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Il dato emerge dall’ultima analisi del Centro REP, Centro di Ricerca sugli Enti Pubblici che evidenzia ancora una volta la rilevante criticità nella gestione delle risorse idriche nel nostro Paese
Palermo, Siracusa, Agrigento sono le città a maggior dispersione d’acqua in Sicilia. Il dato emerge dall’ultima analisi del Centro REP, Centro di Ricerca sugli Enti Pubblici che evidenzia ancora una volta la rilevante criticità nella gestione delle risorse idriche nel nostro Paese.
L’analisi sui Capoluoghi di provincia italiani evidenzia che oltre un terzo dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione viene dispersa. Questo dato, oltre a rappresentare una significativa inefficienza infrastrutturale, assume particolare rilevanza in un contesto di mutamenti climatici caratterizzati da fenomeni di siccità sempre più frequenti. L’indagine è inserita all’interno del più ampio Rapporto sulla Capacità Amministrativa dei Comuni capoluogo di provincia 2024, evidenzia una marcata disomogeneità tra i Comuni italiani: se da un lato Como si distingue per una gestione efficiente con solo il 9% di acqua dispersa, all’altro estremo della classifica troviamo Potenza, dove addirittura il 71% dell’acqua immessa nelle infrastrutture idriche non raggiunge i cittadini.
E il fenomeno non riguarda solo il Sud: Belluno registra il 64% di perdite, mentre anche Imperia, La Spezia e Gorizia superano il 50%. Mentre al Centro emergono dati negativi per Latina (68%), Massa (65%) e Frosinone (55%). L’analisi rivela peraltro un paradosso: livelli di spesa più elevati per il servizio idrico integrato non si traducono necessariamente in una riduzione della dispersione idrica. Pavia, Como e Monza, caratterizzate da un’efficienza infrastrutturale superiore con dispersioni minime, presentano anche una spesa pro capite tra le più contenute (rispettivamente 0, 1 e 5 euro). Di contro, realtà come Vibo Valentia, Ragusa e Catanzaro, nonostante investimenti superiori ai 150 euro per abitante, continuano a registrare perdite idriche considerevoli. Aosta, ad esempio, con una spesa di 117 euro per abitante, registra una dispersione idrica del 36%, mentre Cosenza, con una spesa di 131 euro, arriva al 67%. Caso emblematico è quello de L’Aquila, dove, nonostante una spesa più contenuta (15 euro pro capite), la dispersione raggiunge il 69%, ponendo il capoluogo abruzzese tra i più critici del Paese.
«Il dato persistente sulla dispersione dell’acqua nelle reti di distribuzione ci impone una riflessione urgente sulla necessità di una gestione più efficiente delle risorse idriche in Italia. La buona gestione non passa solo attraverso ingenti investimenti, ma richiede anche un impegno costante nella manutenzione e nell’innovazione delle infrastrutture” commenta Paola Caporossi, Responsabile Ricerca e Sviluppo. “È fondamentale che vi sia una gestione trasparente e responsabile che garantisca ai cittadini, in qualità di contribuenti, un futuro sostenibile e un servizio equo per tutti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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