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Per quale Europa unita battersi e la manifestazione del 15 marzo
Di fronte al rovesciamento di alleanze che vede la nuova amministrazione statunitense intervenire nella vita politica dei singoli paesi europei a sostegno di posizioni nazionaliste, neofasciste e disgregatrici delle istituzioni europee, alle guerre che vedono il popolo ucraino da tre anni sotto le bombe e Gaza distrutta, in molte e molti in tutta Europa avvertiamo la necessità di uno scatto unitario dell’Unione Europea. Ma unità attorno a cosa?
Unità attorno al riarmo e all’esplosione delle spese per le singole difese nazionali, la via irragionevole, pericolosa e militarmente improvvisata, rilanciata dalla Presidente della Commissione Europea, che mira addirittura a evitare il vaglio democratico del Parlamento Europeo, mentre sotto il mantra della semplificazione si indeboliscono Green Deal, regole in campo digitale e forme minime di democrazia economica? Ovvero, unità attorno a una svolta che rimetta al centro i principi fondanti dell’Unione – dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, sicurezza, pace e coesione – come il ForumDD ha descritto con proposte operative nel libro Quale Europa (Donzelli ed.) e ribadito nella sua profonda critica al Piano Draghi? Unità che costruisce un futuro cupo o un futuro più giusto?
La manifestazione lanciata in Italia per il 15 marzo non scioglie questa domanda. E poiché la prima delle due linee, quella che ci trascinerebbe in un cupo gorgo, è oggi assolutamente dominante negli indirizzi e atti della Commissione Europea e di molti leader dell’Europa, la manifestazione ben si presta a essere strumentalizzata in questa direzione. Eppure, al tempo stesso, quella manifestazione risponde al sentimento di moltissime persone che vogliono ribadire con un sussulto la necessità e l’autonomia dell’Unione Europea come condizione per affrontare, senza un eurocentrismo fuori dal tempo, una fase travagliata dellastoria.
Il ForumDD, come altre organizzazioni e associazioni, condivide quel sentimento e avverte il bisogno di un sussulto. Ma non a favore di un’“Europa qualunque” e tantomeno di quella che molte sue classi dirigenti stanno costruendo. Come scrive in un appello il braccio italiano del Movimento Europeo Internazionale, impegnato dal 1948 per promuovere l’integrazione europea, “solo un’Unione europea più democratica e più solidale e un suo governo responsabile davanti al Parlamento europeo, l’eliminazione del potere di veto, una politica estera e della difesa comune al servizio della pace e del multilateralismo, un bilancio federale dotato di vere risorse proprie” possono consentirci di cambiare rotta.
Solo così, l’Europa può mettere al centro della propria azione, non la follia del riarmo, ma, ancora in sintonia anche con il Movimento Europeo:
• il rilancio del servizio pubblico universale per la salute attraverso un’infrastruttura pubblica sovranazionale e l’accesso aperto alla conoscenza;
• la protezione di lavoratrici e lavoratori con uno statuto europeo del lavoro e con la democrazia economica, germi di unione sociale e la piena attuazione della Carta europea dei diritti fondamentali;
• una politica della concorrenza che impedisca la formazione di posizioni dominanti sul mercato e una regolazione digitale che promuova la condivisione collettiva e protetta dei dati;
• una politica industriale che faccia della transizione ecologica e digitale uno strumento di sviluppo umano, anche attraverso una maggiore competitività;
• il sostegno a chi fa impresa agrosilvopastorale, industriale e terziaria e a chi è vittima di alluvioni, siccità e ondate di calore per i ritardi nella convergenza ecologica della società, e l’avvio di un grande piano di contrasto ai rischi climatici;
• una politica di coesione sensibile alle persone nei luoghi, non certo stravolta per spese militari;
• la tutela di cittadine e cittadini e di chi richiede asilo dalla violazione di principi fondamentali dello Stato di diritto e da ogni discriminazione;
• la tutela degli immigrati legali divenuti irregolari per lentezze e differenze delle procedure sul mercato del lavoro;
• spazi ampi di confronto e potere, non criminalizzazione, dei movimenti e delle organizzazioni della cittadinanza attiva;
• la creazione di un sistema comune di difesa europea, fondato su una condivisa strategia di cooperazione e di pace e di impiego delle strutture militari, e su un obiettivo ultimo di disarmo, non di riarmo;
• un impegno per il rilancio di tutte le forme di cooperazione internazionale che accolgano e promuovano un nuovo equilibrio multipolare;
• una strategia commerciale e di cooperazione allo sviluppo in un rapporto nuovo, paritario, con l’Africa, il Sud del mondo e la Cina.
Questa è la “sicurezza” che chiedono milioni di persone del nostro Continente. Questi sono gli obiettivi possibili che rendono l’Europa indigesta a chiunque e ovunque coltivi oggi un disegno autoritario. Questa è l’Europa per cui lavorare e battersi.
Molte e molti di noi saranno in piazza il 15 marzo per dare questa piattaforma a una manifestazione che non ne ha: sarà l’occasione di un confronto ravvicinato fra persone con le stesse preoccupazioni. La stessa piattaforma è condivisa da molte altre e molti altri che non saranno in piazza. Assieme, da dentro e da fuori, sulla base di questo testo approvato dal ForumDD, ci impegneremo con tante e tanti in ogni Stato dell’Unione affinché questa idea dell’Unione Europea avanzi e attorno a essa abbia luogo una mobilitazione estesa all’intera Europa.
Forum Disuguaglianze e Diversità
(Testo pubblicato il 7 marzo 2025 su Domani a firma dei tre coordinatori)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 MARZO 2025
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