Statali, stipendi tagliati e niente cuneo fiscale. Ora la verità sugli errori di NoiPa

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Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 


Uno che di rapporti di potere se ne intendeva tanto, come il ministro di polizia di Napoleone. Jacques Fouché, disse chiaramente al suo imperatore che aver fatto rapire dal suo esilio di Baden il duca di Enghien, per poi farlo giustiziare, “E’ stato peggio di un crimine, è stato un errore”. Evidenziando che in politica, e non solo in quell’ambito, ci sono errori che costano davvero cari. Ecco perché le giustificazioni di NoiPa rispetto al gran caos suscitato dai cedolini dei primi tre mesi dell’anno, fanno veramente saltare i nervi. Rispondere che è stato un errore tecnico suona quasi come una presa in giro. Un errore tecnico ripetuto per tre mesi? Suvvia, siamo seri.

Ricapitoliamo i fatti: Dall’inizio dell’anno nelle buste paga dei dipendenti pubblici non è stato inserito il beneficio del taglio del cuneo fiscale deciso con l’ultima manovra economica del governo. Un taglio netto, in media, di un centinaio di euro, che doveva compensare la cancellazione del precedente meccanismo di decontribuzione, estendendo peraltro il beneficio oltre il limite dei 35 mila euro per arrivare fino al tetto dei 40 mila euro annui di retribuzione lorda. Risultato, buste paga più leggere, già questo basterebbe per far saltare la pazienza anche al vecchio Giobbe, il problema è che l’errore, già grave e ripetuto, è diventato eclatante con lo stipendio di marzo, che sarà erogato a fine mese, ma la cui elaborazione è già consultabile sulla piattaforma di NoiPa. Uno sguardo anche distratto alle cifre evidenzia che le dimenticanze non si sono fermate al cuneo fiscale, ma all’appello mancano anche gli adeguamenti delle indennità di amministrazione il cui decreto è stato pubblicato pochi giorni fa.

Per farla breve, insomma, lo stipendio di marzo, grazie agli errori di NoiPa, si annuncia per tutti i dipendenti delle funzioni centrali ben più misero di quello dello scorso anno. E questo bel risultato capita proprio in mezzo alla campagna per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (si vota per le RSU, infatti, il 14, 15 e 16 aprile). E l’assist fornito da NoiPa, con il suo eclatante errore, che voglio sperare sia stato veramente involontario, è stato colto al volo dai sindacati che il contratto nazionale non l’hanno firmato e ora soffiano sul fuoco dicendo a tutti i colleghi che le nuove regole penalizzano e non migliorano le loro condizioni. E’ una fake news, ovviamente, ma il cedolino light, però, è assolutamente vero.

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Contributi per le imprese

 

Noi di Confsal UNSA e gli altri sindacati che quel contratto l’abbiamo firmato e ne rivendichiamo con convinzione i risultati, non solo economici, siamo ovviamente insorti e ora prendiamo atto che nel mese di marzo verrà erogato un assegno integrativo con un importo medio di 1000 euro per compensare le cifre mancanti e gli arretrati. E vorrei vedere! Si tratta di una mossa doverosa che non compensa il disastro creato dai ripetuti errori di NoiPa.

Per lasciarci questa brutta vicenda alle spalle, infatti, vogliamo altro oltre ai soldi trattenuti in cassa dall’inizio dell’anno, vogliamo sapere perché si siano potute realizzare una così lunga concatenazioni di inefficienze, di chi è la colpa, che cosa si è fatto per rimediare e impedire che fatti del genere si possano ripetere in futuro e infine che misure sono state prese nei confronti dei responsabili. E non pensiamo certo agli operatori informatici che inseriscono materialmente i dati nel sistema.

Pago Pa non è un piccolo ufficio periferico che si occupa di questioni marginali, ma una struttura strategica che si occupa di una funzione fondamentale in ogni struttura lavorativa, per dirla con una banalità è l’ufficio stipendi della più grande impresa nazionale, ossia lo Stato, non è pensabile che i suoi strumenti operativi non siano aggiornabili in tempo reale quando mutano gli obblighi contrattuali del datore di lavoro. Sarebbe già uno scandalo se fosse successo in un una piccola o media impresa, quelle, per capirci, che non devono gestire più di 50 cedolini al mese. Che sia successo a NoiPa non è accettabile, ecco perché non intendiamo passarci sopra, questa partita non si chiude con il ritornello “chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scordiamoci il passato”. Ecco, noi continuiamo ad avere memoria lunga.



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