Dai dazi alle tensioni internazionali: la strategia della Cina

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Dallo scacchiere internazionale turbolento ai rapporti tra Cina e Stati Uniti: il ministro degli Esteri cinese Wang Yi s’è soffermato sui principali dossier relativi a Pechino nel corso di una conferenza stampa a margine dei lavori annuali del Congresso nazionale del popolo. Il diplomatico, membro dell’Ufficio politico del Partito Comunista Cinese, ha reso noto che nel 2025 effettuare diverse visite all’estero, ribadendo ancora una volta il ruolo della Cina come fonte di stabilità in un’epoca dettata dalle incertezze e dalle tensioni.

Sostenitrice del multilateralismo, la Cina ha posto l’accento sulla necessità di rispettare i principi della Carta delle Nazioni Uniti e di condividere le opportunità di sviluppo con gli altri Paesi. Le istituzioni globali come l’Onu hanno un ruolo centrale, ha proseguito Wang Yi, rimarcando come gli affari internazionali non debbano essere monopolizzati da un piccolo numero di Paesi. Da questo punto di vista, sarebbe necessario un sistema di governance globale più giusto e più equo. Per quanto concerne il ruolo della Cina in Asia, il ministro degli Esteri ha confermato che Pechino rappresenta il motore dello sviluppo economico e il pilastro della sicurezza nella regione. Wang Yi ha inoltre ricordato la firma della partnership “Belt and Road” con 25 Paesi.

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Wang Yi s’è anche soffermato sulle relazioni tra Cina e Stati Uniti, in particolare sui dazi fissati da Washington. Il ministro cinese ha acceso i riflettori sull’importanza del rispetto reciproco come prerequisito per una relazione ottimale, aggiungendo che Pechino è pronta ad adottare le necessarie contromisure. La Cina “reagirà con fermezza all’offensiva commerciale” degli Stati Uniti, ha affermato Wang Yi, definendo le imposte trumpiane “senza senso”. Ma non solo. Il diplomatico di Xi Jinping ha ricordato alla Casa Bianca gli effetti dei dazi sul deficit commerciale, sull’inflazione e sul benessere degli americani. Non è mancata una riflessione sull’emergenza fentanyl, citando la linea dura del suo Paese contro il traffico di droga.

A dispetto dei cambiamenti nel panorama internazionale, “il cuore della Cina sarà sempre con il Sud globale”, ha aggiunto il ministro degli Esteri, ricordando come il Sud del mondo rappresenti il 40 per cento dell’economia globale. L’unità è fondamentale, ha precisato Wang Yi, elogiando la forza delle relazioni tra Cina e Africa: non ci sarà modernizzazione globale senza modernizzazione africana, il parere di Pechino.

A proposito di stabilità internazionale, Wang Yi ha analizzato i conflitti in corso nel mondo e sulla guerra tra Russia e Ucraina ha ribadito l’imparzialità della Cina e la priorità ai dialoghi per la pace. “Nessuno vince in un conflitto, mentre con la pace vincono tutti” e deve essere una “pace giusta e duratura” la visione del capo della diplomazia cinese: la Repubblica Popolare è pronta a “lavorare” con la comunità internazionale, secondo “le volontà delle parti in conflitto” e di “continuare a giocare un ruolo costruttivo per la soluzione della crisi e una pace duratura”. Wang Yi ha aggiunto sul punto: “È importante comprendere la complessità delle cause della crisi. Nessuno vince in un conflitto, mentre con la pace vincono tutti. Il tavolo dei negoziati è il luogo in cui il conflitto finisce e inizia la pace”.

Volgendo lo sguardo al Medio Oriente, il ministro cinese ha sottolineato che il Paese continuerà a battersi con determinazione per giustizia, pace e sviluppo per le popolazioni di quell’area. Senza la pace in Medio Oriente il mondo non sarà stabile, il messaggio del diplomatico, confermando l’appoggio di Pechino al piano per il futuro della Striscia di Gaza sostenuto dall’Egitto e da altri Paesi arabi. Per la Cina, “Gaza appartiene ai palestinesi” e “cambiare lo status di Gaza con la forza non porterà pace, ma solo nuovo caos”.

Wang ha insistito sulla necessità di lavorare per un “cessate il fuoco globale e duraturo”, dopo mesi di conflitto tra Israele e Hamas, con le operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia scattate in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. E ha anche ripetuto l’imperativo di “aumentare” l’assistenza umanitaria e contribuire alla ricostruire, nel rispetto del principio “dei palestinesi che governano la Palestina” e della soluzione dei due stati.



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