il governo USA ordina lo smembramento

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Il Dipartimento di Giustizia spinge per la vendita di Chrome e nuove restrizioni su Android. Google insorge: “Radicale e pericoloso”. La Silicon Valley trema.

(Foto: il Ceo di Google, Sundar Pichai)

Il governo degli Stati Uniti ha lanciato la più grande offensiva antitrust dell’era digitale, chiedendo la separazione forzata di Google in più società per porre fine al suo monopolio nel mercato della ricerca online. Tra le misure proposte dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) figurano la vendita del browser Chrome, la fine degli accordi esclusivi con i produttori di smartphone e nuove restrizioni sull’uso di Android.

Questa mossa arriva dopo la storica sentenza del giudice federale Amit Mehta, che nell’agosto 2024 ha riconosciuto Google colpevole di aver abusato della sua posizione dominante per soffocare la concorrenza. Il colosso di Mountain View, che da anni domina la ricerca online con una quota di mercato superiore al 90%, si trova ora davanti alla minaccia concreta di una scissione forzata.

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“Google è un leviatano economico”: la proposta del DOJ

Nel documento presentato in tribunale, il Dipartimento di Giustizia ha espresso in termini inequivocabili la sua posizione:

La condotta illegale di Google ha creato un colosso economico che manipola il mercato per garantire che, qualunque cosa accada, Google vinca sempre”, ha dichiarato l’ufficio del procuratore generale Merrick Garland. “Il popolo americano non deve essere costretto a subire le scelte di un gigante incontrollato in cambio di un motore di ricerca” 

Tra le principali misure richieste dal DOJ:

Vendita di Chrome: secondo i procuratori, il browser di Google – con oltre 3 miliardi di utenti attivi – rafforza in modo illegittimo il dominio della società nella ricerca online. Separarlo dal colosso significherebbe restituire un vero margine di concorrenza ad altri motori di ricerca.

Stop ai pagamenti miliardari ad Apple: attualmente, Google versa oltre 20 miliardi di dollari l’anno ad Apple per essere il motore di ricerca predefinito su Safari. Questa pratica, sostiene il DOJ, “soffoca la competizione e deve essere vietata immediatamente”.

Nuove regole su Android: il sistema operativo, installato su oltre il 70% degli smartphone mondiali, non potrà più essere utilizzato da Google per forzare l’uso del suo motore di ricerca.

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La reazione di Google: “Una minaccia per l’innovazione”

Dura la risposta del colosso tech, che si dice pronto a combattere in tribunale. Kent Walker, Chief Legal Officer di Google, ha definito le richieste del DOJ “radicali, senza precedenti e pericolose”: “Questa proposta non riguarda solo Google: è un attacco all’intero settore tecnologico”, ha dichiarato Walker in una nota ufficiale. “Separare Chrome da Google non migliorerà la concorrenza, ma comprometterà la sicurezza online e rallenterà l’innovazione”.

La società ha annunciato che presenterà immediatamente ricorso e che è pronta a portare la battaglia fino alla Corte Suprema.

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Silicon Valley in allarme: la scure del DOJ cambierà il tech?

Il caso Google segna un punto di svolta per l’intero settore tecnologico. Se la scissione forzata diventasse realtà, potrebbe aprire la strada a nuove azioni contro altri colossi come Amazon, Apple e Meta.

Secondo Roger McNamee, uno dei primi investitori di Facebook e noto critico delle big tech, il DOJ sta finalmente facendo quello che l’Europa chiede da anni: Questa è la battaglia antitrust più importante dai tempi di Microsoft nel 2000. Se il DOJ vincerà, cambierà per sempre il modo in cui operano le grandi aziende tecnologiche”, ha dichiarato McNamee al New York Times.

Nel frattempo, il tribunale federale deciderà nei prossimi mesi se accettare le richieste del DOJ. Se il giudice Mehta darà il via libera, Google potrebbe essere costretta a smembrarsi entro il 2026.

Per il colosso di Mountain View, l’era del dominio incontrastato sembra avviarsi alla fine.

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