Cosmesi lombarda in allarme per Direttiva UE: Assessore Mazzali e i senatori Sisler e Ancorotti esprimono timori

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La filiera cosmetica lombarda,  pilastro del settore in Italia, lancia un grido d’allarme contro la direttiva europea 2024/3019 sul trattamento delle acque reflue urbane. L’assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale Moda e Cosmesi, Barbara Mazzali, ha avuto oggi un incontro con esperti e rappresentanti istituzionali per discutere l’impatto  della normativa, che rischia di soffocare un’eccellenza del Made in Italy.

Presenti Filippo de Caterina, vice Presidente di Cosmetica Italia, Leonardo Salvemini, stimato giurista ambientale e professore universitario,  e due senatori lombardi di Fratelli d’Italia, Renato Ancorotti, già imprenditore nel settore cosmetico, e Sandro Sisler. Obiettivo del confronto:  tutelare la filiera cosmetica, settore d’ eccellenza del sistema produttivo lombardo, alla luce degli obblighi imposti dalla direttiva europea 2024/3019, in vigore da gennaio 2025 e che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 31 luglio 2027.  Durante l’incontro è stato esaminato l’impatto della nuova direttiva UE, le cui  disposizioni rischiano di penalizzare le imprese cosmetiche lombarde, rallentandone lo sviluppo e la crescita.

 

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“La Lombardia è il centro dell’industria cosmetica italiana, con oltre il 48% delle imprese del settore e il 70% del fatturato nazionale. Siamo davanti a una filiera che rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, un motore economico che contribuisce alla competitività del Made in Italy. Non possiamo accettare che una direttiva europea penalizzi un comparto così strategico imponendo oneri sproporzionati e rischiando di comprometterne la crescita e l’innovazione”, ha dichiarato l’Assessore Barbara Mazzali. “La sostenibilità ambientale è una sfida che le nostre imprese stanno già affrontando con impegno e investimenti da decenni, ma non può essere imposta senza tenere conto della sostenibilità economica e sociale. Regione Lombardia sarà al fianco delle aziende e porterà la questione all’attenzione del governo e dei rappresentanti italiani in Europa affinché venga trovata una soluzione equa e sostenibile per il nostro sistema produttivo.”

 

Il senatore Sandro Sisler ha spiegato che “la direttiva europea 2024/3019 introduce un nuovo livello di trattamento delle acque reflue, il cosiddetto trattamento quaternario, mirato alla rimozione dei microinquinanti organici. La normativa individua nei settori cosmetico e farmaceutico i principali responsabili della presenza di queste sostanze nelle acque reflue urbane, stabilendo che debbano farsi carico dei costi di adeguamento attraverso il principio di responsabilità estesa del produttore. Questo significa che le imprese del settore dovranno sostenere nuovi investimenti per attrezzature e monitoraggi, con un impatto economico significativo sulle aziende italiane e lombarde in particolare”.  Inoltre,  ha proseguito  Sisler, “l’industria cosmetica italiana è un modello di eccellenza, innovazione e qualità, riconosciuto a livello globale. Il nostro Paese è il terzo esportatore mondiale di prodotti cosmetici, con una filiera che si distingue per ricerca, sostenibilità e altissima specializzazione. La Lombardia, in particolare, ospita il più importante distretto cosmetico d’Europa, un ecosistema produttivo in cui operano centinaia di aziende che hanno saputo coniugare tradizione e innovazione, investendo in tecnologie avanzate e processi sostenibili”.

 

Il senatore Renato Ancorotti, imprenditore con una lunga esperienza nel settore cosmetico, ha aggiunto: “Questa direttiva, così come è stata concepita, rischia di mettere in ginocchio un comparto che ha sempre dimostrato di saper innovare nel rispetto dell’ambiente. Imporre nuovi obblighi senza un’analisi scientifica approfondita sul reale impatto di ogni settore produttivo significa penalizzare proprio quelle imprese che stanno già investendo in processi più sostenibili. La cosmesi italiana è all’avanguardia nell’utilizzo di materie prime green, nella riduzione degli sprechi e nell’adozione di packaging riciclabili: anziché ostacolare queste eccellenze, l’Europa dovrebbe incentivare un approccio più equilibrato e basato sui dati. Come imprenditore e come senatore, porterò avanti questa battaglia in tutte le sedi istituzionali, perché non possiamo permettere che un comparto strategico venga penalizzato da regole che non tengono conto delle specificità del settore e delle reali responsabilità nell’inquinamento delle acque reflue urbane. Servono norme che tutelino l’ambiente senza distruggere un patrimonio industriale che genera occupazione e crescita per il nostro Paese”.



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