commissione d’inchiesta sulla violazione dei diritti umani in Ucraina.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Oggi la Conferenza nazionale delle donne democratiche, tramite la portavoce nazionale Roberta Mori, ha lanciato a Bruxelles l’appello per l’avvio di una Conferenza internazionale delle donne per la pace e contro la violenza perché non c’è più tempo da perdere; perché  dalle donne si imponga al mondo l’ urgenza della pace attraverso un percorso di responsabilità individuale e collettiva che e’ nostro dovere morale intraprendere subito.


La comunità ucraina conta in Italia circa 240 mila persone, delle quali l’80% è donna ed il loro numero aumenta sempre di più; dobbiamo noi adesso aver ‘’cura’’ di loro; dobbiamo aver cura delle donne che da anni aiutano le nostre famiglie nei lavori di cura domestici. È tristemente noto che in alcune città ucraine ci siano ospedali con reparti psichiatrici nei quali accade che donne che tornano a casa, dopo aver lavorato in Italia come badanti, vengano ricoverate e curate per una forma di disagio psichiatrico che è stato chiamato ‘’Sindrome Italia’’.


Oggi, 8 marzo, noi donne italiane abbiamo il dovere di continuare a lottare per difendere e rafforzare i diritti faticosamente acquisiti e per conquistarne sempre maggiori; ma a noi, oggi soprattutto, si impone il dovere morale di non dimenticare le donne ucraine, le donne palestinesi, le donne di Gaza, le donne che in ogni parte del mondo subiscono gli orrori della guerra.


Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Dobbiamo in coscienza essere consapevoli, senza filtri e senza retorica, che non è vero che l’Europa viva in pace da 70 anni circa, che non è vero che il mondo non conosca gli orrori della guerra dal secolo scorso e che, per questo, da Kiev a Gaza ed a Beirut, da Belgrado a Kabul, da Baghdad a Damasco a Tripoli, il nostro pensiero è rivolto oggi a ogni DONNA che ha vissuto e vive l’atrocità di ogni insensata e maledettissima guerra.


*Conferenza donne democratiche – Partito Democratico Messina




























Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere