ecco tutte le accuse per i vibonesi Censore e Grillo

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Tre anni e 2 mesi per l’ex consigliere regionale del Pd, Bruno Censore di Serra San Bruno (già parlamentare per lo stesso partito), 4 anni e 3 mesi per l’ex consigliere regionale Alfonsino Grillo di Gerocarne (eletto nel 2010 con la lista “Scopelliti presidente”, poi passato con Ncd ed ora vicino a Forza Italia), nel gennaio scorso riconfermato dalla giunta regionale quale commissario straordinario del Parco naturale regionale delle Serre. Queste le richieste di pena formulate ieri dalla Procura di Reggio Calabria nell’ambito del processo nato dall’inchiesta denominata “Rimborsopoli” (LEGGI QUI: Processo Rimborsopoli, ecco le richieste di condanna: coinvolti anche due ex consiglieri regionali vibonesi). Ma quali sono nel dettaglio le singole contestazioni mosse ai due politici vibonesi? Innanzitutto il reato contestato loro dalla Procura di Reggio Calabria è quello di peculato riferito alle c.d. “spese pazze” del Consiglio regionale della Calabria a partire dal 2010. I due politici vibonesi, unitamente agli altri ex consiglieri regionali imputati, sono accusati di aver indebitamente percepito, appropriandosene, somme di cui avevano la disponibilità in ragione del loro ufficio oppure documentando spese non conferenti al ruolo di consiglieri regionali.

Le accuse a Censore

Bruno Censore

Gli vengono contestate per l’anno 2010 spese “non conferenti” per complessivi 1.350,80 euro, vale a dire: materiale edile per 400 euro acquistato a Serra San Bruno; colla per 76,80 euro nel medesimo negozio; undici pasti per 874 euro di cui una parte all’hotel San Leonardo di Vibo; due coperti per complessivi 45 euro al “Lido San Domenico” di Soverato; tre coperti al ristorante “Da Giovanni” di Reggio per un totale di 100 euro; due coperti al ristorante “La Quartara” di Pizzo per 70 euro; tre coperti da “Crucitti” a Reggio per un totale di 59 euro. Per l’anno 2011 gli vengono invece contestate le seguenti spese: materiale informatico in un negozio di Serra per 45 euro; tre coperti al ristorante “La Cambusa” di Palermo per 78 euro; tre coperti al ristorante “La Rada” di Vibo Marina per 140 euro; tre coperti da “Crucitti” a Reggio Calabria per 75 euro. Due, invece, i soggiorni rimborsati: a “Palazzo Pantaleo” a Palermo per 120 euro ed all’hotel “Principe” di Catania per due persone ed una spesa complessiva di 134 euro. Per il 2012 le spese ritenute dalla Procura non conferenti riguardano: la consumazione occasionale al bar-pasticceria di Lo Schiavo Francesca a Vibo per un importo di 8,60 euro il 17 aprile 2012; due pasti al ristorante “Gargantua” di Sant’Onofrio per 68 euro; altri sei pasti nello stesso ristorante per un totale di 250 euro ed una serie di pasti al ristorante “Crucitti” di Reggio; tre pasti alla pizzeria “La Ruota” di Pizzo per 120 euro; un pasto in una trattoria di Messina per 70 euro; due pasti da “Agostino” a Pizzo per 50 euro; due pasti all’Hippocampus di Cosenza per 80 euro; due pasti al “Batò” di Vibo Marina per un totale di 100 euro; due pasti al “La Pinta” di Rende per 18 euro totali; due pasti al ristorante “L’Approdo” di Vibo Marina per una spesa complessiva di 240 euro; un pasto al ristorante “Il Cortile dei Sapori” a Besano Brianza, in provincia di Monza, per una spesa di 90 euro.
A Censore vengono poi contestati: rimborsi chilometrici per 1.219,45 euro; materiale per manifesti (colla, rulli, ecc. ) per 227 euro in un negozio di Spadola; materiale informatico per 75 euro in un negozio di Serra San Bruno; 146,50 euro per quattro traghettamenti con la Caronte; un soggiorno di due notti, più colazione, all’hotel “Relax” di Siracusa per 246,10 euro; 3.997,84 euro per la stampa di settemila copie del volume intitolato “Attività consiliare dell’on. Bruno Censore”; il rimborso per l’acquisto di 171 euro alla Libreria medico-scientifica e giuridica di Marcello Anastasi in Catanzaro.

