CATANIA – Sul Piano regolatore del porto di Catania si apre una settimana di dibattiti e decisioni, sia istituzionali che non. Nei prossimi giorni infatti dovrebbe iniziare l’iter di valutazione da parte del Consiglio comunale del piano, in questo momento in fase di Valutazione ambientale strategica da parte del ministero dell’Ambiente.
Il Piano regolatore del porto di Catania
Sul progetto redatto dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale ci sono già diverse perplessità, sollevate da associazioni cittadine che chiedono la maggiore apertura possibile nel processo di decisione e la protezione di un tratto di scogliera dell’Armisi, su cui il Piano prevede di realizzare la nuova darsena per yacht.
Al tempo stesso incombe anche un’altra questione: una società privata nel 2003 ha presentato un progetto per utilizzare proprio la scogliera dell’Armisi. Quel progetto tra un rinvio e l’altro è ancora irrisolto e il prossimo 14 di marzo una conferenza dei servizi in comune dovrebbe decidere la sua fattibilità.
La valutazione del consiglio
A valutare il Piano sarà innanzitutto, per compito istituzionale e perché obbligato dalla legge, il consiglio comunale di Catania. La settimana scorsa un pasticcio con l’invio dei documenti non ha permesso l’avvio dell’iter di valutazione: il parere del consiglio era stato chiesto con carattere d’urgenza dalla direzione Urbanistica al consiglio, che aveva inviato i documenti necessari dopo i termini utili.
L’iter procedurale è stato poi completato correttamente, con la firma dell’assessore all’Urbanistica Paolo La Greca sulla delibera inviata dalla direzione Urbanistica. In questo modo i documenti sono stati assegnati alle commissioni consiliari Trasporti e Mobilità, Ecologia e Mare e attività produttive per la discussione.
Il consiglio comunale ha tempo fino al 22 marzo per pronunciarsi sul Piano regolatore portuale. Con la conferenza dei capigruppo di lunedì 10 si deciderà quando e come avverrà la discussione: l’orientamento del presidente del consiglio Sebastiano Anastasi è di chiedere due sedute, una per discutere e una per votare, ma su questo si rimetterà alla decisione dei capigruppo.
La scogliera
Nel frattempo diverse associazioni cittadine sono perplesse su un punto particolare del piano per il porto di Catania, quello della scogliera dell’Armisi. Su quel tratto di costa, che oggi corrisponde alla stazione centrale, secondo il Piano regolatore portuale dovrebbe sorgere la nuova darsena per yacht, da cui si accederebbe a tutta la parte del porto dedicata al diporto e alle barche turistiche.
I documenti presentati al ministero dell’Ambiente dall’associazione Volere la Luna e da Lipu, Wwf e Comitato di proposta per il Parco Territoriale Monte Po-Vallone Acquicella, però, sollevano diverse obiezioni sull’impatto che una nuova darsena avrebbe sulla scogliera, formata da lave di più di cinquemila anni fa e con un ambiente marino unico.
Lo stesso tratto di scogliera inoltre sarebbe, secondo le osservazioni di Volere la Luna, fuori dal territorio di competenza dell’Autorità portuale, e dunque si dovrebbe attendere una nuova definizione dei limiti territoriali del porto da parte del ministero prima di poter procedere con la progettazione.
La petizione
Proprio sulla scogliera dell’Armisi è in corso una petizione on line con raccolta firme. “Su questo gioiello ambientale – si legge nel testo della petizione – si sta giocando una vicenda brutta e opaca, tra altre della storia urbanistica di Catania. Infatti il Piano regolatore del Porto, ha previsto la realizzazione di un porto turistico destinato a una decina di mega-yacht di milionari, con un molo di circa 700 metri e un sistema di banchine di circa 90.000 metri quadrati”.
“Un mostro di cemento”
“Un vero e proprio mostro di cemento – prosegue la petizione – che distruggerebbe un intero ecosistema marino e si configurerebbe come una ulteriore isola di calore a tutto svantaggio del clima e del sistema ambientale della città. Per non dire che la Scogliera ha già un porto turistico – il Porto Rossi – che occupa e ostruisce uno spazio di grande bellezza a pochissima distanza, reso inopinatamente inaccessibile alla cittadinanza”.
“Nel contempo una società privata – di legge ancora – che ha proposto dal 2003 un progetto simile, vanterebbe diritti sulla Scogliera d’Armisi e sarebbe sul punto di ottenere delle concessioni su questa parte del demanio pubblico marittimo”.
L’appello a sindaco, consigliere e autorità cittadine è a “interrompere questa triste speculazione e restituire ancor più bella la scogliera cittadina”. In nove giorni la petizione è arrivata a poco più di 1.900 firme sulle 2.200 stabilite come obiettivo.
I privati
La società privata di cui si parla nella petizione è la Tood’s, che nel 2003, quando ancora si chiamava Vittoria Srl, presentò alla Capitaneria di porto di Catania un progetto per una concessione demaniale da 99 anni che riguardava proprio la costruzione di un porto turistico sulla scogliera dell’Armisi.
Tra alterne vicende l’iter del progetto va vanti per 21 anni, con la convocazione di diverse conferenze di servizi in comune, una delle quali, nel 2006, dà parere positivo al progetto.
Quando però iniziano le indiscrezioni sul nuovo Piano regolatore portuale, Tood’s manda una diffida al comune di Catania invitandolo a indire la conferenza dei servizi decisoria per il progetto, e all’Autorità portuale invitandola a sospendere l’iter del Piano regolatore. La conferenza decisoria viene in effetti convocata per l’undici febbraio 2025, ma poi viene sospesa e spostata al prossimo quattordici marzo.
La richiesta di partecipazione
Proprio su questa vicenda l’associazione Volere la Luna ha fatto richiesto di partecipazione alla conferenza dei servizi, di accesso agli atti e di rinvio della stessa conferenza, in modo da potere studiare tutta la documentazione.
Più in generale l’associazione chiede la maggiore partecipazione possibile al processo di valutazione dei progetti. Dice Mario Spampinato, di Volere la Luna: “Auspichiamo che il dibattito sia più ampio possibile all’interno delle forze politiche e abbiamo chiesto di poter partecipare ai lavori delle commissioni”.
“Chiediamo – continua Spampinato – che si faccia una valutazione più ampia e approfondita da parte della città, più dettagliata possibile, alla luce delle 40 pagine di osservazioni del ministero dell’Ambiente e delle attuali osservazioni anche portate all’attenzione da noi”.
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