Lo scenario
Con Messico e Canada, è un mercato che vale due miliardi di euro e che potrebbe essere minacciato dalle politiche protezionistiche annunciate da Washington: in allerta tutte le aziende che operano nel continente nordamericano e che potrebbero anche studiare nuove opportunità alternative
Il mercato Usmca vale quasi due miliardi di euro per il made in Brescia. L’Usmca è l’accordo tra Stati Uniti, Canada e Messico, sottoscritto nel 2018 in sostituzione del «vecchio» Nafta: Brescia guarda con interesse ai tre Paesi del Centro-Nord America, soprattutto per la parte statunitense, che secondo le stime nel 2024 potrebbe valere circa 1,5 miliardi di euro.
Ma anche Canada e Messico sono Paesi con cui gli scambi commerciali sono floridi, in particolare per quanto riguarda le esportazioni: il Canada vale circa 163 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2023, mentre il Messico oltre 200, con una crescita di circa 15 milioni rispetto al 2023 (e di oltre 50 milioni sul 2022).
I rischi
Ma i dazi potrebbero mettere in discussione l’equilibrio, con un duplice effetto. Se infatti, da un lato, le politiche protezionistiche annunciate da Donald Trump nei confronti dell’Europa potrebbero essere un freno per le esportazioni bresciane (anche per quelle che hanno stabilimenti produttivi in Centro-Nord America e esportano verso gli Usa), dall’altro le stesse misure, annunciate anche nei confronti di Messico e Canada (ma, almeno per ora, sospese fino a inizio aprile), potrebbero essere un’opportunità per il made in Brescia, con gli altri due Paesi dell’Usmca che potrebbero guardare a nuovi mercati in sostituzione di quello statunitense.
Certamente però anche chi opera in Messico e Canada è sul chi va là, e guarda con attenzione alle mosse che da aprile in avanti potrebbero essere messe in atto dal Governo di Washington, e che inizialmente avevano scatenato una serie di reazioni e controreazioni di un certo peso. Per ora è tutto rimandato al mese prossimo.
Nel frattempo però in numeri parlano di un interscambio massiccio tra la nostra provincia e il Nordamerica. Nel 2023 ad esempio gli affari sull’asse Brescia-Usa hanno prodotto un flusso di un miliardo 614 milioni di euro, di cui la grandissima parte (1,478 miliardi) di export verso Oltreoceano: rappresenta il 7,2% di tutte le vendite oltre confine del made in Bs, che nel 2023 hanno raggiunto quota 20,571 miliardi, in contrazione del 7,5% rispetto ai 22,239 miliardi dell’anno precedente.
Per quanto riguarda le importazioni, a Brescia sono arrivati 136 milioni di prodotti statunitensi. Le stime per il 2024 parlano invece di un export che potrebbe superare il miliardo e mezzo di euro verso gli Usa, con importazioni che potrebbero anche sfiorare i 190 milioni.
Le partecipazioni
Washington e Brescia hanno anche diversi rapporti che si concretizzano nella partecipazione di alcune aziende bresciane da parte di soggetti esteri e viceversa. Secondo il rapporto «Multinazionale Brescia» del Centro Studi di Confindustria territoriale, le imprese manifatturiere bresciane a partecipazione estera sul territorio sono 144, per 4,321 miliardi di ricavi e 11.363 addetti. Per quanto riguarda quelle a partecipazione statunitense, si tratta di 27 realtà, che a livello aggregato totalizzano 970 milioni di ricavi, un valore aggiungo di 277 milioni e 2.556 dipendenti; e sono 110 invece le aziende bresciane (controllate o ex novo) che operano sul territorio degli Stati Uniti.
A questo, si aggiungono i rapporti tra Brescia, Canada e Messico. A livello commerciale, il secondo vale di più: l’export atteso per il 2024 si aggira intorno ai 200 milioni di euro, di cui oltre la metà (124 mln) per la vendita di macchinari e apparecchiature, seguiti dai prodotti della metallurgia e in metalli (circa 44 mln). Le importazioni, di circa 13 milioni, riguardano in particolare i mezzi di trasporto e i prodotti della metallurgia, a circa 4,5 milioni a testa. Il saldo commerciale si aggira intorno al 190 milioni, circa il 2,5% del totale del made in Brescia.
Per quanto riguarda le vendite verso il Canada, i prodotti della metallurgia e in metallo valgono circa 50 mln dei 163 mln totali stimati per il 2024, così come macchinari e apparecchiature; più distanti le altre categorie merceologiche, anche se i prodotti chimici e farmaceutici valgono quasi 13 mln. La differenza tra export e import è di circa 150 milioni, circa il 2% dell’intero saldo commerciale della provincia.
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