Le contestazioni per Grillo

Il coordinatore Ncd Alfonso Grillo
Alfonsino Grillo

È accusato di non aver prodotto alcuna pezza giustificativa per le spese sostenute. Per il giudice che ha a suo tempo disposto il rinvio a giudizio è assolutamente impossibile che la sommatoria di quanto speso ad esempio per spese di gestione segreteria sia regolarmente una cifra tonda. Singolare poi la doppia spesa per ottobre 2011: prima mille euro e poi ancora duemila euro”. In secondo luogo, ad avviso del magistrato, appare “comunque pacificamente non conferente l’elargizione di contributi a favore di terzi, non meglio definiti, non avendo ciò attinenza con alcuna attività istituzionale (e così per un totale di 11 mila euro nel 2010 e 8.850,00 euro nel 2011 )

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Quindi vengono contestate le spese per manifestazioni a carattere culturale per 2.500,00 euro nel gennaio 2011 e le spese per esperti, non meglio indicati, per 3mila euro, così come le spese per non meglio precisati convegni nel 2010 della Lista Scopelliti o ancora manifestazioni a carattere culturale o fieristico.
Per il 2012 l’allora consigliere regionale Alfonsino Grillo avrebbe incassato rimborsi (29.850,00 euro) per una spesa eccedente rispetto a quella effettivamente documentata (26.650,00 euro). Spese in molti casi ritenute dalla Procura “non conferenti”. Anche per il 2012 le spese di segreteria di Alfonsino Grillo sarebbero tutte corrispondenti a cifre tonde: 2.300 euro per aprile e maggio 2012, 1.200 euro per giugno, ecc. Per la Procura si tratta di cifre senza nessun appiglio alla realtà ed infatti mancherebbe l’allegazione di pezze d’appoggio. Spese non conferenti vengono indicate anche le somme “per esperti” non meglio precisati: 3.900,00 euro. Illecita viene anche ritenuta l’erogazione di contributi in favore di terzi per 8.700,00 euro. Secondo la Procura, l’allora consigliere regionale Alfonsino Grillo avrebbe dovuto effettuare le eventuali liberalità in favore di terzi con le proprie risorse e non con quelle “e non con quelle dei contribuenti calabresi”.

Le condanne in sede contabile

Da ricordare che sempre per la vicenda “Rimborsopoli”, nel gennaio del 2022 la Corte dei Conti in sede di appello (sezione centrale) ha respinto il ricorso dell’ex consigliere regionale Bruno Censore ed ha confermato nei suoi confronti la condanna al pagamento in favore della Regione Calabria della somma di 9mila 176,92 euro, oltre a rivalutazione monetaria ed interessi. La Corte dei Conti ha ritenuto illegittime le spese per l’acquisto di “materiale edile e soluzioni decorative non inerenti”, oltre alle spese per ristorazione, consumazioni occasionali, rimborsi chilometrici, soggiorni e traghettamento. 

Nel marzo 2020, invece, la Corte dei Conti per “Rimborsopoli” ha condannato Alfonsino Grillo al pagamento della somma di 50.056 euro a titolo di danno erariale. La Corte dei Conti ha invece dichiarato prescritta per Alfonsino Grillo l’azione erariale relativamente al solo anno 2010. Tra le spese, pagate con soldi pubblici per fini giudicati dalla Corte dei Conti come privati, figurano elargizioni per i festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo a favore del priore della confraternita di Arena, altre a favore dell’associazione “Lira Battente” per una manifestazione, contributi a favore della Pro Loco di Zambrone e per la festa patronale di San Basilio a Cessaniti.

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