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Finisce così con uno scialbo pareggio in bianco la settimana orribile della Triestina, ma quando le calamità te le chiami addosso da soli, queste arrivano puntualmente.
Prima della gara pensavo che questa settimana sarebbe stata decisiva per dare alla stagione, e per l’ennesima volta, un indirizzo positivo; invece devo convenire che sarà un finale molto sofferto, con una salvezza che dovrà essere raggiunta con sudore e sangue (metaforico ovviamente).
Mi sono un po’ rivisto tutta questa annata, di risultati e intrighi societari con annessi e connessi e devo dire che se ci salviamo, ma non diamolo troppo per scontato, come vedo fare con supponenza da qualche tifoso, sarà stato un miracolo sportivo ed è inutile ripeterlo a chi andrà ascritto. In questa stagione abbiamo scialacquato oltre ai 5 punti a tavolino, anche una marea di punti sul campo, subendo una caterva di reti nei finali delle partite contro: il Lecco (1-2), Pergolettese (0-1), Trento (1-1), Giana (0-1), Renate (0-1), Lecco (1-1,) Virtus(2-2) e ieri ancora Pergolettese con il rigore fallito nel recupero. Se facciamo un po’ la conta, con una Società normale dotata di una segreteria efficiente e maggior attenzione/perizia/fortuna nei finali di gara, ai 30 punti effettivi ad oggi, potremmo aggiungere altri 5+12 sfuggiti, che proietterebbero la squadra alabardata al 4° posto in classifica, in una stagione dove a livello di organico/allenatori/direttori sportivi, sono stati fatti degli orrori tecnici difficilmente replicabili.
Purtroppo tutto questo è oggi utopia e dobbiamo vivere con una spada di Damocle sul capo, dove ogni più piccola imperfezione o errore la paghi duramente. Da dicembre siamo all’inseguimento di una chimera e purtroppo lo sapevamo, non puoi permetterti errori perché li paghi severamente; durante una stagione e 38 partite, può succedere di sbagliarne qualcuna o mancare un rigore decisivo, oppure subire un torto o commettere qualche errore banale decisivo. Il nostro problema è che tutto questo è già successo e in abbondanza, prima che Tesser arrivasse a mettere ordine nelle cose, ora purtroppo la squadra si ritrova nell’obbligatorietà di non poter più commettere errori, ma chi la sostiene dovrebbe cercare di capirlo e far fronte comune per raggiungere lo scopo. Il disfattismo latente tipico, che viene a galla quando le cose non vanno per il verso giusto, forse e dico forse, sarebbe il caso di metterlo per il momento in naftalina e chi ama la squadra dovrebbe capire che ci saranno tempi in futuro e modi leciti, per contestare, oggi si fa solo il male della squadra che ne risente a livello psicologico. Se si vuol negare questo, va bene ognuno è padrone delle proprie azioni.
Però c’era anche la partita e qualcosa dobbiamo pur dirlo, anche se per la carenza di gioco ed emozioni, il mio bel taccuino è rimasto praticamente immacolato, perché non ho avuto modo di annotare alcunchè degno di essere segnalato. Certo il rigore finale, ma avevo già messo via il mio notes con la penna, un po’ deluso. Sono rimasto favorevolmente colpito dalla Pergolettese, che devo dire con i pochi mezzi tecnici a propria disposizione, gioca un buon calcio molto ordinato, senza fronzoli, senza errori e il suo punto se l’è portato a casa meritatamente senza rischiare nulla. In avanti ha fatto poco, con il possente Parker bravo a far salire la squadra, ma che anche lui la porta la vede poco, anche se ora la Triestina si difende bene e Roos sono oramai diverse partite che vive pomeriggi tranquilli. I lombardi indubbiamente praticano un calcio molto ruvido, ma in C i nostri prodi te lo permettono e anche a livelli più alti se vogliamo: quello spezzare il gioco con falli in partenza o abbattere l’avversario se ti supera, è permesso.
I nostri prodi guardano altro, hanno disposizioni severe per l’allenatore che protesta per un fallo laterale ad un metro da lui, con l’assistente poverino che aspetta la decisione dell’arbitro per alzare la bandierina. Fischiano rigori come quello di ieri con il pallone che sbatte sulla mano, ma che proviene da una deviazione da 20 cm; se me lo danno a favore me lo tengo, ma se per ipotesi me lo fischiano contro e magari per un fischio del genere non salgo di categoria (ricordo Triestina-San Donà), io mi arrabbio e i tifosi credo pure.
La Triestina nel primo tempo ha attaccato mantenendo il controllo del gioco, che però sviluppava troppo in orizzontale, ciò dovuto anche per la condotta molto prudenziale degli ospiti chiusi in una difesa arcigna che non permetteva grossi sviluppi. Sulla fascia sinistra siamo stati maggiormente intraprendenti con Tonetto e Ionita, mentre dalla fascia destra abbiamo avuto poco supporto. D’Urso si è dato molto da fare, ma tra le linee non è riuscito ad essere incisivo, soverchiato dai numerosi avversari che facevano blocco; prova ne sia: nessuna punizione dal limite in tutta la partita!
Nella ripresa con l’inserimento di Germano e poi con il vivacissimo Braima che mi sembra abbia una condizione fisica superiore a quella dei compagni, anche sulla fascia destra abbiamo creato qualcosa in più, ma nel frattempo purtroppo, avevano messo fuori combattimento Ionita con un intervento proditorio, ovviamente senza conseguenze per colui che l’aveva commesso. La partita s’è trascinata in un tran tran senza sbocchi, forse si sarebbe potuto sparigliare le carte mettendo le tre punte, creando almeno qualche dubbio alla difesa avversaria che era ben disposta e aveva ormai trovato l’assetto giusto per contrastare l’attacco triestino; ma sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano. L’occasione poi è arrivata, ma purtroppo è stata sprecata.
Ora in pochi giorni dobbiamo affrontare altre due partite delicate, che come detto non possono essere sbagliate. Purtroppo il momento fisico/mentale non è al top e nemmeno l’organico è al completo, con diversi giocatori con qualche acciacco e altri un po’ giù di tono, rispetto alle scorse settimane. Come detto dobbiamo far blocco, tutti assieme lasciando da parte altre vicende, ci sarà tempo e modo per svilupparle quando se ne saprà qualcosa di più, evitando fantasie stravaganti campate in aria, perché ricordiamocelo: la verità vien sempre a galla.
BRUNO GASPERUTTI
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